ASL, questi RUBAVANO da anni a piene mani. E i vari De Biasio, Aniello Sacco, Michele Tari e Iovinella se ne accorsero solo quando la Procura si mosse

14 Aprile 2021 - 14:01

Sarà stata anche una coincidenza, ma come potete vedere dallo stralcio che publihciamo in calce, il medico, ex sindaco di Valle di Maddaloni, non è che non avesse capito, già dall’anno 2016, che qualcosa nel DSM non funzionasse. Eppure la sua nota del tempo rimase un unicum, dato che in quello stesso e in quelli successivi, fino a quando non si seppe dell’indagine, nessuno fiatò, nonostante questo giornale pubblicasse articoli circostanziati che poi hanno trovato pieno riscontoro negli atti della magistratura

 

AVERSA(g.g.) Studiando con attenzione i contenuti dell’ordinanza che ha portato all’arresto di dirigenti, funzionari e impiegati Asl, di imprenditori, insomma di corrotti e corruttori sistemici, ci siamo imbattuti stamattina nel nome di un tal dottore Pasquale Iovinella. Lo nomina il dirigente Aniello Sacco, in passato sindaco di Valle di Maddaloni, rispondendo ad una domanda a lui posta dai carabinieri del Nas che lo hanno ascoltato a sommarie informazioni il giorno 16 gennaio 2020.

Sacco racconta che qualche mese prima avevano ricevuto, riteniamo loro altri dirigenti degli uffici centrali dell’Asl, in quel di Caserta, una segnalazione da parte del dottor Iovinella, responsabile dell’ufficio anticorruzione aziendale, sulle due cooperative Rosso Rubino e Verde Smeraldo.

Rimandandovi ad un articolo un pò più dettagliato sulla complessa normativa che regola i processi di assistenza ai malati psichiatrici accolti all’interno di strutture socio sanitarie e fatta salva, fino a prova contraria, la buona fede di Sacco e di Iovinella, sarebbe interessante perchè tutto il meccanismo, tutte le spie d’allarme sull’attività criminale, attuata sistematicamente e pesantemente all’interno del Dipartimento di Salute Mentale, si innestarono quando si venne a sapere (perchè noi di CasertaCe, facendo il nostro lavoro, l’avevamo rivelato), che la procura della repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli nord, stava seriamente indagando su queste losche attività.

Ricordate uno degli ultimi articoli da noi scritti, quando abbiamo colto la tempistica con cui l’allora direttore generale De Biasio si mosse formalmente nei confronti di Carizzone, all’indomani del blitz effettuato dai Nas nelle sedi Asl che rappresentò il punto di snodo di un’indagine partita, però, già da diverso tempo, come dimostrano le tante intercettazioni ambientali e telefoniche pubblicate in questa ordinanza?

Se lo ricordate, il discorso vale anche per questa segnalazione di Iovinella, accolta da Sacco. E’ mai possibile che questo Carizzone, insieme a tutti gli altri, rubasse a piene mani, da anni e anni e che nessuno se ne fosse accorto al punto da segnalare la cosa all’unica autorità preposta ad intervenire, di fronte ad una notizia di reato, cioè alla Procura della Repubblica?

Come mai tutti cominciarono ad agitarsi all’Asl di Caserta solo quando si seppe della indagine mentre nulla era successo al tempo in cui, già a partire dal 2017 e poi ancora più pesantemente nel 2018, non ne parliamo poi nei primi mesi del 2019, questo giornale aveva fornito tutte le indicazioni affinchè un’autorità di controllo interno potesse svolgere gli accertamenti dovuti?

E non è che Aniello Sacco cascasse dal pero, visto e considerato che già nel 2016, aveva capito che nella gestione del DSM qualcosa non fosse debitamente chiaro.  Non a caso, lo racconta ai carabinieri, producendo anche la dovuta documentazione, nel già citato interrogatorio del gennaio 2020. Sacco, infatti, nel 2016, aveva contestato a Carizzone, attraverso la nota le determine di affidamento di pazienti psichiatrici ad alcune strutture private, tra questa, la determinas ull’inserimento di un paziente nella comunità alloggio della Coop Terra Magica che non risulta avere il riconoscimento da parte dell’ambito territoriale e non risulta essere inserita nella short list e la determina riguardante l’affidamento congiunto di 10 utenti alla casa alloggio Cosmo della ditta Emme Due srl che non riuslta nell’elenco dei cogestori dell’Asl essenre una semplice comunità alloggio.

