CONSORZIO IDRICO & RICOTTE. Ci correggiamo: convocare l’assemblea per la trasformazione in spa senza consentire ai consigli comunali di deliberare è assolutamente il-le-ga-le e VI SPIEGHIAMO PERCHE’

9 Settembre 2022 - 13:47

Troppo mite e gentile la lettera scritta al prefetto e al presidente Di Biasio dal sindaco di Portico Giuseppe Oliviero. Non siamo stati dunque puntualissimi nell’approfondire la combinazione tra quell’articolo 115 comma 7 bis del Tuel con il quale “quelli del consorzio” cercano di confondere le acque e di nascondere le necessità della procedura, e l’articolo 42 comma 2 lettera e dello stesso Tuel che impone ai consigli comunali di pronunciarsi su materie come questa

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Come anticipato nell’articolo da noi dedicato ieri sera alla spericolata e, a nostro avviso, anche spregiudicata operazione di trasformazione del consorzio idrico Terra di Lavoro in una società per azioni (CLIKKA E LEGGI TUTTI I DETTAGLI E I MOTIVI) torniamo ad occuparci di nuovo di questo agomento per precisare, per meglio calibrare quella combinazione normativa che, sempre nell’articolo di ieri sera, avevamo interpretato, se non in senso favorevole, all’impostazione data dal presidnete Pasquale Di Biasio e dagli architetti di questa operazione, quantomeno fornendo ai nostri lettori l’idea che la convocazione dell’assemblea consortile, fatta a stretto giro di tempo per venerdì prossimo 16 settembre in prima convocazione e per lunedì 19 settembre in seconda convocazione, fosse giuridicamente praticabile ancorche vergognosa.

E siccome, su questo secondo aspetto ci sarebbe da dire che nulla di nuovo transita sotto al cielo delle nefandezze compiute da questo gruppo di personaggio, è chiaro che il discrimine giuridico diventa, dal punto di vista giornalistico, un fatto con un peso specifico più rilevante della constatazione su quanta ricotta venga prodotta nelle stanze consortili dato che non occorreva certo questa notizia per averne, totale, indiscutibile consapevolezza.

Studiando allora meglio di come l’abbiamo esaminata ieri la normativa ed essendoci noi accorti di non aver messo correttamente in combinazione l’articolo 115 , comma 7 bis del Tuel 267/2000, con l’articolo 42, comma 2 lettera a dello stesso Tuel, abbiamo affermato qualcosa che in realtà e, a questo punto, in tutta evidenza, non è esatta.

Insomma, la convocazione dell’assemblea del Consorzio idrico va considerata in maniera differente e sicuramente peggiorativa rispetto a come l’abbiamo esposta e commentata ieri sera.

Un blitz, un blitz corsaro che punta sul fatto che i consigli comunali, riattivati dopo la pausa estiva, non abbiano la prontezza per esercitare un proprio diritto, una propria facoltà che, se considerata dal punto di vista della responsabilità isituzionale, si traduce in un vero e proprio obbligo.

Nella lettera scritta al prefetto di Caserta, allo stesso presidente del Consorzio, al collegio dei revisori dei conti (campa cavallo, ve lo raccomandiamo l’organo di controllo!) dal sindaco di Portico Giuseppe Oliviero, si apprende che questi chiede una sospensione dei termini della convocazione dell’assemblea consortile in modo da consentire ai consigli comunali, qualora gli stessi siano convocati per la bisogna, ai soci del consorzio di pronunciarsi sulla posizione che il sindaco o un suo rappresentante, dovrà tenere, in sede di assemblea, sulla proposta di trasformazione del consorzio idrico in società per azioni.

Siamo stati un pò ingannati dalla formula soft tipica di un uomo comunque molto educato, e molto mite qual è senza ombra di dubbio il sindaco di Portico Giuseppe Oliviero. Lui sostiene infatti che se l’articolo 115 comma 7 bis del Tuel sancisce che la teasformazione di un consorzio in società per azioni è adottato a maggioranza dell’assemblea consortile (quella qualificata di due terzi delle quote complessive in prima convocazione, quella semplice del 50 percento più uno delle quote complessive in seconda convocazione), è anche vero che questo potere, miratamente e chiaramente attribuito, aggiungiamo noi anche logicamente attribuito all’assemblea, non limita certo i poteri del consiglio del comune consorziato.

