AVERSA ALLE ELEZIONI. Il gatto e la volpe in azione: mo’ per perculare la Camusso, Graziano dice che il candidato Matacena è suo e del Pd quando invece è uno zanniniano doc. 5 Stelle? No, 5 ricotte

11 Aprile 2024 - 21:53

Compromesso storico da Fratelli d’Italia fino al Pd, dato che Oliva ha detto pure lui che sta con Matacena? Una città ridotta ad un suk arabo, pieno di venditori di tappeti che per un soldo passerebbero anche sul cadavere della madre.

AVERSA (g.g.) Stefano Graziano e Giovanni Zannini sono come il gatto e la vope. Il secondo non ha mai cercato la gloria, ma bensì la materia. Tutti sanno, ad Aversa, sicuramente lo sappiamo noi che seguiamo da qualche mese le vicende e le schermaglie di questa fase pre-elettorale, che Francesco Matacena è un’idea ascrivibile soprattutto a Giovanni Zannini; tutti sanno che Matacena si candiderà a sindaco perché l’ha voluto Zannini. Senza Zannini non sarebbe mai sceso in campo. Ma che tutto ciò si scriva e si sappia poco interessa al mondragonese. Lui punta ad eleggere un numero più alto possibile di consiglieri comunali, in modo da coprire posti in giunta che permettano ai suoi fedelissimi, ossia Giovanni Innocenti, Olga Diana, Francesco Sagliocco, ecc. ecc. di controllare il potere reale di trasformare in canestrate di voti la loro rendita elettorale e amministrativa. Voti da far convergere nella direzione di Giovanni Zannini oppure nella direzione che questi indicherà. Ad esempio, alle elezioni europee voteranno per quello che gli dice di votare Zannini, ossia Fulvio

Martusciello, con qualche voticino spurio per Aldo Patriciello. Ma se Zannini gli dicesse di votare per il Partito della Rifondazione comunista o per Casa Pound sarebbe esattamente la stessa cosa: gente come Innocenti, come i Sagliocco, come Olga Diana, come il papà di questa, Antonio Diana, voterebbero per Rifondazione comunista o per Casa Pound, perché per loro quello che conta sono solamente i cosiddetti “piaceri”, le cosiddette “cortesie”, ossia acchiappare posti di qua, prebende di là, con la parola “ideali” ridotta ad un’illustre sconosciuta.

Il ragionamento sulla paternità del candidato sindaco serve all’altro attore della coppia costituta dal gatto e dalla volpe.

Sapete perché Stefano Graziano va dicendo, senza che Zannini ne confuti la tesi, che Francesco Matacena è un candidato indicato da lui e dal Pd? Per un semplice motivo: per coglionare il Pd, per prendere per i fondelli la commissaria provinciale Susanna Camusso e il commissario cittadino di Aversa, che francamente non ricordiamo come si chiami, dettaglio che gentilmente farete la cortesia di non chiederci, perché, tutto sommato, è irrilevante.

Il furbetto di Teverola che ben conosciamo, in questo modo copre anche la posizione, politicamente turpe, di 5 Stelle, che non stupisce certo questo giornale, il quale ben conosce quanto il leader dei 5 Stelle, Agostino Santillo, sia pregno dei contenuti antisistema del movimento fondato da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio.

Figuriamoci un po’ che l’ex premier Giuseppe Conte mette in serio dubbio la coalizione con il Pd alle elezioni comunali di Bari e anche in Piemonte, poi dice addirittura a Ely Schlein, dandole lezioni di moralità, che lei deve cambiarlo il Pd prima che sia il Pd a cambiare lei e poi ci ritroviamo ad Aversa 5 Stelle in una coalizione imperniata su Giovanni Zannini, sulle logiche di potere del Consorzio idrico, poi Itl spa, su quelle del ribaltone di Aversa, su quelle degli incarichi di sottogoverno, sulle assunzioni a dir poco scandalose in ogni dove, in ogni posto in cui la Regione Campania può essere determinante. Ma, ripeto, questo non stupisce noi, perché Agostino Santillo è un politico con un’attitudine speculare a quella di Graziano, di Zannini e a quella di Carlo Marino, che 5 Stelle puntella in una giunta formata dal fratello di Paolo Marzo in un sistema di potere che vede i tre dirigenti dell’Apocalisse, Franco Biondi, l’inquisito Luigi Vitelli e l’ex vicesindaco di Casapesenna al tempo dell’accordo Nicola Cosentino-Lorenzo Diana, ossia Raffaele De Rosa detto Lello, recitare un ruolo di protagonisti nelle procedure che assegnano decine e decine di affidamenti, spesso milionari e spesso molto discutibili nel loro disegno procedurale, a ditte di Casapesenna, Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa.

Però, che ti va a pensare il furbetto Graziano? Francesco Matacena è un mio candidato e io lo ascrivo al Pd. Essendo 5 Stelle nostro alleato a livello nazionale, si adegua e a Matacena, candidato del Pd, si accodano anche Zannini e, diciamolo pure, anche Forza Italia, ma diciamolo “ancor più pure”, ci buttiamo dentro anche Fratelli d’Italia, visto che Alfonso Oliva, dopo aver cambiato per la 150esima volta idea, dice che appoggerà Matacena. Insomma, lo schema Graziano sancirebbe una sorta di compromesso storico senza che questo accordo Pd-Fratelli d’Italia sia minimamente nella testa di Giorgia Meloni.

Graziano ha subdorato che c’è un’altra parte del Pd, quella un po’ più seria, che vorrebbe tirar fuori una candidatura genuina, indipendente rispetto a quella ricotta informe, che vota a destra, poi a sinistra, poi dove capita, solo ed esclusivamente per raggiungere obiettivi di potere, ormai ribattezzabile zanninismo. Al riguardo, si parla del medico Vargas, e allora il Graziano cerca di anticipare le mosse, con la complicità di Zannini, fregando la Camusso, come il gatto e la volpe fregarono il burattino di legno.

Signore e signori, ecco a voi Aversa: un suk arabo, dove tutto è permesso, pieno di venditori di tappeti farlocchi. Cosa si può aspettare la città da gente come questa?