TUTTI I NOMI. Noto commercialista e professore casertano ARRESTATO. Società di prestiti fatte fallire e ricomprate dai liquidatori. SEQUESTRATE CASE DI LUSSO, JAGUAR E MERCEDES
29 Novembre 2024 - 16:04
CASERTA – È di cinque persone raggiunte da misure cautelari e di un maxi sequestro di 25 immobili e auto di storiche e di lusso per un valore di venti milioni di euro, il bilancio dell’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Procuratore Pierpaolo Bruni e Aggiunto Carmine Renzulli) e della Guardia di Finanza di Caserta sulla bancarotta di due società confidi della Coldiretti, impegnate nel sensibile settore del rilascio delle garanzie alle piccole e medie imprese agricole al fine di favorirne l’accesso al credito di banche e di altri intermediari finanziari.
Gli immobili sequestrati sono situati in tutta Italia, in particolare in Campania, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia.
Come riporta l’Ansa, agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, sono finiti l’imprenditore ed ex uomo di Coldiretti, Enrico Leccisi, il noto commercialista di Santa Maria Capua Vetere nonché docente universitario Raffaele
Se siete di Santa Maria Capua Vetere e dei comuni limitrofi, sicuramente conoscete il commercialista Raffaele Marcello.
Non solo relativamente al suo lavoro, la sua attività professionale, ma anche perché il nome di Marcello fino a qualche anno fa usciva sempre tra i papabili candidati sindaci della città del Foro, per poi declinare l’offerta ogni volta.
Per Eleonora Caranchi, di Como, ex compagna di Leccisi è stata decisa l’obbligo di dimora. Nicola Pierro, di Frosinone, e Alberto Ceccarelli, di Bari, sono stati colpiti dalla misura dell’interdizione dei pubblici uffici per 12 mesi.
L’indagine è partita dalla denuncia presentata dai referenti del collegio sindacale della Coldiretti, cui non erano stati forniti i bilanci di liquidazione.
Dagli accertamenti è emerso il coinvolgimento del liquidatore delle due società confidi, imprese che si occupano di supportare piccole e medie imprese o dei liberi professionisti associati nel ricevere finanziamenti (Agricentro Nord, e Agricentro Sud) di professionisti e di prestanome, nell’azione di costante svuotamento del patrimonio aziendale, che poi ha portato al fallimento delle due società (una già fallita, l’altra sottoposta a procedimento fallimentare al tribunale di Roma), che sono rimaste solo con i debiti aziendali e i debiti di firma collegati alla garanzie confidi rilasciate alle banche e non sono state dunque più in grado di essere solvibili ai fini appunto della garanzie prestate, con danni alle piccole e medie imprese agricole.
Sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta a ricostruire il complesso quadro di operazioni finanziarie e commerciali ideati dagli indagati per svuotare il patrimonio aziendale.
In primis gli indagati hanno fornito false valutazioni al ribasso dei compendi aziendali, per poi procedere alla cessione di rami d’azienda a prezzi inferiori a quelli reali e di mercato a società appositamente costituite e controllate di fatto proprio dal liquidatore dei due confidi. In pratica, venditore e acquirente erano la stessa persona.
Un’indagine non facile quella delle Fiamme Gialle casertane, visto che le compagini costituite per acquisire i beni delle due società da svuotare erano numerose e sono state accertate sei cessioni ad altrettante società create ad hoc, fino all’ultima che era di diritto estero, in particolare panamense, e ciò per rendere difficoltoso risalire al gestore di fatto.
Leccisi ad un certo punto ha anche trasferito le sedi delle due società confidi da Roma a Santa Maria Capua Vetere. Qui la Procura ha raccolto le diverse denunce presentate in giro per l’Italia, delegando poi le indagini alla Finanza. I beni che Leccisi è riuscito ad acquisire in modo fraudolento dalle due società in liquidazione sono poi serviti per acquisire auto e immobili di lusso in giro per l’Italia.
“Queste condotte – ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caserta Nicola Sportelli al termine della conferenza stampa tenuta negli uffici della Procura di Santa Maria Capua Vetere – hanno danneggiato Coldiretti per il depauperamento di tutti i suoi beni, ma ancora di più centinaia di piccole e medie aziende agricole che da hanno perso la garanzia del Confidi e dovranno ora provvedere con le proprie risorse a rientrare dalle esposizioni con banche e altre società finanziarie“