Avremmo, dunque, dovuto concentrarci meglio sul significato letterale del termine “limitativo“. E’ chiaro che Giuseppe Oliviero abibia colto perfettamente il solito tentativo di vendere merce taroccata, in stile antica Duchessa, da parte della governance (?) del consorzio, che fa passare l’idea che la prerogativa dell’assemblea consortile di votare la delibera di trasformazione escluda anzi assorba i poteri che lo stesso Tuel attribuisce ai consigli comunali.

Poteri sacrosanti, la cui negazione è assolutamente illegale, proprio ai sensi del Tuel, proprio ai sensi dell’articolo 42, comma 2 lettera e, (si tratta di quello che leggiadramente e cortesemente Giuseppe Oliviero definisce limitativo), che attribuisce all’organismo consiliare la competenza sull’organizzazione dei pubblici servizi, la partecipazione dell’ente locale a società di capitali l’affidamento di attività o servizi mediante convenzione.

Qundi siamo perfettamente dentro alla fattispecie specifica, cioè alla trasformazione del consorzio idrico intercomunale Terra di Lavoro in spa.

Non limita, caro sindaco Giuseppe Oliviero, è troppo gentile. Noi che non ricopriamo – Dio ce ne liberi -, cariche istituzionali non abbiamo la necessità di essere politically correct. E figuriamoci politically correct con chi? Per caso con questi fini dicitori del diritto amministrativo, del diritto delle genti, con questi rigorosi interpreti dell’ordinamento su cui si regge la convivenza civile dello stato italiano? per caso con i Pasquale Di Biasio, con il rubizzo vicepresidente Palmieri, con Giovanni Zannini in primis e Stefano Graziano in secundis, artefici in tutto quello che è accaduto nel consorzio idrico, da un lato e nell’Asi di Caserta, dall’altro lato?

No, quest’obbligo non l’abbiamo e ne siamo felicissimi.

Domanderemo al sindaco Giuseppe Oliviero in quale data questa convocazione dell’assemblea consortile è arrivata al protocollo del suo comune. Dobbiamo presumere nei primi giorni di settembre, dunque in un tempo che rende di fatto impossibile la convocazione dei consigli comunali che, a questo punto, alla luce di ciò che abbiamo capito meglio da una lettura più intensa e riflettuta del combinato tra gli articoli 115, comma 7 bis e l’articolo 42, comma 2 lettera e del Tuel, hanno il diritto-dovere di deliberare su quella che sarà la posizione, la decisione della propria amministrazione in merito alla trasformazione del consorzio in spa.

Diritto e dovere, dunque e non solo facoltà. E ciò da un punto di vista giuridico è un’altra vita, un’altra storia, un’altra dimensione. Poi, magari ci stiamo sbagliando; magari dal consorzio idrico la convocazione ai comuni è stata spedita all’inizio di agosto. In questo caso, chiederemo scusa perchè costituirebbe una responsabilità dei sindaci o dei presidenti dei consigli comunali il non aver convocato nei tempi giusti, dentro ad uno spazio temporale tutto sommato agevole.

Ma se, come riteniamo altamente probabile e come domanderemo di qui a poco ad uno dei sindaci-soci, la convocazione è arrivata non a caso, nei primi giorni di settembre, allora occorre per l’ennesima volta caricare la sveglia e metterla vicino all’orecchio del prefetto Giuseppe Castaldo, che sarà anche una brava persona, che sarà anche un fedele servitore dello Stato, ma che non ha nella prontezza di riflessi, nell’entusiasmo attivo rispetto alla funzione che esercita, la sua qualità precipua.

Se ai consigli comunali non sarà consentito a causa di tempi strettissimi e compulsati, di pronunciarsi su quella che è loro materia esclusiva, così come è sancito dall’articolo 42, comma 2 lettera e del tuel, vorrà dire che il prefetto di Caserta, in nome e per conto del governo della nazione avrà favorito la violazione di una delle norme più importante e più significative dell’intero Corpo raccolto all’intenrno del Testo unico sugli enti locali, approvato con un decreto legislativo del governo il primo agosto del 2000, nel rispetto di una delega ricevuta dal Parlamento.

E noi saremo qui a scriverlo un giorno sì e l’altro pure. Perchè i termini della questione, avendola ben studiata, cambiano radicalmente, rispetto a quelli prefigurati nel già citato nostro articolo di ieri sera.