CAMORRA & ‘NDRANGHETA. I ras del clan Bidognetti in trasferta in Calabria per l’acquisto di droga

11 Marzo 2023 - 10:17

I carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa al lavoro sui cellulari dei luogotenenti della cosca.

CASAL DI PRINCIPE Nuovi scenari dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa sul clan Bidognetti. I lavoro certosino dei militari dell’Arma, infatti, porta alla luce gli affari che la cosca era pronta a portare a termine con la ‘ndrangheta calabrese. Dalle intercettazioni telefoniche effettuate sul cellulare di Antonio Lanza, capozona dell’area di Lusciano, si evince la frequentazione con Nicola Garofalo, luogotenente a Frignano e con Nicola Giannini di Orta di Atella. Con quest’ultimo, Lanza si recò in Calabria per avviare i contatti con i clan della zona. Sempre dalle intercettazioni, i carabinieri aversani hanno appurato che i due ras casertani erano pronti a investire i soldi del clan per l’acquisto di un grosso quantitativo di droga, da rivendere poi, nel Casertano.

L’ORDINANZA DELLO SCORSO NOVEMBRE: INDAGATO IL FIGLIO DI CICCIOTTO ‘E MEZZANOTTE E ALTRI 13

Lo scorso novembre i carabinieri del Reparto Investigativo del gruppo di Aversa e quelli del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Caserta eseguirono la nuova ordinanza nei confronti del clan.

In quell’occasione sono stati 14 gli indagati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere: naturalmente Gianluca Bidognetti e Vincenzo D’Angelo,

ma anche Giosuè Fioretto, altro nome storico della fazione Bidognetti, Antonio Lanza, designato, riteniamo da Gianluca Bidognetti, per il ruolo di capozona in quel di Lusciano, Nicola Garofalo, che aveva assunto lo stesso ruolo in quel di Parete, Nicola Sergio Kader, capozona designato lungo il litorale domizio, dove controllava le attività estorsive, ma comprese quelle connesse al traffico degli stupefacenti. E ancora, Federico Barrino, uno degli esattori più impegnati in quanto uomo che riscuoteva la piena fiducia da parte di Gianluca Bidognetti, al punto da essere anche deputato a conservare i proventi di queste estorsioni, in nome e per conto del figlio di Cicciotto; Vincenzo Simonelli, incaricato di raccogliere il danaro, frutto delle estorsioni, dalle mani di Giosuè Fioretto, convogliando i soldi nelle casse, nelle dotazioni della famiglia Bidognetti. Francesco Cerullo, Ernesto Corvino e Giovanni Corvino, tutti e tre impegnati nel settore più importante e sicuramente strategico dell’attività criminale dei Bidognetti in quanto organizzatori di un vero e proprio cartello monopolista nel settore dei servizi funebri. Infine gli ultimi 3 indagati per il reato più grave, quello di associazione a delinquere di stampo mafioso, sono stati Agostino Fabozzo, Emilio Mazzarella e Luigi Cirillo ,attivi esattori delle estorsioni sotto il coordinamento criminale di Antonio Lanza.