Magliocca dice di non essere una testa di legno politica di Zannini. Ci fidiamo(?), ma al momento non sembra: dopo quello di Colombiano, super incarico da 39 mila ad un ingegnere amico del consigliere regionale e di Capriglione
6 Luglio 2022 - 12:36
Partendo da una determina scovata nell’albo pretorio della provincia di Caserta, passando per un articolo del settembre 2018 dedicato al comune capoluogo e alle elezioni al particolarissimo comune di Falciano del Massico, abbiamo potuto ricostruire il giro del supporto elettorale dell’avvocato di Mondragone e del sodale politico Pasquale Capriglione. E l’ingegnere incaricato dall’amministrazione provinciale diventa l’anello di congiunzione
CASERTA (g.g.) – La tesi legittima ed interessante del presidente della Provincia Giorgio Magliocca con cui giorni fa ci siamo confrontati è la seguente: “Io sono il presidente eletto da una coalizione di partiti e soprattutto di movimenti e la tenuta del quadro politico legittimato dal voto del 18 dicembre scorso comporta l’approdo a punti di mediazione con ognuna di queste forze”.
Questo è il Magliocca-pensiero. Le forze in questione si identificano nel gruppo dei Moderati, espressione del consigliere regionale Giovanni Zannini, Noi Campani, riconducibile alle posizioni di Luigi Bosco, ex consigliere regionale e oggi coordinatore regionale del movimento fondato da Clemente Mastella, che aspira anche lui, Bosco, ad un ugualmente legittima candidatura alle elezioni europee, e infine il partito di Italia Viva, quello di Matteo Renzi, rappresentato dall’assessore regionale Nicola Caputo e dal consigliere regionale Enzo Santangelo.
Fuor di politichese, gli equilibri di cui parla Magliocca dovrebbero trovar riscontro negli esiti, cioè nelle parti determinative e deliberative degli atti amministrativi. Magari siamo sfortunati noi, ma in questo albo pretorio, dove ci giriamo ci giriamo troviamo gente collegata a vario titolo a Zannini: il 17 dicembre 2021, giorno precedente, non a caso, a quello delle elezioni, Magliocca, ancora formalmente presidente eletto quale candidato del centrodestra e al tempo coordinatore provinciale di Forza
Se la giornata è quella del 17 dicembre ed è senza ombra di dubbio è proprio quella del 17 dicembre, dunque, eliminando il se e scartando eventuali ma, possiamo affermare con buona pace della fregola querelatrice dello Zannini che quel giorno, proprio quel giorno andavano nominati il nuovo CdA della Gisec e chiusa definitivamente la procedura amministrativa dell’assunzione nell’Ufficio Tecnico dell’ingegnere Alfonso Letizia, mondragonese fedelissimo di Zannini, che quest’ultimo aveva spedito già in quel di Vitulazio, per fare quello di cui abbiamo scritto già e che vi mettiamo a disposizione CLICCANDO QUI, a chi non conosce i fatti. Andavano nominati come fatto cogente.
Siccome non sta scritto da nessuna parte, benché meno sullo statuto della Provincia che il giorno prima delle elezioni il presidente è obbligato a costituire il nuovo CdA della Gisec e ad assumere un nuovo impiegato Categoria D nell’Ufficio Tecnico, vuol dire che dobbiamo cercare altrove, fuori al perimetro della cogenza giuridica. Noi sosteniamo, dunque, che Zannini abbia preteso quelle nomine (il nuovo CdA della Gisec ufficializzato con comunicato stampa salta solo per il lavoro di quei cattivoni di CasertaCe), considerandole una sorta di prova di fedeltà, di giuramento di appartenenza da parte di Magliocca.
Siccome riteniamo di aver svolto ragionamenti lunghi, articolati, densi di elementi documentali, non ritorniamo su quegli argomenti, fermo restando che la nostra cultura ci porta a dire, anche rispetto all’affermazione che uno più uno fa due, che noi di CasertaCe non siamo certo depositari della verità rivelata, attendendo e auspicando al riguardo delle repliche che però, chissà per quale motivo, non arrivano mai, preferendo, con Zannini oggi, quell’altro ieri, il sindaco di Aversa ugualmente oggi, minacce velate espresse da veri e propri cacasotto. Perché questi qua presentano le querele, ma, vale per Zannini come vale per il suo sodale primo cittadino normanno Alfonso Golia, le palle per nominare il sottoscritto e CasertaCe non le hanno. Perché se fossero certi del loro status di diffamati, non ricorrerebbero alla codina cautela che è proprio di tutti quelli che vogliono evitare di subire querele per diffamazione, cosa che peraltro noi non facciamo, dato che riteniamo di possedere cultura, argomenti ed etica a sufficienza per poter rispondere colpo su colpo agli attacchi subiti.
Esaurita questa prima parte del ragionamento, che parte dall’interessante schema illustratoci da Magliocca, veniamo alla nostra iella. Se è vero, infatti, quello che il presidente della provincia afferma, noi dovremmo incrociare nell’albo pretorio una manifestazione conseguente dello spoil system, foglia di fico che noi utilizziamo qualche volta per non parlare di losca lottizzazione.
Vabbé, per semplificare, su dieci incarichi, cinque vanno a Zannini, per carità, non sia mai detto, lui è il più forte e i voti li sa fare, eccome se li sa fare; tre vanno a Bosco, magari con qualche contentino anche alla consigliera regionale Maria Luigia Iodice e al marito Nicola Scognamiglio, e due, stretti stretti, considerando che comunque Italia Viva esprime un consigliere e un assessore regionale, in quota Caputo e Santangelo.
