S.MARIA C.V. ALLE ELEZIONI. Evviva i puri di cuore: Zannini schiera con Mirra il trio delle meraviglie Carlo Raucci-Mazzotti-Enzo Natale

19 Luglio 2021 - 18:49

Saranno i padri nobili, anzi nobilissimi, della lista che il consigliere regionale che ormai si accoppia solo per istinto biologico, sta mettendo in piedi impegnando gli estri dei vari Omero Simone, Fabio De Lucia, Baldassarre e…

 

 

S.MARIA C.V. – Una tournée ancora più trionfale di quella che Eva Duarte, in arte Evita, realizzò in tutta l’Argentina, rendendo quasi plebiscitario il consenso per l’allora neo-marito Juan Domingo Peron.
Riteniamo che l’attuale dimensione della sua autostima sia tale da consentirgli di avvertire sensi di soddisfazione, di auto-compiacenza, nel momento in cui diciamo che Giovanni Zannini è come Peron: dove arriva, conquista consensi.
Però, se da un lato la similitudine ha qualche validità relativamente all’effetto, è assolutamente infondata quando andiamo a valutare la causa.
Quello dei descamisados, infatti era un popolo di poveri, che però guardavano al futuro con fiducia, con entusiasmo.
E comunque fu necessaria un tipo di oratoria non semplice per attivare quella che ancora oggi è considerata una delle onde più imponenti del consenso populista.
Attorno a Zannini, invece, non si intravedono i descamisados, semmai soggetti che la camicia se la tolgono di notte perché necessitati dal caldo che li opprime e dalle temperature che molto spesso toccano quote che un termometro normale non riesce neppure a fissare.
Fino a qualche giorno fa abbiamo parlato dello scouting zanniniano in molti Comuni dell’agro aversano, nella stessa Aversa e poi ancora di tutto ciò che sta accadendo tra Mondragone e dintorni.

Seguendo le tracce delle prossime elezioni comunali, è facile incrociare anche le caratteristiche dei suoi nuovi arruolati e di quelli che, essendo arruolabili, sono destinati ad associarsi.
Beh, a Santa Maria Capua Vetere la lista di Zannini avrà tre padri nobili (si fa per dire).
E figuriamoci se gli ingegneri Carlo Raucci e Maurizio Mazzotti, più Mister Bingo Enzo Natale, imprenditore di Casal di Principe trapiantato tra Casagiove e Santa Maria si offenderanno per questo nostro “si fa per dire”.
Leggono gli articoli di questo giornale e di quelli in cui ho lavorato in passato da decenni.

Magari si sono fatti il sangue amaro in qualche circostanza, ma poi avendo visto che nulla gli succedeva, neanche quando una montagna di intercettazioni telefoniche sembrava inchiodare Mazzotti e, di riflesso, Raucci, quali spin doctor di quello che agli occhi dell’allora Pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, oggi riferimento della Dda di Salerno, Silvio Marco Guarriello, era il comitato d’affari in servizio effettivo e permanente nelle stanze dell’Ufficio Tecnico del Comune di Santa Maria.
E anche su Enzo Natale non è che possiamo star qui a rispiegarvi le tante cose che l’hanno coinvolto, a partire dalla porcata delle porcate, realizzata a suo tempo proprio in combutta con Mazzotti, cioè l’orrenda operazione immobiliare di via Martiri di Nassiriya, dove nonostante due sentenze tombali del Tar e del Consiglio di Stato, quello che doveva essere un insediamento di strutture ad uso pubblico, è diventata una speculazione, visto che vi sono nati bar, studi commerciali e anche qualche appartamento di residenza.
E che ci fa il tridente della nazionale italiana Campione d’Europa: Carlo Raucci, Maurizio Mazzotti ed Enzo Natale sono come quegli ingredienti, quei condimenti, che trovano totale armonia con la pietanza a cui sono associati.
Per usare un modo di dire, Natale, Mazzotti e Raucci associati a Zannini, sono “la morte sua”.
Nati per stare insieme e tutto sommato ritrovatisi anche fin troppo tardi rispetto ad una inerzia biologica che avrebbe dovuto metterli in batteria di azione politica e imprenditoriale già da diversi anni a questa parte.
La lista? Fabio De Lucia, Omero Simone, il commercialista Merola, Trepiccione, quel fuoriclasse di Baldassare, di cui tanti ci siamo occupati in questi anni per le sue attività professionali, che hanno intersecato la potestà istituzionale dell’amministrazione e dello stesso consiglio comunale.
Tutti in appoggio al sindaco Antonio Mirra, il quale, rispondendo, nei giorni scorsi, alle accuse formulate dalla Emilia Borgia, nel momento in cui si è ritirata dalla contesa, ha detto che lui è il garante della legalità, sfidando l’avvocatessa ad andare in Procura con lui per denunciarlo.

Parole che lasciano il tempo che trovano e che appartengono alla dialettica pre-elettorale, perché al sindaco Antonio Mirra abbiamo già scritto molte volte che le modalità con cui lui è diventato primo cittadino e le sue scelte dei primi giorni non ci hanno convinto.

Ma questo è un discorso che affronteremo con serietà e rispetto per ognuna delle persone delle istituzioni a cui ci riferiremo, associando questo sentimento al rispetto che pretendiamo quando, ai sensi dell’articolo 21 della Costituzione esprimiamo una delle libertà cardinali, impresse già nel 1789 – circa un mese e mezzo dopo la presa della Bastiglia – nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.