Appropriazione indebita, direttrice a processo. La Cassazione dice no al ricorso

30 Settembre 2024 - 10:57

La difesa ha presentato ricorso contro due ordinanze emesse, nel gennaio del 2024, dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato condannando la donna al pagamento delle spese processuali

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SAN TAMMARO – Dichiarato inammissibile, dalla Suprema Corte di Cassazione, il ricorso presentato da Giustina Giordano, ex direttrice dell’ufficio postale di San Tammaro. La decisione rappresenta un capitolo significativo in un caso di appropriazione indebita che ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sull’integrità del servizio postale.

La donna, in qualità di direttrice, è accusata di essersi appropriata di oltre 600.000euro utilizzando firme contraffatte di ignari clienti e accreditando le somme sul proprio conto corrente e per questo licenziata nel settembre del 2023.

La difesa ha presentato ricorso contro due ordinanze emesse, nel gennaio del 2024, dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere che imponevano all’ex direttrice il divieto di dimora nella provincia di Caserta e l’obbligo di firma quotidiano alla polizia giudiziaria sostenendo che non vi fosse pericolo di reiterazione delle condotte criticando l’eccessiva severità delle misure cautelari.

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato e condannato la donna al pagamento delle spese processuali sottolineando che il tribunale di Napoli, che aveva respinto l’appello, aveva correttamente considerato il rischio di inquinamento probatorio manifestato attraverso il tentativo della donna di contattare le vittime cercando di influenzarle per evitare che fornissero informazioni alla parte di finanza.