Canili e affari pubblici nel Casertano: quando a gestirli sono gli stessi che dovrebbero controllarli
9 Novembre 2025 - 12:00
Un viaggio tra albi pretori, affidamenti comunali e intrecci di ruoli. Veterinari pubblici, ex gestori e parenti alla guida di canili convenzionati con i Comuni. A breve, un’inchiesta del nostro quotidiano sulla rete di interessi che ruota attorno al business dei canili
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CASERTA – Basta scorrere le determine pubblicate negli albi pretori dei Comuni della provincia di Caserta per notare un fenomeno ricorrente: le stesse insegne di canili e rifugi compaiono e si rincorrono nei vari affidamenti comunali, spesso con cifre considerevoli e dinamiche poco trasparenti. Dietro molti di questi nomi si nasconderebbero professionisti legati alla pubblica amministrazione che, in alcuni casi, avrebbero avuto in passato un ruolo diretto o indiretto nella gestione delle strutture.
Secondo diverse segnalazioni raccolte dal nostro giornale, ci sarebbero situazioni di potenziale conflitto d’interesse, con funzionari pubblici o loro congiunti coinvolti nella gestione di canili che ricevono fondi comunali per l’accoglienza e la custodia dei cani randagi. Il settore non è marginale. Il business dei canili in Italia muove circa 127 milioni di euro l’anno. Cifre che, in teoria, dovrebbero servire a garantire cure, benessere e reinserimento degli animali, ma che in pratica finiscono spesso per alimentare un sistema che scoraggia le adozioni. Più cani restano ospiti del canile, più aumentano gli introiti per chi lo gestisce.
In molte realtà della provincia le adozioni restano un miraggio. Volontari e associazioni raccontano di porte chiuse e difficoltà di accesso alle strutture, dove i cani restano per anni, fino alla morte, senza mai conoscere la libertà. Eppure, una semplice modifica ai capitolati d’appalto potrebbe invertire la tendenza ad esempio premiando, economicamente, le strutture che favoriscono le adozioni. Il canile, spesso percepito come rifugio, è in realtà solo l’ultimo anello di un sistema più complesso. Alla base, infatti, c’è il randagismo: più cani in strada significa più emergenze, più gare d’appalto, più fondi pubblici da gestire.
CasertaCe ha deciso di approfondire la gestione dei canili nel casertano concentrandosi sui rapporti tra pubblico e privato, sugli affidamenti diretti, sulle connessioni familiari e politiche e sul ruolo dei veterinari pubblici. L’obiettivo sarà capire quanto il sistema attuale garantisca realmente trasparenza, benessere animale e utilizzo corretto dei fondi pubblici. Un faro puntato sul mondo dei canili di Terra di Lavoro dove il confine tra tutela e affari sembra sempre molto, ma molto, sottile.
