TUTTI I NOMI. ECOBONUS E CASE FANTASMA. Ecco chi sono i sei arrestati, un business da oltre 100 milioni

31 Gennaio 2024 - 09:22

AVERSA – Gennaro Chianese, di Frignano, Salvatore Conte, di San Marcellino, Mariano Lacamera di San Giorgio a Cremano, i salernitani Italo Toscano e Nicola Cortese e Giovanni Di Maio di Torre Annunziata.

Sono queste le generalità delle sei persone arrestate nelle prime ore di ieri, martedì, a seguito dell’ordinanza eseguita dalla sezione Pronto Impiego della guardia di finanza di Aversa e coordinata dalla procura di Aversa Napoli Nord.

Oltre a loro, c’è bellezza di 76 indagati, alcuni casertani, molti napoletani e persone provenienti dal resto di Italia, le cui generalità potremmo sviscerare in seguito.

I DETTAGLI DELL’INCHIESTA

Nasce tutto da un’indagine della guardia di finanza, compagnia Pronto Impiego di Aversa, che ha scoperto nell’agro Aversano quello che potrebbe essere definito un fatturificio, ovvero una società fantasma che emetteva un numero folle, ingiustificabile di fatture.

Da lì, gli uomini guidati dal Capitano Di Lorenzo hanno iniziato a studiare le operazioni bancarie, come si suol dire, hanno iniziato a seguire i soldi.

E così si è sviluppata l’operazione che oggi ha portato all’arresto di sei persone, una donna e cinque uomini, sostanzialmente prestanomi messi a capo di società cartiere, false, utilizzate per farsi pagare da Poste Italiane i crediti d’imposta previsti dall’Ecobonus, misura nata dal decreto Rilancio, voluto dal governo Conte II.

I

finanzieri del Pronto Impiego hanno potuto segnare quale punto di partenza delle operazioni la zona di Casal di Principe e San Marcellino, area a fortissima densità di imprenditori edili, costruttori – non tutti con un passato limpido – che dominano letteralmente le aggiudicazioni e le gare d’appalto a Caserta, provincia e nel resto d’Italia.

Un’area in cui è presente una criminalità economica, finanziaria, alla quale si sta aggiungendo quella focalizzata sui bonus edilizi, con una commistione tra società e faccendieri italiani e imprese cinesi, così come è emerso anche da questa indagine.

Un giro di falsi crediti d’imposta dal valore di 130 milioni di euro che ha coinvolto tutta l’Italia. Si tratta di una truffa che ha sfruttato alcuni buchi legislativi, che hanno reso semplice attestare ristrutturazioni per proprietari che poi, visura catastale alla mano, non avevano niente, erano nullatenenti.

La procura di Aversa e i finanzieri del Pronto Impiego hanno provveduto a sequestrare preventivamente, con finalità di confisca, 17 milioni di euro, quale profitto del reato e crediti di imposta per circa 50 milioni di euro, attribuiti a 35 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche.