L’ULTIMO RAMPOLLO DI SANDOKAN. La Natale infastidisce Antonio Schiavone, il metodo “infallibile” dei prestanomi e perché la Dda ha tolto al boss “i gradi” di pentito
16 Luglio 2025 - 22:39

In un colloquio in carcere, avvenuto nello scorso ottobre, si parla delle dirette Facebook della nota giornalista, di un terreno venduto alla famiglia di Mario Natale, dei soldi incassati da Ivanhoe e dei suoi vizi
CASAL DI PRINCIPE (g.g.) – Ancora una volta la collega Marilena Natale ha messo, come si suol dire, a pensare e anche a preoccuparsi il clan dei Casalesi.
Evidenti, al riguardo, sono le parole che Antonio Schiavone, rivolge al fratello Francesco Schiavone Sandokan in un colloquio carcerario risalente allo scorso ottobre, alla presenza anche della sorella Angela.
La giornalista “che fa le dirette”, la giornalista che, secondo Antonio Schiavone” rompe le scatole”, non può che essere, infatti, la Natale che ha macinato decine e decine di dirette Facebook soprattutto nel periodo di cui i due fratelli si sono incontrati in questio colloquio.
Infastidisce la Natale, rompe le scatole nel racconto e nel disvelamento della particolarissima schermatura, escogitata da Sandokan, per proteggere dai sequestri e dalle confische il suo patrimonio.
I tre fratelli parlano, ma sanno fin troppo bene di essere ascoltati e per questo Sandokan nega di aver tenuto nascosti agli inquirenti della Dda le sue proprietà intestate a prestanomi con una modalità, ripetiamo, unica nel suo genere.
Ma a un certo punto Antonio Schiavone ha l’esigenza di comunicare qualcosa di importante al fratello e quindi lo fa muovendo solo le labbra, un movimento labiale che non sfugge alle telecamere che riprendono il colloquio, ma che non si riesce a decriptare, a tradurre in una frase ben definita.
La Natale – e noi più volte citammo al tempo quelle sue dirette – aveva scoperto che il meccanismo per nascondere proprietà immobiliari acquistate con i soldi del clan, con i trenta milioni al mese che Mario Caterino, detto ‘a botta, portava a Sandokan prima e dopo la latitanza, venivano imboscati con un metodo ingegnoso che, che a questo punto spieghiamo ai nostri lettori.
Ad esempio i 42 moggi di proprietà di Romolo Corvino e confinanti, in località Serralunga, a Grazzanise, con la proprietà di Nicola Schiavone padre, furono pagati (Sandokan sostiene 16 milioni di lire a moggio, al contrario solo in parte secondo il racconto Giuseppina Nappa, moglie del super boss) lasciando il titolo, il diritto reale al proprietario originario, ossia allo stesso Romolo Corvino, fidatissimo di Sandokan e che comunque non avrebbe mai osato, per ovvi motivi, mettere in discussione la proprietà di fatto di quei 42 moggi ad appannaggio del capo dei capi del clan dei Casalesi.
Ed è proprio su questo punto, proprio sulla presa d’atto di un tracciamento impossibile dei passaggi di proprietà che si è incagliato l’approdo concreti, definitivo di Francesco Schiavone allo status di collaboratore di giustizia. La Dda, infatti, non poteva non pensare che, con questo metodo, Sandokan abbia conservato la proprietà di fatto di tanti, tantissimi altri immobili.
Sempre nel colloquio dello scorso ottobre, Antonio Schiavone e la sorella Angela parlano della vendita di quei terreni alla famiglia di Mario Natale, notissimo personaggio di Casal di Principe, in passato coinvolto anche lui in inchieste di camorra, realizzata di recente solo formalmente da Romolo Covino, ma con trasmissione dei soldi incassati all’arrestato di oggi Ivanhoe Schiavone, ultimo genitore di Sandokan, afflitto dal vizio del gioco secondo la sorella del boss e forse anche autore di un passaggio di soldi sottobanco alla mamma Giuseppina Nappa.
Ed è questo il momento del colloquio in cui le parole di finto disinteresse di Francesco Schiavone sono ancora meno convincenti, appaiono ancora meno autentiche. Questo che vi abbiamo appena illustrato, è, a nostro avviso, uno dei punti più importanti dell’ordinanza che ha portato oggi all’arresto di Ivanhoe, l’ultimogenito di quella che è stata una famiglia criminale tra le più conosciute e temute del mondo.