118 VICINO AL COLLASSO. Stamattina un’ambulanza ferma perché non c’erano più infermieri. Un 54enne muore di infarto e…

29 Ottobre 2020 - 21:51

Oltre al problema strutturale del Covid, ci sono delle specificità, delle carenze che arrivano da lontano e che con questa emergenza stanno letteralmente esplodendo

CASERTA (g.g.) – I dati pesantissimi del contagio da Coronavirus rappresentano, già di per se, un fattore determinante per mettere in crisi un sistema sanitario nazionale e, per quel che ci riguarda, un sistema sanitario regionale i quali, Covid o non Covid, non valgono certo quelli degli altri paesi europei e quelli delle democrazie occidentali di oltre oceano.

Se il Covid, dunque, mette in difficoltà Francia, Germania, Olanda, figuriamoci cosa possa fare qui da noi di qui a poco se i numeri rimarranno questi e se conseguentemente quella minima parte di sintomatici, che si registra ogni giorno in rapporto al 90% e più di asintomatici, dovesse mantenere questo trend o addirittura accrescerlo.

Se è vero questo, e ancor più vero forse che le carenze storiche, strutturali, causate dalla malagestione di decenni della sanità campana sono destinate a drammatizzare la nostra situazione di allarme fornendo ad essa delle specificità, collegate alle particolarissime croniche criticità di un meccanismo che ha orientato sempre i suoi investimenti alle necessità della politica, della lottizzazione e agli interessi elettorali di questo o di quel partito, mai e poi mai, invece, alle ragioni della meritocrazia, dell’efficienza, della performance.

Quello che sta succedendo, ogni notte col servizio di emergenza 118, lo state, ovviamente, leggendo solo su Casertace. Ormai siamo arrivati ad una situazione limite in cui mancano gli infermieri anche per garantire il minimo indispensabile che consenta a tutte le ambulanze di funzionare più o meno regolarmente. Per cui, giusto per fare un esempio fra tanti, l’ambulanza del presidio del 118 di Capua, non è uscita per l’intera mattinata odierna, perché erano disponibili solo un medico e zero infermieri. D’altronde, la necessità di assumere tanti paramedici dei servizi sanitari diretti sta desertificando gli organici della Misericordia, che prima poteva rappresentare per tanti una sorta di male minore rispetto alla disoccupazione, mentre oggi, con le nuove assunzioni di emergenza, in tanti stanno scappando via dalla miseria dei 500-600 euro al mese per turni che dall’inizio del Covid sono stati finanche lunghi 24 ore consecutive. Va da se che nel territorio si rischia e si rischia tanto di rimetterci la pelle molto di più di quanto non si rischiasse l’anno scorso. E non ci riferiamo solamente al Covid ma anche alle altre patologie, che finiscono per essere trascurate. Stiamo, ad esempio, approfondendo i contorni della morte di un 54enne di Alife, colpito oggi da infarto, allo scopo di comprendere se l’intasamento totale delle linee 118 abbiano potuto influire sui tempi di soccorso com’è successo qualche settimana fa a San Marcellino.

Naturalmente, l’impiego di personale molto giovane, che va a sostituire chi lascia il posto per migliorare la sua condizione professionale, riduce ulteriormente la qualità di un servizio, che sia all’esterno che all’interno della sala operativa di Caserta, poggia sul sacrificio, ormai epico, di quei pochi operatori esperti rimasti in servizio e che mettono a disposizione una loro attitudine alla generosità.

Terremo sotto stretto controllo l’evoluzione degli eventi.