GUARDA I VIDEO. Ora è arci sicuro: il sindaco Villani mente. L’orrendo trasbordo della monnezza dalle navette ai compattatori in piazza D’Armi e in faccia a prof. e studenti del Garofano

1 Giugno 2024 - 19:34

In calce all’articolo i due video raccapriccianti. Embè siccome il primo cittadino si dimostra essere un pallonaro, magari ingannato in parte anche dal dirigente Malena, in empatia con CZeta, allora CasertaCe deve muoversi in grande stile, attivare fanterie e artiglierie come solo lei sa fare. In questo articolo che contiene anche un’ordinanza firmata in tutta fretta dal Villani e dal dirigente viene dimostrato inconfutabilmente che dentro all’area di Via Lazzaro di Raimo si sono svolte attività illegali. E in quell’area, CZeta ci ha messo mano, eccome, senza che l’assessora al ramo Rosaria Nocerino a cui evidente mente pure risulta simpatica l’impresa dei fratelli Ilario, congiunti del fu Lorenzo Falzarano, non ha mai mosso un dito

CAPUA (g.g.) Giovedì 23 maggio: CasertaCe scrive un articolo, corredato da alcune foto, in cui asserisce che all’interno del perimetro che delimita l’area di via Lazzaro di Raimo avviene da qualche tempo uno sversamento di rifiuti con lo scopo di un provvisorio stazionamento degli stessi e di un primo stoccaggio.

Stoccaggio e anche trasferenza perché questi rifiuti vengono poi prelevati da quest’area e per una parte, quella indifferenziata e quella secca non riciclabile,  sicuramente sono portati allo STIR di Santa Maria Capua Vetere, impianto gestito dalla Gisec dell’amministrazione provinciale, che poi, dopo averli trattati spesso in maniera molto discutibile, li invia al termo valorizzatore di Acerra.

Mentre  seconda frazione, quella umida viene poi portata a Giugliano, luogo in cui è in funzione l’unico Biodigestore attivo tra le province di Caserta e di Napoli.

CasertaCe scrive chiaramente che questo stazionamento per il quale vengono utilizzati degli enormi cassoni, avviene in una condizione di illegalità visto e considerato che quel sito, vincolato da titoli amministrativi per essere isola ecologica, è mancante delle strutture elementari per definirsi quale sito di stoccaggio e trasferenza, a partire dalle vasche Imhoff (CLIKKA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO)

Martedì 28 maggio: a cinque giorni circa dall’uscita del nostro articolo il sindaco Adolfo Villani pubblica un post nella sua pagina Facebook, una sorta di comunicato stampa,  di cui si appropriano anche i giornali che, in questo casino, costituito dall’informazione della provincia di Caserta, scrivono e riportano nonostante non si fossero  mai occupati dell’antefatto generatore  della nota del sindaco il quale, nel suo post-comunicato,  rispondeva  e solamente al nostro articolo del 23 maggio

Villani in sostanza dice che in quell’area ci sono tre cassoni di proprietà del Comune più un eco mobile di proprietà della Regione.

Queste dichiarazioni sono corredate da foto in cui si distinguono un cassone blu, uno marrone e uno verde.

Oltre a ciò Villani precisa che quei cassoni si trovano li dal tempo in cui la raccolta dei rifiuti solidi urbani di Capua era effettuata dalla Ecology, e che, inoltre, si tratta di strutture appoggiate nell’area di Lazzaro di Raimo e non utilizzate per alcuna attività . In pratica smentisce, senza dirlo esplicitamente, il contenuto del nostro articolo. Il che è decisamente nel suo diritto.

Sempre nel corpo del comunicato di Villani il sindaco afferma di parlare in base ad un sopralluogo ordinato al responsabile della ripartizione ecologia e rifiuti, di cui non fa il nome

Venerdì 31 maggio: è diritto di Villani smentirci, è nostro diritto sbugiardare questa sua smentita. Il giorno prima, ossia il 30 maggio, e anche nella stessa giornata in cui pubblichiamo in nostro secondo articolo, ossia nella tarda mattinata del 31 maggio, ci rechiamo di persona a scattare fotografie nell’area in questione. Il cassone azzurro è totalmente scomparso. Ci sono quello verde, quello marrone, c’è l’eco mobile e c’è un cassone giallo di cui Villani non aveva parlato e che quindi noi dobbiamo considerare inesistente nella relazione frutto del sopralluogo del dirigente. Capiamo, poi, anche per quale motivo il sindaco non abbia declinato le generalità di quest’ultimo.

Si tratta infatti di Maurizio Malena, una montagna di inchieste sul groppone, accumulate da responsabile dei procedimenti dei lavori pubblici e dell’urbanistica al Comune di Grazzanise. Architetto calabrese, nativo di Cirò Marina, si è ambientato moltissimo nella piana dei mazzoni, soprattutto ai tempi del sindaco, ora defunto, Errico Parente, ed è stato anche tirato in ballo dal collaboratore di giustizia del clan dei casalesi, Benito Natale.

 E’ stato assolto, riteniamo anche per l’accusa di cointeressenze con la camorra per l’appalto per più di tre milioni di euro del collettore fognario.

E’ stato condannato in primo grado e poi assolto in secondo grado per un’altra vicenda riguardante la costruzione senza titolo di una cappella cimiteriale, e oggi presumibilmente in attesa del processo in Cassazione.

La combinazione tra le nuove fotografie da noi scattate e di quelle pubblicate nel primo articolo del 23 maggio rende chiara l’evidenza di una totale inesattezza delle parole del sindaco Villani. Non possiamo stabilire se ciò accade perché il primo cittadino mente o se perché quello che Malena ha fotografato è stato modificato dopo dalla CZeta o chissà da chi. Fatto sta che le nuove foto cementano in noi la convinzione che in quel sito si siano svolte attività illegali e pericolosissime per la salute pubblica.

Mercoledì 29 maggio: facciamo un passo indietro rispetto al nostro articolo di ieri. Accade, infatti, una cosa la quale dimostra chiaramente il fatto che un altro nostro articolo, ossia il primo del 23 maggio, ha colto totalmente nel segno.

Salta fuori, infatti, un’ordinanza ed è questa la novità di oggi a firma del già citato Maurizio Malena con il quale in pratica si modifica la destinazione d’uso del sito.

D’altronde se si fosse voluta confermare quella dell’isola ecologica, non sarebbe occorsa un’ordinanza. Quindi, si tratta di un’isola ecologica a cui si aggiungono un po’ di cose che con l’isola ecologica non c’entrano.

Leggiamo un brevissimo passaggio dell’atto amministrativo, nel dettaglio l’ordinanza sindacale n.11 del 29 maggio 2024 a firma del sindaco Villani con controfirma del Malena, il cui testo integrale pubblichiamo in calce questo articolo:autorizzazione stazione di trasferenza e/o deposito temporaneo di rifiuti non pericolosi

 provenienti derivanti dalle attività di gestione del servizio integrato di igiene urbana

Già l’oggetto fa capire che di isola ecologica non se ne parla proprio più, bensì, si parla di una “stazione di trasferenza” di rifiuti non pericolosi provenienti dalla raccolta Rsu di Capua.

