LE DONNE DELLA CAMORRA. Ecco perchè Beatrice Zagaria, dai domiciliari è finita ieri in carcere

20 Luglio 2018 - 10:06

CASAPESENNA – Era anche prevedibile che succedesse e per gli appassionati della materia, per chi ieri ha letto il nostro articolo-focus sulle motivazioni espresse dalla Corte di Appello di Napoli, sulla scia di un annullamento con rinvio della Cassazione, per revocare la misura di prevenzione di sorveglianza speciale all’imprenditore Luigi Di Sarno, sicuramente non se ne stupisce. Perchè la condanna incassata l’altro ieri da Beatrice Zagaria, sorella del boss Michele Zagaria, dichiara la sua colpevolezza, pur di fronte a una pena più mite rispetto a quella invocata dal pm della dda Maurizio Giordano (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DI DUE GIORNI FA), dicevamo dichiara la sua colpevolezza per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico, ai sensi dell’articolo 416 bis.

E lo dichiara adesso, nel tempo presente. Per cui, da un lato viene sancito in primo grado che la Zagaria non è una una semplice partecipante al clan, ma la sua è una vera appartenenza, dall’altro si verifica quella condizione di attualità della sua pericolosità sociale che non ha bisogno di ulteriori verifiche almeno per il momento. Insomma, in questo caso il gup che ha emesso la sentenza a carico di Beatrice Zagaria, ha trovato tutte le condizioni per accogliere l’istanza della dda per l’emissione di un nuovo provvedimento di custodia cautelare a carico della signora Zagaria.

Esistendo il vincolo di appartenenza; esistendo l’attualità della pericolosità sociale, va da se che la misura dei domiciliari si esponga a possibili manifestazioni della citata pericolosità sociale e della citata appartenenza al clan e, più nel dettaglio, a comportamenti di reiterazione del reato o anche, perchè no, di pericolo di fuga.

Per cui, accolta l’istanza della dda, con ampia possibilità che il provvedimento del gup non venga revocato dal tribunale del Riesame, ma soprattutto dalla corte di Cassazione, visto che il caso di Beatrice Zagaria, rientra in canoni molto diversi da quello che ha riguardato Luigi Di Sarno (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO).