E vai col tango: cotto e mangiato, Zannini e Pasquale Di Biasio vogliono trasformare la settimana prossima il carrozzone del Consorzio idrico in una spa. Ma qualche sindaco chiede già il rinvio

8 Settembre 2022 - 19:52

Visti i personaggi coinvolti, possiamo ben immaginare da quante buone intenzioni sia lastricato il percorso di questa operazione che si lega a doppio filo alla volontà di mantenere in vita l’ente e tutti i privilegi che vi risiedono, in vista della scelta, da parte dell’ente di gestione regionale che, comunque, si muoverà in concordia con l’Ato casertano, presieduto dall’altro zanniniano di ferro Anacleto Colombiano.

CASERTA (g.g.) Non abbiamo ancora preso visione, né ci siamo industriati per farlo, dei documenti giudiziari che un indagato ha il diritto di vedere. In realtà, essendo la questione per noi del tutto irrilevante, perché figuriamoci se possiamo considerare un fatto serio le querele che il signor Giovanni Zannini, avete letto bene, Giovanni Zannini, presenta ai danni del sottoscritto, siamo del tutto impreparati sui contenuti delle stesse. Magari, se e quando il pubblico ministero chiuderà le indagini, potremo augurarci che tra gli argomenti di queste querele ci sia anche il ruolo che Giovanni Zannini ha svolto negli ultimi anni all’interno del Consorzio idrico di Terra di Lavoro. Perché, se è così, e lo speriamo vivamente, già in sede di interrogatorio, che chiederemo immediatamente, in quanto diritto di un indagato, ai sensi dell’art. 415 bis del Codice di procedura penale, riempiremo non meno di 50 pagine di verbale, per raccontare non solo su quali basi noi abbiamo sottolineato sempre, con accenti inquietati, il rapporto tra Zannini e il Consorzio idrico, tra Zannini e il presidente Pasquale

Di Biasio, ma potremo finalmente inserire in un verbale, che finirà necessariamente sulla scrivania di un pubblico ministero, quelle che a nostro avviso sono state le illegalità e gli atti di illegittimità, sviluppatisi e consumatisi all’interno di quelle stanze. Inoltre, potremo finalmente dettagliare i motivi, anche in un documento giudiziario, per cui abbiamo scritto più volte che i bilanci del Consorzio idrico Terra di Lavoro, così come mette nero su bianco uno degli ultimi presidenti del collegio dei revisori dei conti, sono totalmente taroccati, truccati per nascondere una condizione debitoria che solo il patto scellerato, ovviamente consumato ai danni dei cittadini-contribuenti della Campania, tra il Consorzio idrico Terra di Lavoro e il governatore De Luca, auspice Zannini, viene tenuto in congelatore attraverso acrobatiche operazioni di transazione che meriterebbero, soprattutto per gli atteggiamenti ipersoft tenuti dalla citata Regione Campania, un’attenzione massimamente apprestata dalla Procura presso la sezione campana della Corte dei conti.

Per cui, chi si batte da anni contro il malaffare imperante all’interno di un consorzio che, in antitesi con quello che aveva sentenziato un giudice del lavoro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, oggi autorevole magistrato giudicante presso la Corte di appello di Napoli, è riuscito ad ottenere un pronunciamento della stessa sezione Lavoro del tribunale a dir poco, ma proprio a dir poco assurdo e che ha consentito al signor Giovanni Innocenti, protagonista del ribaltone con cui lo stesso Giovanni Zannini e Stefano Graziano si sono letteralmente presi il Comune di Aversa e alla signora o signorina Costanza Esposito, storica collaboratrice dello Zannini, di essere assunti a tempo indeterminato, come conseguenza di un periodo trascorso da dipendenti a tempo determinato con chiamata diretta.

Quel periodo di lavoro a termine è diventato l’unico requisito, l’unica base su cui sono stati fondati, come abbiamo scritto in decine e decine di articoli, le assunzioni a tempo pieno e a tempo indeterminato dell’assessore Innocenti e di Costanza Esposito, senza che questi passassero per un concorso pubblico, così come la Costituzione italiana impone di fare.

