Poi, scriviamo “sistema-Zannini” e lui fa le querele: leggete un po’ cosa è successo su un appalto di quasi 3 milioni al Comune di Vitulazio con l’ingegnere poi assunto alla Provincia al grido di…

4 Aprile 2022 - 16:11

In calce all’articolo la determina di assunzione alla Provincia di Alfonso Letizia e il decreto del sindaco di Vitulazio Raffaele Russo per l’assunzione, ex art. 110 del Tuel, dello stesso ingegnere di Mondragone

VITULAZIO (g.g.) Avrebbe detto Mina “mettiamo il caso” che il signor Tizio partecipi a una determinata gara d’appalto, da aggiudicare attraverso il sistema della cosiddetta offerta economicamente più vantaggiosa e che poi, percorso da un improvviso sussulto filantropico, questi si trasformi in un benefattore della comunità, proponendo un ribasso sulla base d’asta del 100%. Diciamo che su 2 milioni e 800mila euro e passa, questo San Francesco dei nostri tempi mette in busta un ribasso di 2 milioni 800mila euro e passa. Un altro partecipante alla stessa gara, invece, lo facciamo diventare l’attore del paradosso opposto, ipotizzando che al contrario del filantropo lui metterà in busta un ribasso di 10 centesimi di euro, pari allo 0,0000 e ancora 0%. Visto questo enorme divario di offerta economica, va da sé che uno sia portato a pensare, ragionando per logica, che la gara sarà aggiudicata al benefattore.

E invece no. La gara la vince quello del ribasso di 10 centesimi. Ciò nonostante il fatto che ad epilogo dell’apertura delle buste dell’offerta economica il punteggio fosse il seguente: 15

punti al filantropo, o,000001 punto allo spilorcio. Quel Comune che ha bandito la gara ha, infatti, stabilito l’attribuzione di un massimo di 15 punti per l’offerta economica, cioè per il ribasso, e ben 80 punti per la cosiddetta offerta tecnica che, come scriviamo ormai da anni e anni, disinnesca totalmente, almeno qui da noi, ogni elemento di effettiva concorrenza nelle cosiddette procedure aperte, attribuendo ai componenti della Commissione aggiudicatrice poteri discrezionali nell’assegnazione dei punteggi  che crescono in misura direttamente proporzionale al divario che viene creato, in sede di bando, tra il peso aritmetico dell’offerta economica e il peso aritmetico dell’offerta tecnica.

E’ chiaro che noi, per sottolineare la questione, siamo ricorsi ad un esempio paradossale, per assurdo, come si suol dire. Ed è anche chiaro che né l’offerta del 100% di ribasso né quella dello 0,0000 e ancora 0% sarebbero mai ammesse, finanche in gare d’appalto bandite dai Comuni casertani. Ma abbiamo lo stesso voluto fare l’esempio, per sottolineare che quando si creano queste differenze nell’attribuzione dei punteggi e quando quello relativo all’offerta tecnica è più del quintuplo di quello dell’offerta economica, se ci andiamo a giocare davanti al giudice una querela per diffamazione, presentata dal sindaco o da componenti della Commissione aggiudicatrice, noi vinciamo e loro perdono. Perché può anche darsi che in questo Paese di Pulcinella possa essere ancora chiamata gara d’appalto ad offerta economicamente più vantaggiosa una roba come questa appena descritta, ma nessun giudice non potrà non convenire che il racconto giornalistico considera come un’anomalia questo dato che sarà pure legale, ma che è criticabilissimo dal punto di vista dell’etica amministrativa. Una vera e propria porcheria.

Ultimamente, da quando ci occupiamo del fantastico mondo diurno e notturno di Giovanni Zannini, ci stanno arrivando tantissime segnalazioni. Noi ne selezioniamo qualcuna privilegiando quelle che evidenziano un metodo sistemico, cioè un meccanismo messo in  piedi dal consigliere regionale di Mondragone, fondato sulla creazione di una vera e propria rete di rapporti, di atti amministrativi che diventano funzionali ad altri atti amministrativi compiuti da soggetti diversi. I casi sono tantissimi e tutto sommato neanche tanto difficili da mettere a fuoco, a partire da quelli a relativi a scambi di esperienze tra funzionari comunali.

80% del punteggio attribuito all’offerta tecnica e solo il 15% all’offerta economica non è un esempio scolastico, al contrario è cio che è esattamente accaduto al Comune di Vitulazio. Anzi, che sta accadendo al Comune di Vitulazio perché si tratta di una gara d’appalto ancora in  fase di aggiudicazione e che vede, allo stato delle cose, in vantaggio nella graduatoria provvisoria il consorzio Stabile Cantiere Italia con sede a Napoli che sopravanza la vecchia e ormai non più ostile conoscenza di questo giornale, la mitica Casertana Costruzioni dell’ottimo Ubaldo Caprio. Già di per sé la struttura di questo bando insospettisce. Perché un sindaco, un’amministrazione comunale, se non hanno nessuna causa da difendere se non quella di accogliere un’offerta complessivamente, realmente vantaggiosa per il proprio popolo, non hanno alcun motivo serio per determinare un divario così ampio dai contenuti tecnici – il cui giudizio è, sostanzialmente, come abbiamo già detto, nelle mani e nella sfera discrezionale della Commissione aggiudicatrice – e l’offerta economica che magari un tempo pure era una  cosa un po’ osé visto che varie ditte spesso si mettevano d’accordo, ma che comunque è fondata su un criterio aritmetico e dunque oggettivo, sicuramente riparato da passioni e simpatie che in ogni Comune o all’interno di ogni centrale appaltante, possono sempre svilupparsi essendo noi uomini fatti di carne.

Secondo capitolo della storia: l’appalto in questione riguarda i lavori per la ristrutturazione e potenziamento dell’impianto di depurazione gestito dai Comuni di Vitulazio, Bellona, Camigliano e Pastorano. In più gli stessi lavori prevedono anche il completamento della rete fognaria del Comune di Vitulazio. Importo previsto: 2 milioni 871mila, 17 centesimi, 350mila tutto compreso a partire dai costi per la sicurezza pari a 103mila 559 euro e 55 centesimi.

Si narra che il sempre efficiente Giovanni Zannini abbia riunito a Ruviano diversi sindaci amici suoi. In quell’occasione, simpaticamente come fa lui e confidando sulle scarse cognizioni amministrative manco se di mestiere facessero i cuochi, delle fasce tricolori presenti, fa passare (e questo ci sta) come una cosa nuova l’attribuzione ai Comuni dei finanziamenti regionali, di origine Por-Fesr 2014-2020, ex parco progetti Arcadis, che sarebbe la società carrozzone della Regione Campania che a un certo punto De Luca ha tolto di mezzo, come rischia di dover fare di qui a poco anche con la ormai famigerata Scabec. In effetti si trattava di progetti presentati dai Comuni anni prima e non sapremo mai se lo sblocco dei fondi disponibili sia stato frutto di una spinta politica dello Zannini o se, invece, questi con un gioco di abilità abbia solo cavalcato un’inezia che comunque avrebbe condotto quei soldi nelle casse dei diversi Comuni.

Poi, vedremo se i soldi li hanno presi solo i Comuni con sindaci amici di Zannini. Ma questa è un’altra storia che al momento non affrontiamo.

Sicuramente al gruppo dei sindaci che hanno guardato quel giorno a Ruviano a Zannini come se si trattasse di un’immagine della Madonna Pellegrina, appartiene Raffaele Russo, di professione avvocato, non proprio un fulmine di guerra nella gestione della cosa pubblica, non certo un fine conoscitore delle procedure amministrative.

Sapete perché scriviamo questo? Lo scriviamo perché sin dai tempi immediatamente successivi a quella riunione di sindaci, Russo si collegò anche da un punto di vista tecnico-amministrativo e non solo da un punto di vista politico, al mondo Zannini.

Correva l’anno 2021, in pratica meno di dodici mesi or sono, e Russo firmava un decreto con il quale assumeva l’ingegnere di Mondragone Alfonso Letizia, vasta esperienza familiare nel settore cave, cemento e calcestruzzo, peraltro complicatamente gestito in passato, come dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, ai sensi dell’ormai, per noi, celeberrimo art. 110 comma 1 del Tuel, 267/2000. I nostri lettori più attenti, i contenuti di questo articolo li hanno imparati a memoria, essendocene noi occupati, anche di recente, in merito a un’altra incredibile vicenda relativa al mondo Zannini-Magliocca avvenuta nei Comuni, anche in questo caso gemelli, di Pignataro Maggiore ed Arienzo che, non a caso, abbiamo fuso in una sola e unica identità, chiamata Pignarienzo. Alfonso Letizia, in forza della nomina ricevuta, avrebbe avuto la possibilità di rimanere in carica fino all’esaurimento del mandato del sindaco Russo, cioè fino all’anno 2023. E invece, a Vitulazio, c’è stato solo per pochi mesi. Sarà stata una coincidenza il fatto che a partire dal giorno 23 luglio, data in cui la Provincia ha pubblicato un altro bando, il Letizia abbia pensato solo al posto fisso. Sarà stato un caso, una coincidenza, una motivazione sopravvenuta rispetto alla volontà di considerare l’assunzione di Vitulazio una cosa più stabile di quella che poi è effettivamente si è rivelata, fatto sta che l’opera di Alfonso Letizia, all’interno dell’Ufficio tecnico del comune caleno, è consistita esclusivamente o, solo quasi esclusivamente nella messa a punto della procedura finalizzata al bando per la gara in questione. E lì Letizia ha dimostato di essere un vero creativo, visto e considerato che una volta appiccicato, come se si trattasse di un fatto ovvio che invece ovvio non è, il requisito dell’urgenza legando questo alla possibile perdita del finanziamento, ha chiuso la partita di una gara di quasi 3 milioni di euro in 20 giorni o poco più.

