CASERTA. Continuate a farvi del male: domani un irresponsabile consiglio comunale riduce la Tarsu del 6% con 40 milioni di euro di squilibrio

28 Marzo 2019 - 20:57

CASERTA (g.g.) – Un argomento del genere, in una qualsiasi altra città, anche del cosiddetto profondo sud, campeggerebbe in cima ai notiziari, corroborata dalle polemiche dalle iniziative dell’opposizione che avrebbe gioco facile a denunciare un’operazione demagogica quanto pericolosa.

Per carità, noi siamo contenti se i casertani pagano meno tasse. Per cui, se invece del 6%, così come il consiglio comunale di domani, venerdì, si appresta a deliberare, la Tarsu, cioè la tassa rifiuti solidi urbani diminuisse dell’80 o del 90% o non si pagasse proprio, saremmo arcicontenti.

Il problema è che il Comune di Caserta, numeri incontestabili alla mano, ha accumulato, ad oggi, dal 2013 in poi, 40milioni di euro di passivo in quello che dovrebbe essere il pareggio concreto, tangibile del rapporto tra costi e ricavi nell’ambito della gestione amministrativa del servizio dei rifiuti, così come prescrive la legge.

In poche parole, da almeno a 5 anni a questa parte, in sede di bilancio di previsione viene trascritta la somma pari all’importo dei cosiddetti ruoli inviati ai casertani, cioè quasi 22 milioni di euro.

Quasi la metà, o poco meno della metà di questi soldi non entrano poi nelle casse del Comune e finiscono per diventare, anche per effetto delle nuove norme, finalmente più restrittive, riguardanti l’iscrizione in bilancio dei cosiddetti residui attivi, debiti reali, componenti di quei 52 o 57 non ricordiamo precisamente la cifra, milioni di euro di passivo, di rosso che il Comune di Caserta ha dichiarato a conclusione dell’anno 2017.

Il Comune di Ottaviano, cioè quello che ha dato i natali a Raffaele Cutolo, stanzia, saggiamente una cifra pari a circa il 10% dell’ammontare dei ruoli Tarsu per finanziare il capitolo di bilancio detto fondo per il rischio di crediti inesigibili. Una roba di normale responsabilità. Ebbene, il Comune di Caserta, nello stesso fondo, inserisce meno dell’1% di quei 22 milioni famosi. Per cui ogni anno lo squilibrio è certo e i debiti si accumulano.

Sì, va bene, ma i cittadini di questo che se ne fottono? L’importante è che la bolletta Tarsu sia meno pensante. Questo vale per oggi, perché già Carlo Marino, se dovesse arrivare alla conclusione del suo mandato amministrativo, dovrà sicuramente aumentare pesantemente, con una vera stangata la Tarsu negli anni prossimi.

Già immaginiamo la tesi dell’amministrazione comunale: con una riduzione del 6%, avremo un gettito superiore, perché cittadini di oggi non pagano la Tarsu, da ora in poi la pagheranno.

Facciamo una scommessa? Ci rivediamo su questi schermi tra qualche mese. Il sempre più frastornato professor Pica assessore al bilancio e alle finanze, dovrebbe sapere che una riduzione, in termini assoluti tanto modesti rispetto ad un importo molto alto, impatta, riguardando la stessa una sola, una singola tassa, in maniera molto modesta.

57 milioni di euro di debiti che si avviano a diventare ancora di più in modo da arrivare ineluttabilmente al terzo dissesto e dunque a diventare la barzelletta del pianeta Terra.

Abbiamo mai sbagliato nelle nostre previsioni, sin dal tempo del primo di questi dissesti? No! Questa città, facendo operazioni del genere, ricollegandoci al problema concreto della vita di tutti i giorni dei cittadini, si vota sicuramente ad un declino ancor più ripido a strade ancora più scassate, a degrado totale da assenza di manutenzione. Perché per fare queste cose, ci vogliono i soldini in cassa e se tu hai tutti questi debiti, puoi affidarti solamente a finanziamenti esterni i quali necessitano di lunghissime istruttorie che poi allungano a dismisura interventi ormai ineludibili, urgentissimi visto che non ci vuole una particolare sensibilità per capire che la città di Caserta, oggi, è allo stesso livello di un tessuto urbano meridionale degli anni ’50.