TRAGEDIA. 50enne muore. I congiunti: “Abbiamo chiamato il 118 ma nessuno rispondeva.” E lungo l’Appia un ferito abbandonato in strada
12 Aprile 2021 - 10:51
Ennesima serata caotica. I fatti si sono verificati subito dopo le 20. La persona deceduta era il papà di un carabiniere
CASAGIOVE – (g.g.) E’ un 50enne, padre di un carabiniere, la persona deceduta nella serata di ieri dopo le 20. La notizia, apparentemente ordinaria, al di la della età relativamente giovane della vittima, assume significato perchè CasertaCe, significativamente individuata dai cittadini di questo territorio come unica valvola di sfogo, come unica ancora a cui aggrapparsi per cercare di sollevare dei problemi seri, è stata raggiunta da una serie di segnalazioni che parlano, ma ovviamente noi siamo a disposizione di chiunque dovesse ritenere di esprimere la propria opinione o la propria versione sui fatti accaduta, di un intervento scoordinato del personale del 118.
Guardate, non c’è nulla di ossessivo in questo nostro ritornare sempre sugli stessi argomenti. Crediamo, però, che tutto ciò che CasertaCe ha raccontato in questi anni, su quello che l’Asl di Caserta a causa dei corrotti che la abitavano e la abitano, è stata costretta a prendersi attraverso il lunghissimo e mefitico rapporto con la presunta associazione La Misericordia, possa rappresentare una garanzia di serietà, di autorevolezza, di forza espositiva rispetto alla quale anche chi svolge, per l’Asl, funzioni di dirigenza ed è persona onesta materialmente ed intellettualmente, si deve sentire totalmente garantito e possibilmente non stare lì a speculare sulla sillaba con l’obiettivo di tenere in piedi il solito schema dell’ipocrisia e proiettandosi quindi alla limitazione della esposizione delle notizie, anche quando queste sono buone, giuste, reali, vere e sacrosante.
Dunque, ricapitoliamo: non sappiamo chi fosse di turno ieri sera dopo le 8 al 118. Ma non è importante stabilirlo. Perchè questi casi non ci sorprendono e soprattutto sono frutto di tutto quello che abbiamo raccontato su ciò che l’Asl ha messo a disposizione di questo servizio fondamentale, cruciale che, come in una sorta di nemesi storica, di contrappasso dantesco, ha incontrato il covid come emergenza epocale in grado di mettere a nudo tutto il sistema inefficiente, misero e miserabile costruito sul rapporto insano, inquinato tra la stessa Asl e la sedicente associazione di volontariato (ma quale volontariato!) La Misericordia di Caivano. Dicevamo, subito dopo le 20 è arrivata una segnalazione da Curti, dalla “solita” Nazionale Appia. Un incidente stradale con una persona ferita e riversa a terra. Arriva l’ambulanza e proprio mentre si appresta a caricare il paziente, dalla centrale operativa arriva una comunicazione di un codice rosso in quel di Casagiove.
L’ambulanza, guardate che è successo sul serio, fa inversione, se ne va e lascia quel poveretto ferito a terra. Questo non vuol dire che non ci fosse la necessità di soccorrere immediatamente l’altro paziente di Casagiove. Giusto anche, nel meccanismo del triage, privilegiare un codice rosso. Ma un cavolo di servizio di emergenza, non può, non deve trovarsi nella condizione di non utilizzare contemporaneamente due ambulanze all’interno della conurbazione casertana che da Maddaloni a Santa Maria Capua Vetere sfiora i 200mila abitanti.
E invece è successo. Purtroppo, al paziente di Casagiove non è andata molto meglio, visto che si tratta del 50enne deceduto di cui abbiamo scritto all’inizio dell’articolo. Ora, può darsi che l’evento infausto si fosse verificato lo stesso. Ma può darsi anche di no, anche perchè, a quanto ci risulta, i familiari del 50enne, a partire dall’autorevole rappresentante delle forze dell’ordine, cioè da suo figlio, parlano di un arrivo lentissimo ma soprattutto proprio il figlio sostiene, essendo un carabiniere, non abbiamo nessun motivo per dubitarne, di aver composto più volte il numero 118, senza ricevere risposta.
E allora, bisogna capire quale fosse lo stato organizzativo della centrale operativa in quel momento, su chi gravasse la responsabilità dell’attivazione dei soccorsi. Perchè non può succedere sempre la stessa cosa e cioè che non vengano individuate le responsabilità e che la gente continui anche a morire, lasciando per tutta la vita ai congiunti, il dubbio su come sarebbe finita se l’intervento di emergenza fosse arrivato in tempi solerti.
Ripetiamo, l’individuazione delle responsabilità va al di la dell’esito della vicenda. Il 50enne poteva morire lo stesso, ma se il figlio carabiniere ha chiamato diverse volte il 118, senza che dall’altra parte nessuno rispondesse, l’Asl ha il sacrosanto dovere di accertare quello che è successo ed eventualmente, senza produrre punizioni draconiane, allontanare gli operatori negligenti, magari utilizzandoli per altre mansioni e non per questa.
Seguiremo l’andamento degli eventi.