Leggete che acrobazia: in pratica viene eliminata l’isola ecologica, ma di fatto questa rappresenta sempre l’obiettivo visto che la sua costruzione è frutto di atti amministrativi ancor più pesanti di un’ordinanza. E allora, CZeta – quanto è bellino Villani, crede di fregarci – scrive: “nelle more (ma quanti anni restano qui rovi queste more visto che la delibera sull’isola ecologica è ormai un reperto archeologico?)  della realizzazione del Centro Comunale di Raccolta (isola ecologica ndr) e per un tempo non superiore ai 12 mesi “ lì – sintetizziamo noi – in via Lazzaro di Raimo si stoccheranno con l’obiettivo di trasferirli  ad opera di CZeta rifiuti biodegradabili provenienti dalle attività di manutenzione del verde pubblico; terre di spazzamento; rifiuti ingombranti; apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso (RAEE)  ,  imballaggi in vetro.” In questo elenco non si parla né di frazione umida né di frazione indifferenziata che, ricordiamo, è una roba diversa rispetto a quello che era il cosiddetto tal quale cioè la monnezza raccolta negli anni 70/80/90 addò cojo cojo e catapultata in mega discariche.

Il cassone azzurro, quello che manca che fine ha potuto fare?  Mah, noi un’ idea  l’abbiamo e come al solito poggia su basi solidissime, su un travaso di arci dubbia  legalità che si sta realizzando in  piazza D’Armi prospiciente al sito.

Sono immagini spediteci da un paio di nostri lettori, probabilmente connessi anche all’attività del vicinissimo Liceo Garofano. Vi garantiamo che i professori, altri dipendenti, e tanti studenti sono letteralmente inorriditi quando hanno filmato quello che combinavano i mezzi di CZeta l’altro ieri mattina, il 30 maggio.

Guardando anche noi per la prima volta le immagini non siamo riusciti a stabilire subito se il trasbordo riguardasse la frazione umida o quella indifferenziata oppure entrambe all’unisono.

E allora, ci siamo andati a controllare quale raccolta fosse prevista all’alba del giovedì.

 Il 30 maggio, dunque, nelle navette è entrata la frazione umida e il cosiddetto multimateriale ossia bottiglie di plastica, banda stagnata etc…  depositate dai capuani nelle serate del mercoledì. Per cui quello che vedete nelle immagini è sicuramente un travaso di rifiuto umido, il più tossico, il più pericoloso in termini di potenziale produzione di percolato dalle navette ai compattatori

A proposito di compattatori di CZeta e di quell’idea che ci frulla per la testa come abbiamo scritto prima,   non è che quel cassone azzurro è ritornato utile con le sue ruote e con le sue strutture di aggancio ai mezzi mobili di CZeta? Allora non è vero che stava li, come scrive Villani dai tempi di Ecology. Stava li quel giorno perché era servito a far qualcosa all’interno dell’area in combinazione con uno dei mezzi mobili, ossia navette o compattatori. Anche perché il cassone azzurro non contiene la R  maiuscola, che contrassegna gli altri cassoni. Chi mastica un po’questa materia sa che quello è il simbolo dei “rifiuti pericolosi” di cui non si fa assolutamente cenno nell’ordinanza Villani- Malena

La comparsa e la scomparsa di quel cassone azzurro diventa dunque una cartina al tornasole della genuinità della dichiarazione del sindaco Villani che si configura, dunque, come una mastodontica balla, per di più pericolosa, propinata ai capuani

Smascherati, sono stati costretti a fare un’ordinanza che, attenzione non contiene, ripetiamo, né lo stoccaggio né lo stazionamento per trasferenza per la frazione umida e di quella differenziata. Il trasbordo della monnezza in piazza D’Armi è una delle cose peggiori mai successe a Capua. Avviene davanti a uno dei luoghi simbolo della cultura e della istruzione cittadine, il Liceo Garofano. E’ mai possibile che in un posto del genere, con questa identità possa avvenire il trasbordo della monnezza umida che produce percolato.?

Architetto Malena, ci vogliamo andare insieme a vedere se a terra c’è rimasta qualche traccia di liquido, magari già seccata e magari già inghiottita dal terreno invelenito? Magari, giusto per la creanza, giusto per avvertire gli ambulanti che li fanno la fiera settimanale e li vendono anche gli alimentari.

Questa storia non finisce qua