Una soffiata dal carcere “incastra” le donne dello spaccio a MARCIANISE

9 Febbraio 2023 - 16:16

L’operazione dei carabinieri della compagnia di Marcianise che ieri hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari

MARCIANISE – Ci sarebbe una soffiata, di un detenuto, dal carcere di Spoleto alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, alla base delle indagini sull’attività di spaccio della famiglia Russo-Cozzolino, smantellata grazie all’operazione dei carabinieri della compagnia di Marcianise che ieri hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari.

Tutto ebbe inizio nel febbraio del 2021con l’arresto di Antonio Russo, “o’ Napulitan“, coniugato con Lucia Cozzolino, sorpreso a spacciare presso la propria abitazione di via Verga a Marcianise, nonostante fosse agli arresti domiciliari.

Dopo l’arresto, la Procura di Santa Maria Capua Vetere si vide recapitare una lettera proveniente dal carcere di Spoleto dove un detenuto chiedeva di essere escusso, cosa avvenuta nell’agosto del 2021, per riferire su “o’ Napulitan”.

Il detenuto avrebbe riferito che la famiglia Russo-Cozzolino anche dopo l’arresto del capofamiglia continuava a spacciare cocaina presso la propria abitazione approvvigionandosi di droga a Spoleto grazie a due congiunti albanesi (un fratello e una sorella indagati a piede libero). I coniugi Russo-Cozzolino sarebbero entrati in contatto con la coppia di albanesi tramite loro figlio, Raffaele Russo, detenuto nella casa circondariale di Spoleto dove avrebbe stretto amicizia con un recluso albanese che li avrebbe messi in contatto con sua sorella. Ed era proprio in occasione dei colloqui, con il figlio, che i Russo ne approfittavano per prendere accordi sullo spaccio.

Nell’agosto del 2021, alla morte di Antonio Russo o’ Napulitan sarà la moglie, Lucia Cozzolino, a prendere le redini dello spaccio con le sue tre figlie: Anna, Tonia ed Emanuela Russo. I contatti con i canali albanesi in Umbria – mai riscontrati a pieno come conferma lo stesso gip Rosaria Dello Stritto – vengono rimpiazzati con quelli locali, nello specifico con Francesco Castaldo, 61 anni di Caivano detto “o’ Faran”, fratello di Pasquale Castaldo ucciso nella guerra di camorra nel 2003 in un bar a Caivano.

Oltre ai dieci, i cui nomi trovate alla fine dell’articolo, altre 5 persone risultando indagate a piede libero.

CARCERE

Francesco Castaldo 1962 Caivano “o’ Faran”
Lucia Cozzolino 1965 Marcianise
Anna Russo 1997 Marcianise
Antonietta Russo 1990 Marcianise
Antonio Russo 1993 Capodrise detto “Camoranesi” (già detenuto)
Emanuela Russo 1999 Capodrise

ARRESTI DOMICILIARI

Ugo Di Matteo 1997 Torre Annunziata
Rosa Esposito 1972 Marcianise
Giovanni Battista Russo 1992 Capodrise
Gaetano Trombetta 1980 Recale