Sapete come ha fatto? Come fanno tanti suoi colleghi i quali scrivono nelle loro determine delle paroline magiche. Le prime sono “Stazione unica appaltante”. In questo modo, ritengono di farsi schermo dietro ad un velo di presunta legalità precostituita e costituita, visto che la Stazione unica appaltante avrebbe dovuto essere, ma in realtà non lo è mai stata e non lo è neppure oggi, un modo efficace per consentire allo Stato di controllare le procedure delle gare d’appalto degli enti locali affinché non fossero segnate, se se campa cavallo, da imbrogli e da infiltrazioni criminali; la seconda parolina magica, foglia di fico in grado di nascondere ogni vergogna e ogni nefandezza è “Mepa” che sta per Mercato elettronico della pubblica amministrazione, un elenco di imprese certificate da un presunto marchio di legalità apposto dallo Stato, visto che questo Mepa abita nelle stanze del ministero dell’Economia salvo poi scoprire che oggi, 4 aprile 2022, la cooperativa Quadrifoglio del signor Luigi Lagravanese di Casal di Principe è presente viva e vegeta nel Mepa e grazie alle chiamate dirette della dirigente del Comune di Aversa Gemma Accardo si aggiudica dentro all’Ambito sociale intercomunale, affidamenti nonostante questa società e ovviamente Lagravanese siano sottoposti ad un’indagine della Dda.

Ma in questo caso, cioè nel caso di Vitulazio, non vogliamo neppure maliziare fino a tanto. Ma cavolo, una gara di 2 milioni e 800mila e passa euro è aperta per legge ad imprese che operano all’interno di ognuno dei 27 Paesi appartenenti all’Unione Europea. Ora, è vero che l’impresa matrioska con sede a Bratislava, in Slovacchia, può potenzialmente iscriversi al Mepa italiano, ma se uno vuole realmente aprire la strada ad un’aggiudicazione di concorrenza e, dunque, vantaggiosa par il popolo dei propri concittadini che sono anche contribuenti non apre alla partecipazione delle sole imprese iscritte nel Mepa. Perché, con la scusa della legalità, questo è un altro modo attraverso cui, volontariamente ma anche involontariamente, vogliamo anche dire che Letizia sia stato in buona fede, si riducono fortemente gli spazi della concorrenza e, confermando sempre la buona fede, si offre involontariamente il fianco a sospetti, pensieri approfonditi che magari non saranno dimostrabili ma che poggiano su solide basi di verosimiglianza. Se si vuole difendere la legalità, se si vuol operare nel suo nome realmente, non serve assolutizzare integralisticamente la pregiudiziale-Mepa. Lo si fa attraverso l’attenzione, le verifiche che un dirigente comunale o un sindaco possono tranquillamente realizzare presso gli uffici della loro Prefettura.

Dunque, questa gara, sin dalle sue battute iniziali, convince poco, molto poco.

Post scriptum: conoscete l’andamento degli ultimi mesi dell’anno 2021 trascorsi dall’ingegnere Alfonso Letizia, naturalmente in quanto ingegnere e non in quanto Alfonso Letizia? Il giorno 17 dicembre, quando mancavano poche ore all’apertura delle urne delle elezioni provinciali, il segretario generale dell’amministrazione provinciale ha trasmesso ufficialmente al dirigente del settore Personale e Organizzazione, Aniello De Sarno, i verbali della procedura concorsuale per l’assunzione di un nuovo dirigente di categoria D nell’Ufficio tecnico della Provincia, quello per intenderci in cui ha impazzato per anni il ben noto Antonino Del Prete. Quei verbali sancivano, con tanto di pubblicazione di graduatoria, l’affermazione di Alfonso Letizia.

Ricordate le nostre battute sulla “pezza e sul sapone” collegate al particolarissimo rapporto e al particolarissimo confronto di quelle ore tra Giovanni Zannini e Giorgio Magliocca? Il 17 dicembre fu anche il giorno in cui fu varato, con tanto di comunicati ufficiali, il nuovo cda della Gisec, franato a causa dei nostri articoli, salvo poi ripalesarsi con la nomina alla presidenza del sindaco di San Cipriano Vincenzo Caterino in sostituzione di quell’avvocato De Benedictis che fortunatamente cominciò a ragionare al cospetto di questi nostri scritti.

Il 17 dicembre e non il 18, o il 19, o il 20. Come dire: qua la pezza degli accordi politico-clientelari stipulati, caro Magliocca, e qua il sapone costituito dai voti che usciranno il 18 dicembre, ma solo a cose fatte, solo a operazione Gisec ultimata e ad assunzione di Alfonso Letizia ufficializzata.

Cose fatte, una declinazione al plurale. La prima “cosa fatta” era quella di Gisec, la seconda la trasmissione ufficiale dei verbali della Commissione esaminatrice che sanciva l’assunzione a tempo indeterminato con il rango di dirigente dell’ingegnere Alfonso Letizia di Mondragone che qualche mese prima era passato come un baleno nelle stanze del Comune di Vitulazio con il suo mordi e fuggi consistito nella pubblicazione del bando di cui abbiamo così carinamente trattato in questo articolo.

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