Pronti a vivere la spettacolare scalata al Castello della Stra Riardo

9 Luglio 2025 - 18:48

Podisti e appassionati si misureranno su 8,7 km dalle 18.30 di domenica 13 luglio nel percorso spettacolare tra borgo e castello, con la novità del traguardo volante al 4,5° km per i più veloci del primo giro

RIARDO (Pietro De Biasio) – A Riardo è tutto pronto: il borgo medievale dominato da quel castello che scruta le colline come un vecchio leone, è pronto a trasformarsi in pista di sudore e orgoglio. Domenica 13 luglio, dalle 18.30, parte la «StraRiardo – Scalata al Castello», gara per podisti veri, di quelle che non si vincono solo con i watt ma con testa e cuore.

Parliamo di 8,7 km duri, con 160 metri di dislivello reale: roba da specialisti che amano la salita quando brucia i quadricipiti. Il tracciato è un manuale di tattica: partenza nervosa in corso San Leonardo, poi dentro le viscere del borgo, via 20 Settembre, i gradoni del castello, lì si fa selezione vera. Chi ha gamba tiene, chi non ce l’ha si stacca. Il primo giro è un test di maturità, col traguardo volante dopo 4,5 km: sprint secco in corso San Leonardo, premio per chi sa rischiare senza bruciarsi. Poi si ricomincia, ma la scala al castello non la ritrovi: da lì in poi conta regolare ritmo, saper soffrire e non sprecare energie in salita.

Antonio Martino e la sua Asd Atletica Riardo hanno preparato ogni metro con cura maniacale, da veri cultori del nostro sport. E poi c’è il memorial Giuseppe Abbatiello, quindicesima edizione: un pettorale che vale doppio, perché corre anche la memoria. Pacco gara, percorso chiuso, cronometraggio di precisione a cura di Pasquale Pizzano, gli speaker Anna Nargiso e Gennaro Varrella a dare voce a ogni battito. E prima dei big, spazio ai bambini: alle 17.30 si corre senza cronometro, solo col sorriso.

Dopo la fatica, per chi ha ancora energia, c’è la sagra di paese: vino fresco, piatti di una volta, musica popolare perché la corsa è anche festa. Riardo, come direbbe un vecchio coach, non regala niente: ti accoglie, ti mette alla prova e poi ti premia. Ma solo se ci arrivi preparato. E chi mette quel pettorale in borsa, domenica sera, sa che un pezzo di storia se l’è portato a casa.