MARCIANISE. Velardi era oro: una cascata di quattrini alla coop di Pasquale Marino, made in Frattolillofecondo. Combinazione dopo il ribaltone del loro consigliere Salvatore Raucci che ha tradito il popolo sovrano

13 Aprile 2024 - 11:45

Se credete che questo titolo sia troppo severo, leggetevi la delibera di giunta dello scorso 6 marzo che pubblichiamo in calce a questo articolo e diteci voi dove vedete la manifestazione di interesse e dove vedete una procedura di autentica concorrenza tra diverse offerte. Il sindaco si tiene la delega ai Servizi sociali e la “solita” Franca Nubifero comanda tutto.

MARCIANISE (g.g.) Ci sono diverse cose che non quadrano nella delibera n. 30 del 6 marzo scorso della giunta comunale di Marcianise.

Prima di segnalarle ai nostri lettori, una brevissima riflessione. Sapete qual è la misura della degenerazione nella gestione della cosa pubblica da parte della politica locale e, in questo caso, da parte della politica marcianisana? E’ che un fatto di civiltà, di progresso, di avanzamento sociale, un punto nodale del welfare, ossia dello stato sociale, viene messo in secondo piano dal modo equivoco con cui i soldi, ossia le risorse pubbliche, frutto dei pesanti versamenti che i contribuenti fanno all’interno delle casse dello Stato, che poi utilizza parte di questi soldi per dislocar risorse nel forziere comune dell’Unione europea, o in quello delle Regioni, vengono collocati dai consumatori finali, ossia dai Comuni e, nel caso specifico, dal Comune di Marcianise. Accade dappertutto e, ripetiamo, i tanti casi costituiscono il segno tangibile di una classe dirigente fradicia fino al midollo.

Un altro passaggio lo dedichiamo ad una questione che dalla delibera di evince, si deduce pur non rappresentandone la spina dorsale: ha deciso di tenere per sé la delega ai Servizi sociali il sindaco Antonio Trombetta, il quale un paio di settimane fa, con grande sprezzo della buona creanza amministrativa, del buon costume civile, è andato addirittura a legittimare nella loro sede quelli del Consorzio Idrico, o Itl spa che dir si voglia, colpiti recentemente dagli strali pesantissimi dell’autorità nazionale per la concorrenza e il mercato, in pratica l’Antitrust, ma dove il nipote Gabriele Trombetta, grazie a Giovanni Zannini, ha guadagnato e forse guadagna ancora, a colpi di consulenze, tanti soldi in incarichi.

Ora, siccome ormai è noto che il sindaco Trombetta utilizza diverso tempo della sua giornata allo specchio, per cercare di abituarsi alla formidabile idea e alla ancora più formidabile immagine di quella fascia tricolore che lo cinge e lo avvolge, ha, in pratica, devoluto il potere reale dei servizi sociali, di quello che è un pozzo profondissimo pieno di quattrini, quali sono i Servizi sociali, alla dirigente Franca Nubifero, passata alla storia per essersi autoattribuita una posizione organizzativa, creando, di fatto, un nuovo istituto del diritto amministrativo.

Per carità, niente di personale con la signora Nubifero, ma si tratta di una tuttofare che abbiamo ben conosciuto ai tempi dell’amministrazione di Antonello Velardi e che, in tante occasioni, non ha convinto nella sua attività, come abbiamo scritto in tanti articoli, sempre rispettosi nei suoi confronti, attraverso argomentazioni tanto lunghe e articolate da spossare molti dei nostri pomeriggi. Ciò è accaduto non certo per un trattamento ad personam, ma perché chiunque subisca rilievi da questo giornale ha il diritto sacrosanto di leggere con profondità argomentativa e con articolazioni intense i nostri punti di vista, le nostre motivazioni e una delle più grandi delusioni di questo sindaco della bontà, della bonarietà, è stata quella riguardante le sue risposte laconiche, banali, consistenti in semplici insulti senza un briciolo di replica e di confutazione argomentativa, in opposizione a quello che noi abbiamo sempre, al contrario, profondamente argomentato.

In queste cose abbiamo saggiato la sua mediocrità di politico e di amministratore.

E veniamo al corpo della delibera. Sulla carta, perché c’è scritto, si tratterebbe di un avviso pubblico di civiltà, ossia finalizzato a trovare un soggetto abilitato, secondo la legge, per erogare servizi alla famiglia, che permettano alle donne di poter esplicitare in maniera efficace, soddisfacente e per loro stesse gratificante, i ruoli di lavoratrici, di mamme ed eventualmente di mogli. Una serie di servizi sulla carta di qualità relativi all’accoglienza dei figli da 0 a 3 anni in nidi, micronidi e in altri siti di sorveglianza e di accudimento e da 3 a 12 anni in strutture diverse, a partire dalle ludoteche.

Superate le prime righe, prosegui e vai avanti nella lettura della delibera e non trovi più traccia dell’avviso pubblico. Quanti soggetti abilitati vi hanno partecipato? Bohhh

Alla fine della giostra, tutta l’operazione riguardante l’ambito territoriale contrassegnato dalla sigla C05, che comprende il Comune di Marcianise come capofila e quelli di Capodrise, Portico di Caserta, Recale, Macerata Campania e San Marco Evangelista, appare come un affidamento diretto.

Un affidamento diretto attribuito alla cooperativa l’Arca, la quale, come adesso si usa, dà l’idea di attingere i dipendenti da un’azienda di lavoro interinale, che si chiama Credici srl. D’altronde anche l’amministrazione provinciale di Caserta e tanti altri comuni si servono di aziende interinali, ma mai e poi mai abbiamo avuto la soddisfazione di poter scrivere anche solo una volta che le persone assunte non fossero figlie di un meccanismo di tipo proto-clientelare.

Si sa che la Regione Campania, che ha ricevuto questi soldi dall’Ue attraverso i fondi Fse, ha stanziato complessivamente 10 milioni di euro. Ma nella delibera non è indicata nessuna relazione tra questo stanziamento e i soldi che l’ambito C05, dominato da Franca Nubifero, avrà a disposizione per la realizzazione di questo progetto.

Magari non è così, ma le modalità rozze con cui questa delibera è stata scritta, finiscono per tradire, per delegittimare un’eventuale buona fede, un eventuale procedimento ortodosso, culminato con la scelta della cooperativa l’Arca, quella in grado di presentare l’offerta realmente più convincente rispetto alle altre, sia da un punto di vista tecnico-operativo, sia da un punto di vista economico. E allora, a noi di CasertaCE cosa rimane, se non possiamo dire “ok, l’Arca ha presentato l’offerta migliore, tutto è avvenuto alla luce del sole e dunque non conta assolutamente niente andare a sottolineare chi sia, di fatto, il dominus di questa coop?”. Rimane, come sta capitando sempre, negli ultimi tempi, a Marcianise, la sottolineatura di chi, in apparenza con grande facilità, con troppa facilità, si è aggiudicato questa torta imbottita di soldi pubblici. Trattasi di Pasquale Marino. Si è candidato nella lista messa insieme da Telia Frattolillo, storica protesi politica dell’ex sindaco Filippo Fecondo. Si è impegnato nella lista che ha eletto, come suo unico consigliere, Salvatore Raucci, cioè l’ultimo grido dei ribaltonisti marcianisani, cioè di quelli che prendono i voti in appoggio ad un sindaco e li vanno poi a svendere politicamente a chi le elezioni le ha mezze vinte, come Antonio Trombetta, in modo da far quadrare i numeri del consiglio comunale e da tenerlo in vita grazie al sostegno di chi, al contrario, è stato delegato dai cittadini per svolgere la funzione dell’opposizione democratica

Di fronte a una delibera del genere, tanto piena di buchi e di passaggi equivoci, come fai a non affermare almeno che possa avere un tratto di verosimiglianza, che possa essere meritevole di approfondimento il dato sull’esistenza di un accordo sottobanco tra il sindaco Trombetta, neo zanniniano confesso, e dall’alto lato l’ex sindaco Filippo Fecondo, con grossi interessi professionali nell’area ex Siemens dei Barbarano e anche con Pasquale Marino, patron della coop l’Arca.

E’ un diritto, anzi un dovere ipotizzarlo. E’ un diritto e un dovere esplorare questa possibilità.