VERSO LE EUROPEE. I fratelli Marcello e Lello De Rosa riuniscono imprenditori di Casapesenna e dintorni in un ristorante con i Pd Lello Topo e Casillo. Magliocca che ci guadagna? Noi lo sappiamo

12 Marzo 2024 - 12:28

Questione di numeri e di logica aritmetica

CASERTA – Il presidente della Provincia Giorgio Magliocca o non lo capisce o lo capisce troppo bene.

Se osservi il suo comportamento provando a dargli un significato politico, ne assorbi l’abilità trasformistica, consentita dall’inesistenza di una sostanza reale del suo partito che, come dimostrano i risultati delle elezioni regionali dell’Abruzzo, resta solo un pur organizzato e potente comitato elettorale, con tutti i rischi che ne derivano, ma comprendi anche il senso limitatissimo delle azioni che Magliocca sviluppa, sia sul terreno della tattica che su quello della strategia.

Che senso ha, infatti, rimpinzare di affidamenti milionari le imprese del triangolo della morte, ossia quello che delimita i confini dei comuni-base del clan dei Casalesi, dunque Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano, se poi le energie di questi imprenditori non saranno convogliate verso la causa di chi Magliocca dovrà appoggiare alle prossime Europee, ovvero Fulvio Martusciello?

Un po’ di sere fa, nel ristorante Maroder di Varcaturo, attorno alla stessa tavolata, erano presenti il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, per molto tempo titolare della delega alla viabilità provinciale (in pratica i 3/4 dei lavori pubblici), oggi vicepresidente della Provincia, e naturalmente il fratello Lello De Rosa, dirigente al Comune di Caserta dopo esserlo stato a Teverola e tanti altri posti, con un passato da vicesindaco di Casapesenna quando il super boss Michele Zagaria, che era ancora latitante, faceva e disfaceva sindaci e giunte considerando comunque Fortunato Zagaria, primo cittadino nella circostanza in cui De Rosa fu “secondo cittadino”, il suo interlocutore privilegiato.

Una tavolata per due? Oddio, a Marcello De Rosa non manca una certa attitudine alla megalomania per poter pensare di prenotare una tavola di 15/20 persone e occuparla solo lui e il fratello, suo tutor. Ma stavolta non è stato così.

C’erano due pezzi da novanta del Pd napoletano e della Campania: Lello Topo, sicuramente candidato alle elezioni europee, e il suo principale sostenitore, cioè il potentissimo consigliere regionale Mario Casillo.

Tutta intorno una pletora di imprenditori e costruttori di Casapesenna e dintorni.

Tra essi diversi di quelli che hanno incassato affidamenti lucrosissimi dall’amministrazione provinciale.

Ora, che gente come Topo e Casillo non vadano per il sottile quando si tratta di cacciare voti non è una novità, e il Pd non può dare certo lezioni di moralità politica ad alcuno, specie per quel che riguarda le cose della Campania.

Ma uno è portato a pensare che di fronte a un impegno politico così urgente per Fulvio Martusciello, cioè per il comandante in capo di Giorgio Magliocca, questi, ritenendo di aver comunque voce in capitolo nella definizione della mappatura degli imprenditori gratificati da questa grande abbuffata di appalti, da noi puntualmente raccontata in centinaia di articoli pubblicati negli ultimi 3-4 anni, la cena la organizza, naturalmente da tirchietto qual è la fa pagare a Martusciello, e quegli imprenditori li convoca lui, non lasciando a De Rosa la libertà di connetterli alla causa di Lello Topo.

E allora, siccome Magliocca sarà pure intellettualmente scarso, ma possiede la tipica intelligenza furbastra, unica qualità (?) che serve per emergere in politica nei nostri territori, ci deve essere necessariamente un’altra ragione.

Per cui la domanda nasce spontanea.

Se Magliocca dà via libera al suo consigliere Marcello De Rosa per iscrivere alla squadra di Lello Topo e Mario Casillo questi imprenditori di Casapesenna, Casal di Principe, Villa di Briano, San Cipriano ecc., che hanno incassato una montagna di quattrini con gli appalti della Provincia, lui cosa ci guadagna?

Non si tratta di una domanda allusiva e dunque meramente retorica, perché l’allusione possiede sempre una porzione di arbitrio interpretativo, di connotato assertivo.

La domanda è, invece, reale, e somiglia a quei problemi di aritmetica che, almeno ai miei tempi, assegnavano dalla quarta elementare fino alla terza media, contenenti una soluzione razionale connessa alla logica indiscutibile dei numeri che appartengono alla matematica, la quale, notoriamente, non è un’opinione.

Ai nostri lettori lasciamo l’incombenza di risolvere il problemino.

Cosa ci guadagna e/o cosa ci ha guadagnato Giorgio Magliocca?