CAPUA. La facente funzioni De Ruvo colpisce i tavolini di diversi bar dopo aver violato un ordine di servizio su quelli della Giacobone, nuovo Marchese del Grillo: “Io sono io, e voi non siete un cazzo”

15 Aprile 2024 - 18:01

Ma che posto è mai questo, il Nicaragua di Anastasio Somoza? Ormai su questa vicenda si consumano soprusi, ingiustizie, prevaricazioni reati di omissioni di atti d’ufficio su cui nessuno indaga. La grande “rivale” spedita nei locali da colpire a pochi giorni di distanza dalla notifica dello sfratto esecutivo

CAPUA (g.g.) Ci sono arrivate alcune segnalazioni da Sant’Angelo in Formis. Un fatto naturale, ovvio, visto che provengono da titolari di locali della somministrazione, coinvolti nei giorni scorsi dai controlli della polizia municipale di Capua che ha comminato ai loro danni delle sanzioni in quanto non in ordine con i pagamenti della Tosap

Lo hanno segnalato a CasertaCe perchè noi, da mesi, portiamo avanti una battaglia contro quello che ci appare un vero e proprio sopruso senza precedenti, consumato a partire dal 16 febbraio scorso e che parte da una condizione assolutamente, indiscutibilmente illegale, relativa al Bar Giacobone, che reca proprio il cognome della vice sindaca, Marisa Giacobone, che di quel bar è comproprietaria con la sorella, Candida Giacobone, e con la madre di entrambe, al signora Maddalena Lena Buglione che esercita la funzione di amministratrice unica e legale rappresentate della società proprietaria dell’esercizio.

Illegale perché, in conseguenza degli articoli di CasertaCe il giorno 27 febbraio la sindaca, pardon la vice sindaca – ormai siamo freudiani su questa cosa – ha presentato allo Sportello Unico per le Attività Produttive una richiesta di regolarizzazione relativa alle strutture esterne del bar ossia tavolini, sedie, ombrelloni e fioriere. In

pratica la vice sindaca ha ammesso di aver violato la legge e in 24 ore, in sole 24 ore, a fronte dei mesi che alle volte il Suap di Capua si prende per rispondere a queste istanze, si è garantita un vero e proprio colpo di spugna, un’ autorizzazione scritta ad hoc e nella quale si fa riferimento a molto generiche normative vigenti come limite delle attività svolte dal bar Giacobone.

Normative vigenti che nonostante siano così generiche e ad ampio spettro interpretativo, questo esercizio, riesce sfrontatamente, ancora oggi a violare, senza che nessuna autorità di polizia giudiziaria contesti alcunchè facendosi in questo modo beffe del citatissimo n 3 comma 3 dell’ articolo 20 del Codice Della Strada a cui CasertaCe ha dedicato decine di articoli uno dei quali, diciamo uno a caso, mettiamo a disposizione di quei pochi lettori che non cin hanno mai letti su questa autentica porcheria, (CLIKKA E LEGGI) questo autentico abuso di potere perpetrato con la complicità politica istituzionale del sindaco Adolfo Villani, dell’assistente capo oggi comandante facente funzioni Patrizia De Ruvo, della dirigente o facente funzioni del Suap, Raffaella Esposito e della segretaria comunale Renata Gallucci. Nel link che vi abbiamo proposto leggerete perchè, ancora oggi, quei tavolini e quelle sedie, quegli apparati che il bar Giacobone ha posizionato nel marciapiede di fronte sono illegali.

Ma oggi, ragionando sull’azione beffarda subita da alcuni esercenti di Sant’Angelo In Formis, bisogna ritornare sulla fatidica data del 16 febbraio. Quella in cui l’allora comandante dei vigili urbani, Carlo Ventriglia, scrisse, nel pieno esercizio delle sue funzioni, un ordine di servizio alla sua assistente capo, affinchè questa con i poteri di polizia giudiziaria, stendesse un rapporto formale agli uffici preposti del Comune sulla dislocazione degli apparati esterni del bar Giacobone, collegando il verbale prima di tutto al già citato n3 comma 3 dell’articolo 20 del codice della strada e poi ad una serie di normative vigenti sui dispositivi di accoglienza esterna di bar, ristoranti ed altri locali, fino ad arrivare ai due articoli del codice penale che forniscono a questi insediamenti non conformi la veste di reato vero e proprio.

Quella procedura avrebbe dovuto necessariamente determinare una sospensione temporanea dell’attività esterna del bar Giacobone, una ricollocazione di tutti gli impianti, di quelle sedie, di quei tavolini, investendo anche il sindaco della potestà di verifica sull’esistenza di eventuali e aggiuntivi problemi di ordine pubblico come possono tranquillamente essere quelli legati ad un marciapiede totalmente occupato e totalmente inibito al passaggio dei pedoni, non ne parliamo poi dei diritti dei disabili per i quali quella roba li si configura come una vera e propria barriera architettonica edificata ex novo e per non parlare neanche di chi serve a quei tavoli ed è costretto ad attraversare la strada aperta al traffico veicolare da ambo i lati, con seri, possibili profili di violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro.

Abbiamo scritto almeno 20 volte che qualcuno, al Comune di Capua, è indagabile per il reato di omissione di atti d’ufficio ai sensi dell’articolo 328 del codice penale. (CLIKKA E LEGGI)

L’assistente capo De Ruvo, qualche giorno prima di ricevere l’ordine di servizio dal suo comandante Carlo Ventriglia, aveva posato, addirittura in divisa, come si può vedere nella foto che campeggia su quest’articolo, all’interno del bar Giacobone facendosi immortalare insieme alla vice sindaca, travisata per carnevale da topolina, dimostrando dunque, un rapporto di grande amicizia, di grande confidenza, di grade familiarità, che l’aveva indotta a portare una divisa che rappresenta la Repubblica Italiana, attraverso una sua diramazione costituzionale, qual è un Comune, all’interno dell’attività economica privata della vice sindaca di Capua.

Ad oggi, non abbiamo saputo – e a questo punto figuriamoci, serve a poco visto che la Giacobone sta al Comune tantissime ore al giorno e quindi può succedere di tutto e di più – se, com’è largamente improbabile, la De Ruvo abbia rispettato l’ordine di servizio di Ventriglia o se al contrario non l’abbia rispettato, mettendosi in una condizione che potrebbe largamente integrare il compimento del reato di omissione di atti d’ufficio.

Ora, è mai possibile che un corpo dei vigili urbani delegittimato in misura peggiore a quanto non lo sia un guardaspalle di un “dittatorello” di una Repubblica delle banane centro americana degli anni 70, se è mai possibile che una comandante facente funzione la quale di fronte ad una illegalità evidente, confessata poi dopo dalla stessa vice sindaca nel giorno in cui si è recata al Suap, possa assumere l’iniziativa di mandare un vigile o una vigilessa, anzi diciamocela tutta. ha mandato Miriam D’Amico attorno alla quale spira un’aria di vendetta, di regolamento di conti come dimostra la solerzia del provvedimento di sfratto esecutivo notificatole (CLIKKA E LEGGI) all’indomani di una denuncia che questa avrebbe presentata per l’altra stranissima faccenda dei vigili urbani convocati individualmente dalla segretaria comunale e come dimostra in altri esercizi, in altri bar della città o della frazione di Sant’Angelo In Formis per contestare il mancato pagamento della Tosap

E’ una cosa insopportabile che consegna a questa amministrazione la targa del sopruso, dell’arroganza e dell’abuso di potere, della serie siccome il bar è mio che sono la vice sindaca di Capua, me ne fotto delle leggi e ancora oggi occupo l’intero marciapiede nonostante che il codice della strada all’articolo 20 comma 3 n. 3 mi consenta di occuparne la metà lasciando libero e aperto al passaggio dei pedoni l’altra metà.

Io, Marisa Giacobone, sono come il marchese del Grillo e allora siccome “io sono io e voi non siete un cazzo(CLIKKA E GUARDA LA CELEBERRIMA SCENA) io faccio quello che mi pare” e voi, che non siete un cazzo, – questo è il concetto che emerge dalla vicenda-, siccome non avete pagato la Tosap avrete un verbale e dovrete togliere temporaneamente le sedie.

Una nostra conclusione: siamo sicuri che nessuno lo farà mai ma noi che siamo fumantini, altro che leoni da tastiera, andremmo, se ci trovassimo nei panni dei titolari dei locali sanzionati nei giorni scorsi, sotto al Comune di Capua, con i forconi, perchè questo merita il potere quando si trasforma in ingiustizia, quando diventa arrogante, iniquo, e avvezzo al sopruso