Noi ci siamo impegnando, in modo da poter dire al presidente Magliocca: “Okay, fai la politica allo stesso modo vergognoso degli altri, ma qui da noi ha ragione nel dire che ha sempre funzionato così dagli anni Cinquanta in poi”. E dunque, aggiungiamo, il Magliocca non è né peggiore, né migliore di ognuno dei suoi predecessori. E noi saremmo disponibili a riconoscergli questa cosa, scordandoci anche di tutto quello che ha combinato l’ingegnere Antonino Del Prete nell’Ufficio Tecnico, scordandoci che lui, Magliocca, gli ha assunto la figlia al comune di Pignataro Maggiore dove è sindaco, e riconoscendogli che almeno la faccia l’ha fatta quando qualche mese fa ha stipulato una sorta di protocollo con ci rinuncia alla possibilità delle procedure lampo per gli affidamenti diretti per importi fino a 150 mila euro.
Il fatto è che siamo sfortunati, oppure il nostro computer è scassato. Perché, dove ci giriamo ci giriamo, troviamo decreti, delibere e determine di chiara forma zanniniana.
La determina che consideriamo oggi non raggiunge per importanza quella resa esecutiva nel D-Day della famiglia Colombiano, capitanata il sindaco di San Marcellino, il più zanniniano tra gli zanniniani, imprenditore edile e tante altre cose ancora, reduce da una vittoria elettorale al suo comune super agevole, come capita spesso soprattutto nei centri dell’agro Aversano, visto che la sua era l’unica lista in campo. Non siamo a quel livello, a livello di un 17 marzo in cui mentre Anacleto Colombiano, fascia tricolore a San Marcellino, veniva eletto alla carica di coordinatore dell’Ente d’Ambito (o Ato, che dir si voglia) per volontà di Zannini, il figlio Nicola beccava da Magliocca un incarico da quasi 18 mila euro. Il 17 marzo, quindi, che dal prossimo anno diventerà il Columbianus Day, che spodesterà la ricorrenza laica istituita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2011, per la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, avvenuta ufficialmente il 17 marzo 1861.
Quindi, l’ingegnere Angelo Manica non si faccia illusioni. Lui non entrerà nella hall of fame degli atti rapaci grazie ai quali la spesa pubblica diventa fattore decisivo, vergognosamente decisivo delle fortune elettorali di questo o di quel politico. Però, però, magari una menzione speciale potrà averla.
Nel settembre 2018 questo giornale pubblicava un articolo (CLICCA E LEGGI) in cui dava notizia di un incarico affidato in forma diretta dal comune di Caserta, con determina firmata dal dirigente Franco Biondi, con cui gli veniva dato un triplo lavoro, un’insalata russa formata dalla progettazione e manutenzione del canile municipale, pubblica illuminazione e come dessert progettazione di manutenzione di strade comunali.
Al tempo, siccome il posizionamento di Zannini e del suo sodale politico Pasquale Capriglione era all’opposizione rispetto al sindaco di Falciano del Massico, Giovanni Erasmo Fava, ritenemmo che l’ingegnere Manica, legato invece a Capriglione dalla comune avversione nei confronti di Fava, fosse arrivata al capoluogo tramite l’intercessione dei buoni uffici di Giovanni Zannini.
Se la donna è mobile, figuriamoci i sindaci. Meno di un mese fa Fava è stato rieletto alla carica di primo cittadino con l’appoggio diretto del consigliere regionale e anche di Capriglione.
La sfortuna di CasertaCE è che ancora una volta l’unico atto degno di nota di questi ultimi giorni in questa lunga sarabanda di incarichi e di affidamenti marcati Magliocca è quello relativo alla direzione dei lavori per l’adeguamento delle strade che da Falciano del Massico, Mondragone e Carinola portano alla stazione ferroviaria che i tre comuni condividono. Un affidamento diretto, quindi deciso in maniera arbitraria dal dirigente firmatario della determina Gerardo Palmieri, dal valore complessivo di 38 mila e 698 euro. Una cifra ridicolmente sotto la quota magica, solo 1.300 euro inferiore alla soglia massima di 40 mila euro per cui un ente appaltante può nominare un professionista in maniera diretta, come previsto dall’articolo 36, comma due, lettera a del codice degli Appalti.
Siccome Magliocca è il presidente della Provincia e noi vogliamo applicare la filosofia, ma anche l’ordinamento di un’amnistia che a Napoli arrivò anni prima di quella ufficiale voluta dal ministro della Giustizia Palmiro Togliatti e che diventò statuto nella canzone notissima, scritta ad hoc e di cui pochi conoscono la ratio, “”Chi a ha avut’ ha avut’ chi ha rat’ ha rat’“, per cui ci scordiamo del rapporto leggerissimamente problematico che Magliocca ha con la sincerità, vogliamo considerare autentica, in buona fede la ricostruzione che ci ha fatto nel momento in cui ha negato di essere una sorta di testa di legno, di prestanome politico di Zannini, così come noi sosteniamo sin dalla fatidica data del 17 dicembre, giorno prima delle elezioni.
Gliela vogliamo dare per buona e magari ci segnalasse lui direttamente, o magari tramite un suo impiegato, della serie qui lo dico e qui lo nego, quelle determine, quei decreti e quelle delibere in cui si capisca che la sua è davvero una maggioranza tripartito, con incarichi e riconoscimenti dati anche in quota proporzionale all’apporto elettorale fornito a quelli di Bosco e a quelli di Nicola Caputo.