CASERTA. Un’estate da Belvedere. C’è chi vende già i biglietti per concerti e spettacoli ufficiali con l’avviso pubblico del comune non ancora scaduto

21 Marzo 2023 - 13:39

Dipendesse da noi, toglieremmo il nome di questa città dalla denominazione del Palazzo Reale. In calce a questo articolo potrete leggere il testo di un atto amministrativo ufficiale indegno anche di un alunno asinello della terza elementare. Massimo Vecchione già vende i biglietti, sicuramente il vicesindaco e assessore Emiliano Casale dirà di non saperne nulla. E tutto questo non produrrà alcun dibattito, alcuna riflessione, tarando ancora una volta questa città su una cifra di arretratezza con pochi uguali al mondo

CASERTA (g.g.) – Se uno vuole capire quale sia il rapporto tra la città di Caserta e la Cultura, ma la cultura tout court, non quella dell’identità, dell’appartenenza, della paternità di un’eredità di inestimabile valore costituita dalla Reggia vanvitelliana, basta leggere il testo che favoriamo nella sua versione integrale, dell’avviso pubblico per la manifestazione di interesse per eventi da organizzare a Caserta nell’anno 2023.

Errori, anzi, orrori ortografici, sintattici, punteggiatura “varia ed eventuale” e un senso generale che riporta ad una concezione di una cultura, che dovrebbe essere strumento di edificazione e di progresso delle genti, confinata al contrario alla proverbiale bancarella del torrone, alla pervicace attestazione e ri-attestazione dell’ignoranza, di quella, però, pratica, da sfoggiare quasi con orgoglio, in grado comunque di muovere denaro nei sistemi in cui la conoscenza, i saperi non contano un cazzo.

In questo avviso pubblico manca solamente il mitico “noio vuelvam savoir” di Totò e Peppino al momento del loro arrivo a Milano nel film Totò, Peppino e la Malafemmena. Poi, c’è tutto; c’è tutto per capire solamente le cose pratiche o l’aumm aumm che si vede in controluce.

Niente da fare, invece, per chi, ritenendo di avere a che fare con un atto erogato dall’amministrazione pubblica, da un ente derivato dallo Stato e dalla Costituzione italiana, desidererebbe averne una cognizione nitida, dato che c’è un comune, quello di Caserta, che mette gratuitamente a disposizione di operatori economici privati spazi di proprietà di tutti i cittadini.

La polemica che si coglie, per l’appunto, in controluce, riporta ad una serie di pubblicazioni promozionali realizzate negli ultimi mesi dall’imprenditore Massimo Vecchione, per gli amici Massimino, che sotto al brand Un’estate da Belvedere, pubblicizza spettacoli, alcuni eventi musicali, collocandoli con precisione anche nel tempo, con date ufficiali, e con il prezzo del biglietto segnalato.

Non siamo in grado di stabilire (per il momento) se la vendita di questi titoli di ingresso sia già iniziata oppure no.

Mentre Vecchione pubblica questi messaggi promozionali, il comune di Caserta, invece, pubblica una determina alla quale viene allegato il già citato avviso pubblico che ha come oggetto una manifestazione d’interesse rivolto agli operatori culturali per la realizzazione di un calendario, con tanto di elenco degli eventi da presentare di “carattere culturale, commerciale, sociale, ambientale e sportivo“. Insomma, un fritto misto in cui manca solo il pazzariello, il mangiafuoco e la giostra con il calcio in culo.

La scadenza del termine per presentare le proposte è domani, 22 marzo.

Attenzione, l’avviso pubblico delimita topograficamente gli spazzi utilizzati: Villa Carolina, a un passo dalla Reggia, Villa Giaquinto, in via Galilei, a pochi metri di distanza da corso Trieste, la Biblioteca Comunale di via Laviano, il centro culturale Sant’Agostino, tra via Mazzini e via Sant’Agostino.

Si ha la sensazione, poi, che per il grosso, cioè per la parte che anche l’assessore agli Eventi, nonché vicesindaco, Emiliano Casale, considera fondamentale anche per continuare a coltivare, attraverso l’orticello clientelare, le sue ambizioni di succedere a Carlo Marino, venga buttato lì, senza un’indicazione precisa.

Per cui si parla di centri storici, e non si capisce a quali si riferisca, magari a quello di Caserta Vecchia, ma onestamente è inutile fare supposizioni. Ma soprattutto c’è la specifica su Aree monumentali e siti Unesco del comune.

Ora, se la mente non ci inganna, la Reggia di Caserta, che è sito Unesco, è un diretto tenimento dello Stato, che ne ha esercitato la gestione attraverso la sua Sovrintendenza e che da qualche anno tramite l’ente museo. Stesso discorso per l’Acquedotto di Luigi Vanvitelli, l’architetto che per pudore non nominiamo, nonostante il suo nome venga shakerato nell’avviso pubblico, tra uno strafalcione e l’altro.

A quanto ci risulta, l’unico bene di proprietà del comune di Caserta inserito nell’elenco dei siti Unesco è rappresentato dal Belvedere di San Leucio e dalle sue pertinenze. Per cui non si capisce per quale motivo il suo nome non sia stato specificato nell’avviso pubblico, visto e considerato che il Belvedere regala la sua denominazione alla serie degli eventi clou che fino ad oggi sono stati rappresentati proprio da Un’estate da Belvedere.

Poi dite che noi pensiamo sempre a male. Ma cos’altro dovremmo fare davanti a fatti appena raccontati?

Vabbè, non diamo affatto per scontato che Massimo Vecchione e la sua agenzia non siano in possesso di un titolo pluriennale per svolgere l’attività del cartellone o di parte del cartellone Un’estate da Belvedere.

Non lo facciamo perché siamo diventati bravi, buoni per spossatezza. Per cui, diciamo che l’avviso pubblico finalizzato ad unificare tutti gli eventi da organizzare a Caserta non riguarda quelli già organizzati e già stabilizzati con la vendita dei biglietti di cui Vecchione posta sui profili social.

Questo lo deve chiarire il comune di Caserta, lo deve chiarire Emiliano Casale. Sapete che cosa ci diranno? Che loro, delle iniziative di Vecchione, non sanno nulla.

Tra tutti i disastri che il comune di Caserta compie ogni giorno, con tutti gli affidamenti, le gare sospetti, chiacchierati, che realizza ogni giorno e che noi proviamo ad osservare e anche a smascherare, questa storia degli eventi ludico-coatti volevamo proprio risparmiarcela. Ma siccome il fatto è stato segnalato e le riserve, le perplessità sono, alla luce di quello che abbiamo illustrato in questo articolo, non fondate, ma stra-fondate, allora saremo costretti ad attendere l’esito di questo avviso per l’aggiudicazione dell’ennesima bancarella del torrone che stabilisce solo una cosa e cioè che Caserta non dovrebbe avere neppure l’onore di intitolare con il suo nome la Reggia vanvitelliana, visto e considerato che quel monumento fu concepito per insistere nella periferia di Napoli.

E questo è anche oggi, di fronte all’appropriazione indebita di una città governata da gente che verrebbe bocciata anche ad un’esame di quinta elementare e che tratta l’anniversario della morte di Luigi Vanvitelli, avvenuta 250 anni fa, così come l’ha trattata, scrivendo questa porcheria che leggete sotto.

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