La Domenica di Don Galeone. Oggi la liturgia commemora il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano…
7 Gennaio 2024 - 08:55
FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE ✶ 7 GENNAIO 2024
Noi oggi dobbiamo riscoprire la grandezza e le esigenze del nostro battesimo; purtroppo, il battesimo non occupa nella nostra coscienza il posto che merita. Per questo, è necessario non tanto fissare la data del battesimo, ma percorrere un cammino di fede! Se chiedessimo: “cos’è il battesimo?”, avremmo qualche risposta, perché “battesimo”, “battezzare” sono termini ricorrenti; significano: iniziare, inaugurare, abbiamo così il battesimo dell’aria, di una nave, di un bambino. Battesimo significa inizio. Il sacramento del battesimo ci rende figli di Dio non in senso naturale ma adottivo; l’adozione non è solo esteriore ma interiore, per cui possiamo rivolgerci a Dio e chiamarlo Padre. Questa è la nostra nuova dignità: formiamo la famiglia di Dio. Chi ha adottato un bambino, può meglio comprendere questa verità. Non si tratta di un’adozione a distanza, ma Dio chiama noi, estranei, nella sua casa, e ci dà tutto: nome, cognome, affetto, vita eterna. Questa scena del battesimo è stata scritta per noi, perché almeno una volta all’anno facciamo memoria di questa misteriosa e dimenticata adozione. Purtroppo nessuno di noi ricorda il giorno del suo battesimo! È un male! Chi di noi ricorda di essere stato profumato con olio benedetto, di avere ricevuto una veste bianca, di avere promesso di seguire Gesù e di rinunziare al male? Ricordi lontani, e perciò è urgente riflettere su quell’inizio della nostra storia di salvezza: da quel momento siamo entrati nella Chiesa, famiglia di Dio. Il battesimo di acqua, di privilegio, di separazione, lo hanno chiesto altri per noi; ma il battesimo di fuoco, di consacrazione, di testimonianza, dobbiamo chiederlo noi. Poiché siamo nati e vissuti in una religiosità senza fede, in una cristianità senza cristianesimo, dobbiamo riscoprire, come i neocatecumenali, le esigenze e la grandezza della nostra fede. “Riconosci,
È difficile, perché viviamo in una religiosità scenografica, folcloristica, postcristiana, ricca di giocattoli religiosi, ma povera di valori autentici. Se pensiamo che la famiglia non è più oggi l’unica agenzia educativa, che i genitori non possono fare scelte definitive per i figli, che molti figli non avranno un’educazione religiosa, che molti genitori chiedono il battesimo per paura o per tradizione o per convenienza (un padrino importante !), se pensiamo che è in atto un calo demografico, che dobbiamo convivere con culture e religioni diverse dalla nostra, se pensiamo che solo il 15% di giovani fa riferimento al Vangelo nella vita, che il 70% rifiuta l’etica della Chiesa, che l’80% si stacca dalla parrocchia dopo la cresima … è a tutti evidente che cristiani non si nasce, ma si diventa ! Nati e vissuti in una “religiosità da scenario”, in una “cristianità senza cristianesimo” (S. Kierkegaard), dobbiamo riscoprire le esigenze e la grandezza, la gioia e la fatica di essere cristiani. Non è facile, perché viviamo in un’epoca da molti definita post-cristiana, dove sarà sempre più necessario scegliere, rischiare, schierarsi. Qualcuno addirittura sostiene che i cristiani sono una razza in estinzione! Ciò che deve contare non è fissare la data o il ristorante o il regalo, ma percorrere insieme un cammino di fede.
Dobbiamo passare dal battesimo di “acqua” al battesimo di “Spirito”. Mentre il battesimo di “acqua” è un rito che separa il neonato dalla comunione degli uomini, il battesimo di “Spirito” rende il battezzato solidale con tutte le gioie e le speranza del mondo, al di fuori di ogni discriminazione. Senza gridare nelle piazze, senza spettacolarismi, ma nel segreto e nel silenzio: è un compito di straordinaria importanza. Abbiamo tutti la possibilità di fare il bene nella famiglia, nella scuola, nella società. Questo vivere “secondo le beatitudini” dovrebbe diventare lo stile del cristiano, che non si distinguerà più per il cumulo delle pratiche religiose; noi siamo nella possibilità di vivere come fermento dentro la pasta: la pasta non è per il lievito, ma è il lievito per la pasta; il mondo non è per i cristiani, ma i cristiani sono per il mondo. Il battesimo esce così dalle angustie sacrali e diventa , invece, assunzione di responsabilità.
Buona vita!