ASL MARCIA fino al midollo: il dirigente aveva trasformato il suo ufficio in un centro massaggi: “Metti il lettino là, dove ci si massaggia e si ch…a”

2 Maggio 2021 - 18:29

Un altro stralcio veramente illuminante, soprattutto per comprednere la mentalità. Diciamo che la magistratura è intervenuta sull’attività degli ultimi 3 anni di questo qua, ma lui e tanti altri dirigenti e funzionari, per quanti anni, per quante stagioni hanno rubato e quanti miliardi di lire e milioni di euro sono stati divorati dalla bocca voracissima della corruzione?

 

AVERSA(g.g.) Stiamo insistendo con l’ordinanza relativa agli arresti avvenuti all’interno dell’Asl di Caserta già da qualche settimana, per due motivi. Il primo è che almeno noi dobbiamo stare a posto con la coscienza professionale, dando inuna terra relativista, che tende a digerire tutto, ma proprio tutto, chi invece ritiene che la legge dovrebbe essere sempre sovrana, ne deve scrivere 50, 100, anche mille di articoli su fatti come questi che dimonstrano il grado di pesantissima infiltrazione criminale, all’interno dell’Asl di Caserta, cioè nell’azienda più importante di questo territorio, quello con più dipendenti con più giro di affari.

Una delle piaghe sociali delle nostre genti è rappresentata proprio dalla sottovalutazione che poi consente a chi detiene le cariche di gestione di governo, di far finta di nulla, di spostarsi fischiettando fingendo di non aver neppure percepito cosa gli si consumasse intorno, quando invece, a voler essere magnanimi si deve parlare come minimo,ma proprio come minimo di culpa

in vigilando, la quale giustificherebbe totalmente il commissariamento dell’azienda che noi, naturalmente invano, chiediamo dal giorno successivo all’effettuazione di questi arresti e continueremo a chiedere per i motivi di coscienza di cui scrivevamo all’inizio.

Un altro motivo che ci induce a rimanere, come si suol dire, sul pezzo, è che questo Carizzone è veramente un soggetto da cabaret. Se si trattasse di un piccolo truffatore, di uno che si arrangia per vivere, ci risulterebbe addirittura simpatico nel momento in cui lo andremmo ad associare a quella categoria a noi gradita e qualche volta citata, delle “simpatiche canaglie”. Ma Carizzone è stato direttore di uno Dipartimento più importanti dell’Asl di Caserta.

Le sue funzioni e i suoi poteri erano di poco inferiori a quelle dei direttori generali, sanitario e amministrativo. E allora, pur strappando qualche sorriso, la valutazione del peso specifico legata ad una gravità indiziaria evidente, finisce per prevalere.

L’episodio di oggi riguarda un semplice lettino da massaggi. Di per sè, con tutti i soldi che “si so’ magnati” sembrerebbe un fatto di minore rilievo. Da un punto di vista materiale è così. Al contrario, da un punto di vista dello studio e della constatazione fenomenologica che non può fermarsi solo ai fatti specifici, ma che investe anche e soprattutto la ragion d’essere degli stessi, si tratta di un episodio emblematico, rivelatore.

Quel che conta non è tanto l’atto che il giudice per le indagini preliminari Maria Gabriella Iagulli riqualifica come peculato d’uso, modificando la richiesta, formulata dalla procura della repubblica di Aversa-Napoli nord, che vi aveva associato il reato di abuso d’ufficio, ma quello che si evince in termini di mentalità. Questi qua parlano al telefono tranquillamente come se si trattasse di un fatto normale che un potente si faccia fare i massaggi in una stanza laterale al suo ufficio, con attrezzature non di sua proprietà, ma di proprietà pubblica Asl.

Guardate, Carizzone non fa prigionieri. Ma non perchè sia particolarmene avido o tirchio, ma perchè nei nostri uffici pubblici funziona così. La maggior parte di chi ci lavora, quando può, approfitta. E siccome approfittano i capi, anche i sottoposti, che non ci tengono a fare la figura dei fessi, si adattano.

Di denunciare, poi, non se ne parla proprio, perchè l’impunità di cui hanno goduto questi episodi, questi comportamenti, larghissimamente diffusi in provincia di Caserta, induce anche quelle poche persone totalmente oneste a mortificarsi nell’auto consegna al silenzio visto e considerato che se uno va a denunciare, ha finito in pratica di campare e la sua giornata professionale sarebbe destinata a diventare un inferno.

Ecco cosa ci racconta l’episodio del lettino, che spiegato così sembra una roba che sta in mezzo tra una commedia di Goldoni e una farsa di Scarpetta. Ovviamente, non poteva mancare il tocco di classe di Carizzone, anche per far capire bene la multi utilità di quell’attrezzatura comprata per 100 euro con i soldi di Carizzone in un negozio di Casaluce da Francesco Della Ventura in nome e per conto dell’Asl, che però spedisce Della Ventura il 3 dicembre 2018 nell’ufficio provveditorato da Attilio Della Rocca per farsi rimborsare, scontrino alla mano i 100 euro che riconsegna a Carizzone.

Il luogo dove il lettino viene montato, Carizzone la definisce “la stanza dove si chiava e si massaggia“. A questo punto, verrebbe da dire: poi non si lamenti Carizzone se con la Rampone fa, come lui ha detto testualmente, “filoffio”. Perchè a una certa età, il sesso si fa e fa anche bene ma non bisogna esagerare, altrimenti il carburante si consuma più rapidamente rispetto a quello che può capitare ad un giovnae.

Scherzi a parte, il giudice sottolinea che quel lettino viene messo in un’area amministrativa del Dipartimento e non in un’area sanitaria. Lì rimane e a poco serve la testimonianza resa durante un interrogatorio, dall’infermiere addetto ai massaggi del direttore Antonio Molitierno, il quale cerca di coprire le magagne di Carizzone, partendo pure lui con una boiata pazzesca e cioè che le terapie anti dolorifiche erano praticate al direttore sulla scrivania.

Un posto tanto scomodo da giustificare, a suo dire, l’acquisto del lettino che però Molitienro, rendendosi conto quanto fosse insidiosa questa cosa per Carizzone e forse anche per lui, definisce un dispositivo utilizzabile anche in altre mansioni sanitarie. Il resto lo leggete nell’ampio e interessantissimo stralcio che pubblichiamo e che contiene diverse valutazioni formulate dal giudice.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA