AVERSA. Lo sfogo della giornalista e imprenditrice Ida Iorio: “Guardate questa bolletta del gas. Così dovrò chiudere, spegnendo i sogni dei due dipendenti fiera di aver assunto”

18 Settembre 2022 - 12:34

In calce al nostro articolo le parole postate da Ida Iorio e la riproduzione dell’importo della bolletta arrivatale

AVERSA (g.g.) – La bolletta-monstre è quella del gas, del gas della guerra economica, della guerra commerciale, della speculazione, della guerra delle sanzioni, della guerra, solo guerra e basta, quella del sangue e dei lutti.

Una bolletta triplicata, forse quadruplicata; una pandemia soprattutto italica, che terremota un Paese che subisce ogni crisi, ogni accidente, epocale e non, pagando un dazio nettamente superiore a quello degli altri Paesi europei e occidentali, semplicemente perché, quando arriva il terremoto, a cadere sono, prima di tutte, le case più fragili.

E l’Italia fragile lo è e lo è sempre di più per un milione di motivi socio-economico e culturali a cui è superfluo far cenno in questo frangente.

La bolletta del gas è quella pubblicata dalla nostra collega Ida Iorio, divenuta, da qualche tempo, anche imprenditrice commerciale, la stangata riguarda i consumi dei mesi di luglio e di agosto e diventa lo spunto per una riflessione amara.

Se le aziende chiudono e il rischio è grosso, perché aggravi di queste dimensioni mandano tutti i conti e tutti i piani di un’azienda in malora, incidendo sulla configurazione de costi anche in misura di un 50 per cento, fardello pesantissimo che non riguarda solo le cosiddette aziende energivore, si

perdono i posti di lavoro, con la conseguenza di aggiungere recessione ad inflazione in una spirale micidiale che cambierebbe i fondamentali, e non solo quelli economici, della convivenza civile del nostro Paese.

Ida Iorio è preoccupata per i suoi dipendenti. E’ orgogliosa di essere riuscita ad assumerli, dando smalto in piccola quota parte, all’economia nazionale e aversana.

Nel suo sfogo si possono ricomprendere tutti gli altri in un enorme coro della doglianza che percorre tutto il sistema produttivo italiano, visto ancora come un nemico da una parte della politica italiana e che, invece, rappresenta, con tutti i suoi limiti, con tutti i suoi difetti, che si incarnano nelle sembianze dei molti impostori che li popolano, l’unica speranza di imprimere una vera svolta all’economia di questo Paese.

Ci stanno portando all’esasperazione…25mq di negozio, tanti sacrifici e 2 dipendenti a cui avevo dato un sogno. Se non ci viene data una mano, lo storico commercio aversano morirà o sopravvivranno solo coloro che i soldi li riciclano. Nessuno ci ascolta…nessuno ci aiuta. I voti si, quelli li chiedono…