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CAMORRA EXTRALUX. Soggiorni all’Hotel San Pietro di Positano e al Syrene di Sorrento, in barca a Capri, suite imperiali, la vacanza dorata del dirigente delle Ferrovie pagata da Nicola Schiavone monaciello

7 Settembre 2022 - 14:06

Non ci siamo fatti ingolosire dal passo dell’ordinanza di cui tutti hanno parlato mesi fa quando ad inizio maggio questo provvedimento è stato eseguito. Abbiamo atteso che questi episodi stessero dentro e dunque risultassero omogenei alla trattazione generale. Questi 10mila euro pagati da Schiavone, gli valsero un appalto per l’esecuzione delle prestazioni per il controllo delle avversità e il contenimento della vegetazione lungo le linee ferroviarie

CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) Quasi 10 mila euro per 9 giorni di vacanza in due alberghi celeberrimi, notissimi, emblematici rispetto al territorio in cui si trovano: l’Hotel San Pietro di Positano e il Bellevue Syrene di Sorrento. Dal giorno 8 settembre al giorno 12 settembre compreso 2018 l’alto dirigente dei Rfi Massimo Iorani soggiorna a Positano, nella perla della costiera amalfitana. Dal 12 settembre al 16, Iorani lascia questo albergo e si trasferisce nell’altrettanto meravigliosa location sorrentina.

9 giorni per un importo complessivo, extra compresi, 9.110 euro pagati pagati tutti da Nicola Schiavone, quasi tutti pagati in contanti e quasi tutti pagati personalmente da Nicola Schiavone detto monaciello, l’imprenditore creato da Francesco Schiavone Sandokan e in grado di mettere sotto al proprio servizio tutti gli uomini che contavano in Rete Ferroviaria Italia cioè l’azienda di stato titolare di tutta l’infrastruttura dove scorrono e viaggiano i treni, da quelli regionali a quelli dell’alta velocità.

Non solo binari e cavi, ma anche tutte le attinenze complementari. Ed è proprio ad un’attinenza complementare che si lega la contestazione dei reati di corruzione in concorso formulata ai danni di Nicola Schiavone e di Massimo Iorani, per i due soggiorni dorati all’Hotel San Pietro di Positano e all’hotel Bellevue di Sorrento.

Lo sforzo operato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ha convinto il gip sull’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza, è tutto connotato dalla relazione temporale tra il momento in cui Nicola Schiavone indirizza dove lui meglio ritiene opportuno per l’esecuzione di prestazioni per il controllo delle avversità e contenimento della vegetazione lungo le linee ferroviarie e i soggiorni extralux.

Ovviamente, trattandosi di soldi che tira fuori lui direttamente, e trattandosi di un alto dirigente Rfi e di sua moglie, è Nicola Schiavone in prima persona a parlare con il personale dei due alberghi. E quando si rende conto di entrare in un paleggio telefonico che lo potrebbe portare a parlare con troppe persone, lui taglia corto cercando di ridurre al minimo il numero dei suoi interlocutori. Della serie, meglio sono a sapere e meglio è.

All’Hotel San Pietro parla con il responsabile dell’accoglienza Lorenzo Pastore, mentre nell’alberto Sorrentino Giovanna Russo e Maria Gabriella Russo.

C’è un extra di 1.300 euro costituito da una gita in barca, di un solo giorno, nella quale, presumibilmente i coniugi Iorani si spostano a Capri. Ad occuparsi di questa particolare esigenza è Giuseppe Caso, addetto alla portineria del San Pietro. Il quadro è questo. Per la prima notte non è disponibile la suite e per questo Iorani e alla moglie viene data un’altra camera, salvo poi essere ospitati nella citata suite. Anche di questi dettagli Schiavone parla con il personale del San Pietro. Lui ha la necessità di pagare in contanti, perchè così ritiene di non lasciare tracce anche se qualche documento contabile, intestato a suo nome c’è ed è prontamente acquisito dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, che trascorrono un pò di tempo, nel successivo aprile 2019, a interrogare proprietari e dipendenti dell’albergo.

A dire il vero ci sono altri 357 euro di extra al San Pietro che potrebbero riguardare frigo bar e dintorni. Iorani si dichiara soddisfatto del soggiorno. Paga tutto Schiavone, questo è un dirigente dello stato, apicale che già di suo guadagna 5, 6mila euro al mese. Dire che si fa corrompere è poco.

Un’ultima cosa: non abbiamo pubblicato alcune pagine che precedono i soggiorni dorati in costiera amalfitana e sorrentina. Però vogliamo segnalare i cesti pieni di mozzarelle e babà raggiungevano anche la signora Patrizia Cardoni, che non era una pinca palla qualsiasi, bensì la segretaria particolare di Maurizio Gentile, un nome che non abbiamo neanche dovuto appuntarci, in modo da ricordarcelo tra tanti altri, in quanto seguendo un pò le informazioni e i fatti nazionali, sappiamo bene che in quel periodo Gentile era l’amministratore delegato di Rfi, in pratica il vertice operativo che lavorava su mandato del consiglio di amministrazione del presidente e con pieni poteri.

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’ORDINANZA