Quando i CASALESI hanno trasformato una grande azienda di stato nel loro tappetino: incredibile ma vero, uno dei massimo dirigente, l’uomo di Positano e Sorrento, suggeriva a monaciello come fare ricorsi al Tar contro l’azienda che gli pagava uno stipendio da re

12 Settembre 2022 - 21:39

In queste 400 pagine, finora esaminate e passate sotto alla lente di ingrandimento, veramente ne abbiamo lette di tutti i colori. In calce all’articolo lo stralcio relativo ala quello che successe dopo i soggiorni extralux al San Pietro di Positano e al Bellevue Syrene di Sorrento

CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) Avete mai visto un dirigente di una grande azienda di stato che si trasforma in coach, in personal trainer di un imprenditore che abitualmente fornisce servizi a quella azienda di stato o che introduce altre imprese a lui riconducibili? Nell’indagine imperniata sulla figura di Nicola Schiavone monaciello, l’uomo creato imprenditorialmente da Francesco Schiavone Sandokan, abbiamo visto anche questa.

Eravamo rimasti alle vacanze extralux consumate dal dirigente del settore acquisti in pratica il super provveditore di Rete Ferroviaria Italiana Massimo Iorani, insieme a sua moglie, nei lussuosissimi alberghi San Pietro di Positano e Bellevue Syrene di Sorrento (CLIKKA E LEGGI) ovviamente tutto a spese di Nicola Schiavone che per quella settimana, poco meno poco più, sborsò 9.110 euro, escursioni in barca a Capri compresa.

Cosa doveva accadere nei giorni successivi a quel soggiorno? Cose grosse assegnazioni di appalti, di lotti lucrosissimi per l’esecuzione di prestazioni per il controllo della vegetazione lungo le linee ferroviarie.

Capita un incidente di percorso, chiamiamolo così: il raggruppamento temporaneo di imprese, sostenuto da Nicola Schiavone e formato alla Macfer srl di quel Crescenzo De Vito che poi di lì a tre mesi e mezzo avvertirà ed informerà Nicola Schiavone su tutti i dettagli dell’indagine della Dda, grazie a quello che gli aveva detto riservatamente un funzionario della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, che qualche giorno prima aveva ricevuto la visita dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, andati lì per acquisire documenti specifici riguardanti l’indagine su Schiavone.

L’altro pezzo della Rti era costituito da Vivaio Barretta con il 49% delle quote, mandataria priva di un requisito indispensabile, in base al quale Consorzio Imprefer formato dalle due imprese appena dette, era stato escluso dalla partecipazione.

A quel punto, come si può ben leggere dall’ampio stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce, Massimo Iorani, un pezzo da 90 di Rfi, reduce dai soggiorni d’oro in costiera, si mobilita letteralmente e arriva a dettare in pratica il ricorso che Macfer dovrà presentare al Tar. In poche parole uno dei capi dell’azienda che ha escluso un partecipante ad una gara, svela allo stesso partecipante, quali sono gli elementi di possibile vulnerabilità di quella decisione e in modo da poterla poi impallinare al Tar.

Esiste dunque, secondo il gip, quello stabile asservimento che va anche al di là del singolo episodio e che integra pienamente codice e giurisprudenza della Cassazione alla mano, il reato di corruzione, naturalmente aggravato dal già articolo 7 oggi 416 bis comma 1, non riconosciuto in sede di tribunale del Riesame, ma che la Dda ripropone nella sua richiesta di rinvio a giudizio e che intende poi rivendicare in sede dibattimentale.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA