Antropoli, Verazzo e altri TUTTI ASSOLTI. É ufficiale: Zagaria “Ciccio ‘e Brezza” è un cazzaro, ma noi lo sapevamo e l’abbiamo pure dimostrato anni fa

8 Giugno 2023 - 19:18

La sentenza sul secondo filone sulle presunte infiltrazioni camorristiche al Comune di Capua è stata pronunciata a Napoli dal giudice Fabio Provvisier alle 14,39. Formula piena per non aver commesso il fatto ad esclusione proprio di Zagaria, che ha “beccato” una condanna ad una pena di 4 anni di reclusione

CAPUA (g.g.) – Che Francesco Zagaria, detto “Ciccio e Brezza”, fosse fondamentalmente un cazzaro, non doveva certo raccontarlo a Casertace la sentenza, pronunciata qualche minuto fa dal giudice per le indagini preliminare e dell’udienza preliminare, nell’occasione odierna in funzione monocratica giudicante nel contesto di un processo celebrato con rito abbreviato al tribunale di Napoli contro l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, i cugini Giuseppe e Francesco Verazzo, tutti e due costruttori molto noti a Capua, ma anche nella natia Casal di Principe. E ancora contro i due ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela, quest’ultimo difeso dall’avvocato Gerardo Marrocco, e contro il dirigente dell’ area tecnica Francesco Greco, l’imprenditore di Trentola, con diversi problemi giudiziari connessi a fatto di camorra sul groppone, Domenico Pagano, oltre, naturalmente allo stesso Francesco Zagaria, condannato a 4 anni di carcere.

Tutti gli imputati in rito abbreviato (i due Verazzo, Diana, Antropoli, Luca Diana, Greco, Ricci e Taglialatela) sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

Ciò significa che tutti quello che ha raccontato Ciccio è Brezza sull’ipoteca del clan dei Casalesi sugli appalti del Comune di Capua non è stato considerato credibile, così com’era già successo in altri processi (primo filone sugli appalti capuani e duplice omicidio Caterino – De Falco) terminati negli ultimi mesi. Una circostanza che, però, come si diceva all’inizio di questo articolo, non deve certo essere comunicata a noi di Casertace che, molto prima di queste sentenze, dunque in tempi non sospetti, abbiamo scritto tre lunghi articoli, frutto di un lavoro molto duro compiuto su fonti documentali di origine e di grande caratura giudiziaria, abbiamo declinato non certo un pregiudizio nei confronti di Francesco Zagaria, ma valutazioni evidentemente condivise dai tribunali di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere, attraverso le quali, dopo ampie argomentazioni logiche, mosse esclusivamente dalle citate fonti giudiziarie, abbiamo realizzato che Ciccio è Brezza fosse, per l’appunto, un cazzaro.

Domenico Pagano, , difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli, Domenico Farina, e Alfredo Maria Cenviti, rispetto agli altri imputati, hanno deciso di procedere con il rito ordinario.

Andrea D’Alessandro aveva invece già patteggiato dinanzi al giudice.