Ora, un giornale che ha tenuto queste posizioni, che è andato avanti senza paura e senza minimanente farsi condizionare dalla ridicole querele di Zannini e compagnia, come altro può commentare la notizia, peraltro già largamente nell’aria, della trasformazione del Consorzio idrico Terra di Lavoro in società per azioni, interamente partecipata da enti pubblici e denominata non più Citl, bensì Itl?

ll tutto con l’obiettivo di acquisire la gestione operativa del ciclo delle acque, grazie agli indirizzi, grazie al rapporto che il superzanniniano Di Biasio vanta con l’altro superzanniniano Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, dove ha vinto da solo, cioè capeggiando l’unica lista in campo e presidente del cosiddetto Ato delle acque, ovviamente grazie al voto di quella torma di sindaci (San Cipriano, Parete, Lusciano, Villa di Briano, la già citata Aversa, Casapesenna, Sparanise, Vitulazio, naturalmente Pignataro dove c’è Giorgio Magliocca e chi più ne ha più ne metta), tutti controllati politicamente dallo Zannini. L’art. 115 del Tuel, al comma 7 bis, prevede che la trasformazione di un consorzio avvenga attraverso il voto dell’assemblea dei soci, in questo caso dell’assemblea dei Comuni aderenti, dando la possibilità, a quelli che sono contrari alla trasformazione, di recedere dopo essersi fatti liquidare il valore delle proprie quote.

In base a questo articolo, l’ineffabile Di Biasio, a cui è stato concesso tutto, ma proprio tutto, da chi avrebbe avuto il compito di metterci veramente la testa e il cuore nelle cose del consorzio, ha spedito le lettere ai componenti dell’assemblea con prima convocazione fissata per il 16 settembre e seconda convocazione fissata per lunedì 19 settembre. Nella prima occorrerà una maggiorazna qualificata dei 2/3 del valore complessivo delle quote sottoscritte, dunque almeno il 66% ma, in seconda convocazione, sarà sufficiente la sola maggioranza semplice di queste quote, cioè il 50% più 1.

Ora, rispetto a questa enormità, che artatamente viene fatta passare per una robetta di poco conto, da sbrigare in cinque minuti, ogni sindaco dei comuni consorziati dovrebbe avvertire il dovere morale e materiale di coinvolgere il proprio consiglio comunale, allo scopo di stabilire quale dovrà essere la posizione da assumere in sede di assemblea consortile. Ed è per questo motivo che il primo cittadino di Portico, Giuseppe Oliviero, ha scritto una lettera al prefetto di Caserta, al presidente del Consorzio idrico, al collegio dei revisori del Consorzio idrico e al presidente dell’Ente idrico campano, ovvero all’ente che ha in mano tonnellate e tonnellate di debiti contratti negli anni dallo stesso Consorzio idrico, chiedendo il rinvio delle date dell’assembea, in modo da consentire al suo Comune e, auspicabilmente, a tutti gli altri titolari di quote consortili, di consegnare una decisione così importante e delicata all’organo più rappresentativo tra gli organi rappresentativi, cioè ad ogni singolo consiglio comunale.

A questo punto occorrerà capire se, gli altri componenti delle assemblee cittadine, a partire dai consiglieri comunali delle opposizioni, si muoveranno di conseguenza, chiedendo al proprio sindaco di congelare ogni decisione in merito alla partecipazione alla creatura voluta dal duo Zannini-Di Biasio, in modo che questa venga assunta, allargando il più possibile lo spettro della responsabilità politica ed istituzionale, perché coinvolgendo ogni consigliere comunale, sia di maggioranza che di opposizione, si potrà eventualmente dire che se non apparterrà proprio al popolo sovrano, quanto meno la deliberazione specifica di ogni Comune possederà un minimo di legittimità e di legittimazione.

Conoscendo i personaggi, a meno che il prefetto non svolga una funzione di persuasione, andranno avanti diritti come treni ad alta velocità. La spa , infatti, costituisce il modo per rendere possibile la continuazione di tutti i metodi, di tutti i riti e di tutti i baccanali che da anni si consumano dentro agli inespugnabili uffici del Consorizo idrico di Terra di Lavoro.