AVERSA ALLE ELEZIONI. L’ultima carnevalata di Fratelli d’Italia: Farinaro non risponde al telefono a Cangiano che dopo 30 secondi ufficializza il simbolo con l’uomo di De Luca e di Zannini, veri dominatori della coalizione

22 Aprile 2024 - 19:52

Che poi sono sempre quelli che hanno dato a Roma della stronza alla premier Giorgia Meloni. Noi vorremmo anche parlare bene di Gimmi Cangiano, ma qui siamo veramente alla macchietta elevata a sistema. Il problema è uno solo: lui non potrà essere mai un vero leader. Perché leader non si diventa solo con le “bacchette”, ma facendo proseliti, aggregando persone e mondi che possano permettere al deputato del centrodestra di Aversa di comporre una lista di qualità e comunque autosufficiente, eventualmente, rispetto ad un Oliva che per tre volte ha stretto un accordo di ticket con Farinaro e per tre volte lo ha smontato, disatteso e sbertucciato, sbertucciando, in pratica, se stesso. In calce all’articolo il post di Gimmi Cangiano.

AVERSA (g.g.) Sembra strano, ma anche questo tempo, il tempo dell’ignoranza al potere, dell’ignoranza che tutto governa e tutto determina, rallentando, di fatto, i tempi dello sviluppo sociale ed economico del Paese, troverà un giorno posto nei libri di storia, anche in quelli della storia del microcosmo locale. In questi testi si parlerà della Repubblica dei nominati e si spiegherà la cinica pratica riversata nel cinico calcolo dei leader nazionali dei vari partiti di imporre alle istituzioni italiane delle persone che, tecnicamente, “ignorano”.

Come altro possiamo definire soggetti che se oggi ancora una volta Le iene, o anche CasertaCe, decidessero di appostarsi davanti al Parlamento, avrebbero difficoltà a rispondere anche a domande che si formulano di solito agli scolari di quinta elementare?

Questa premessa serve a tagliare fuori tutta una serie di valutazioni relative ai fatti accaduti ad Aversa negli ultimi giorni e su cui, peraltro, ci siamo già soffermati a lungo in articoli pubblicati durante il fine settimana appena trascorso.

Gimmi Cangiano è sicuramente un simpatico ragazzo. Mo’, ultimamente, si è messo in testa, l’ha anche scritto in un post pubblicato ieri in Facebook e che noi ripubblichiamo in calce a questo articolo, che il sottoscritto e questo giornale vogliano rovinarlo. Ci permetta la battuta, Cangiano: non serve, perché ci riesce molto bene da solo, dando memoria di sé, costruendo la sua identità personale molto più sui flirt con attrici e soubrette, che sulla sua attività politica. Nel senso che di Cangiano si parla per la presunta relazione che avrebbe avuto con la Marini e che avrebbe oggi con la Mendez e non per altro. Detto ciò, tornando a qualche nota di strettissima attualità, sarà anche vero che ieri Antonio Farinaro ha sbagliato nel momento in cui non gli ha risposto al telefono. Ma, benedetto Gimmi, cosa avrebbe dovuto fare uno che ha pensato per tre volte di aver chiuso un accordo con Fratelli d’Italia, di aver costituito un ticket sindaco-vice sindaco con Alfonso Oliva e per tre volte ha visto quest’ultimo attuare una continua trasmutazione bipolare, trovandoselo puntualmente abbracciato ogni sera ai vai Innocenti, Sagliocco e anche a Matacena?

Quando ieri Cangiano ha pensato di cambiare posizione e di portare il simbolo a Farinaro, ha dimenticato che per rendere credibile un fatto del genere uno non chiude definitivamente le porte un secondo dopo la mancata risposta al telefono, sciorinando il comunicato ufficiale che sancisce l’alleanza di Fratelli d’Italia con Matacena. Ma, benedetto ragazzo, Matacena è uno strumento nelle mani del governatore De Luca e del suo dioscuro Giovanni Zannini, che sono gli unici creatori, protagonisti, dominatori della coalizione elettorale. Lo sa lo stesso candidato sindaco che ha voluto incontrare De Luca di persona, prima di accettare.

Glielo abbiamo scritto e anche detto di persona: caro Gimmi, tu sei un simpaticone, ma con te riusciamo a parlare anche con un certo interesse, di tette, di culi, non di politica. Ma è mai possibile che un deputato eletto nel maggioritario quale rappresentante del centrodestra di governo non è stato, in un anno e mezzo, in grado di costruire uno straccio di relazione, rapporto politico, professionale, con persone della città normanna, con professionisti interessati alla linea politica nazionale di Fratelli d’Italia, magari da coinvolgere, da presentare nei palazzi ministeriali, da far partecipare come ospiti, o anche in audizione, ai lavori delle commissioni parlamentari, coinvolgendoli al punto da potergli poi chiedere un impegno elettorale diretto su Aversa. E’ mai possibile che un deputato al Parlamento nazionale, si trovi ad essere ostaggio della fisica dell’inaffidabilità e della metafisica del pensiero “ammiscato”, caratteristiche orami indiscutibili e irreversibili dell’Alfonso Oliva. Un leader vero acchiappa Oliva e gli dice che può rappresentare da vicesindaco e da assessore con deleghe pesantissime il partito nel futuro governo della città, dandogli in questo modo una chiara connotazione di centrodestra. Gli garantisce piena copertura politica, dopo avergli spiegato i motivi per i quali non si sono create le condizioni affinché fosse lui il candidato sindaco, che poi è una cosa che in politica succede spessissimo, e non per questo uno dal centrodestra sposta il simbolo del partito affianco a Vincenzo De Luca e al suo fedelissimo Giovanni Zannini.

Glielo spiega, poi glielo rispiega e, infine, di fronte all’imbizzarrimento da ronzino di rodeo, non riducibile a più miti ragioni, ne prende atto e va avanti utilizzando i poteri di presidente provinciale del partito. Ma per fare questo, cioè per fare il leader, deve essere in grado, ripetiamo per l’ennesima volta, di mettere insieme una lista che poi collocherà nella posizione più adatta al mantenimento, alla conservazione dell’identità politica del centrodestra che già soffre del problema dei voti acquisiti in fitto da Fulvio Martusciello, da De Luca e Zannini per le prossime elezioni europee, in un’operazione che la dice lunga su quello che è l’attuale stato morale in Campania del partito fondato da Silvio Berlusconi.

Ecco perché il tentativo effettuato una domenica pomeriggio, in maniera raffazzonata, fanfarona, non è credibile, facendo balenare un elemento di pretestuosità il fatto che dopo 8 squilli di telefono, non coronati da una risposta di Antonio Farinaro (e, ripetiamo, se questi non ha risposto di proposito ha sicuramente sbagliato), venga fuori un comunicato stampa in cui si ufficializza l’attribuzione del simbolo della Meloni ad Alfonso Oliva, autore di un accordo con due soggetti che davanti all’intero corteo organizzato a Roma dallo stesso governatore De Luca, hanno dato della stronza a Giorgia Meloni.

Cangiano è un simpatico ragazzo, ma la politica è un’altra cosa. Un vero uomo politico, infatti, riesce a tracciare mentalmente, a priori, un percorso verso un obiettivo che esula anche dalle persone coinvolte in un fatto politico ma che, comunque non può non rispecchiare la responsabilità che il partito di maggioranza relativa in Italia, il partito più forte del centrodestra, ha la necessità di assumersi non solo a Roma, ma in ogni angolo del Paese e in ogni elezione riguardante comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti.

Se Cangiano, in verità con molto coraggio, ha detto in un discorso in cui sembrava veramente mostrare qualche miglioramento delle sue sinapsi ricettive, che Fdi è in contrasto con il sistema di potere costruito da Giovanni Zannini in questa provincia e poi ci si va ad alleare nella seconda città della citata provincia, mettendosi insieme a chi lo stesso Alfonso Oliva ha combattuto per 5 anni, salvo poi trangugiare l’intero pacchetto degli Innocenti, dei Luciano e Francesco Sagliocco, di Federica Turco, di Olga Diana e compagnia in un’operazione troppo comica per essere considerata anche con la severità di chi combatte il trasformismo, ci spiega qual è la ratio di tutto ciò, ci spiega perché si offende ogni volta che scriviamo beffardamente di lui?