Chi ha avuto l’idea seria e utile di seguire ogni puntata del nostro focus, sa già che la coop Terra Magica di Sessa Aurunca, fu una delle due che si sarebbe poi resa disponibile, due anni dopo, a diventare prestanome di fatto della Rosso Rubino, in modo che questa prendesse i soldi per i pazienti lì inviati dalla combriccola formata da Luigi Carizzone, Nicola Bonacci, Antonio Stabile eccetera, già da prima della data del 31 maggio 2018, giorno in cui le due coop che secondo la magistratura appartenevano di fatto alla proprietà dei suddetti personaggi, vennero inserite nell’elenco dei cogestori dell’Asl, in pratica, furono accreditate nel trattamento di quel particolare tipo di pazienti psichiatrici che non potevano essere accolti da strutture non accreditate, ma che garantivano quattrini, come si suol dire, “con la pala”, tutti erogati dal servizio sanitario nazionale attraverso la Regione Campania e l’Asl.

Quell’azione di Aniello Sacco rimase totalmente isolata. Carizzone, veleggiando peraltro verso il 70esimo anno di età, cioè verso il momento in cui si sarebbe dovuto mettere necessariamente in pensione, non solo continuò a rubare, ma lo fece anche di più rispetto al passato. Com’è possibile che un dirigente dell’Asl come Aniello Sacco, il quale aveva dimostrato di saper cogliere certi movimenti strani, cioè l’inserimento illegale di pazienti psichiatrici in strutture non accreditate (e nel 2016 non lo era neppure la Emme Due di Michele Schiavone, dove invece venivano mandati) capisce una volta e poi nulla più capisce e percepisce a partire dall’ultima parte dell’anno 2016, in tutto il 2017, in tutto il 2018, in quasi tutto il 2019?

Non percepisce nulla e non percepisce neppure l’ufficio anticorruzione, che, se non andiamo errati, è formato da persone che stanno lì solo ed esclusivamente per controllare se esistono movimenti sospetti all’interno dei procedimenti amministrativi.

Guardate, noi non sapevamo dell’esistenza di questo ufficio. Per cui, quando abbiamo letto il nome di questo Iovinella, ci si è aperto un mondo. Immediatamente ci siamo informati da quanto tempo lui svolga la funzione di responsabile anti corruzione e abbiamo appreso che lo è diventato a partire dal marzo 2019. Per cui, se ciò non lo esime dalle responsabilità, se ciò non mette in discussione il fatto che si sia mosso ugualmente in ritardo, gli fornisce l’attenuante dell’essere arrivato tutto sommato da poco tempo in quella postazione. Ma chi era il personaggio che lo aveva preceduto e che per anni aveva svolto la funzione di responsabile anti corruzione? Ma naturalmente il solito Michele Tari, oggi addirittura messo a capo dell’unità di crisi dell’Asl che fronteggia il covid in provincia di Caserta.

E allora, ci piacerebbe sapere come funziona e quali siano gli azione che durante la giornata svolgono, oggi, Iovinella e chi lo affianca, e ieri Michele Tari e chi lo affianca. Per carità, non vogliamo minimamente gettare ombre. Per noi Pasquale Iovinella e Michele Tari sono persone per bene fino a prova contraria. Ma sul terreno dell’efficienza, della produttività del lavoro, beh, non accorgersi di come si rubasse dentro al DSM, con sfrontatezza, platealità, comportamento spavaldo che può avere solo chi ritiene di godere di una zona franca di impunità, e allora no, occorre dirlo, non è che ci volesse un ufficio anticorruzione per sgamare Carizzone, anche perchè cari signori Sacco e Iovinella e Michele Tari, questo giornale scriveva decine e decine di articoli in proposito.

Per cui, se tutto ciò non vi ha indotti a svolgere la vostra funzione con più rigore ed efficienza, noi confermiamo la considerazione minima per le persone, ma non possiamo non affermare, senza se e senza ma, che dal punto di vista professionale, avete fallito, ci riferiamo all’allora dg Mario De Biasio e ai citati Sacco, Iovinella e Tari, la vostra mission, fornendo motivazioni fragili al senso della vostra presenza all’interno di un pubblico ufficio e parimenti giustificando in maniera non efficace il dato di fatto di uno stipendio, peraltro lauto, garantitovi dai cittadini-contribuenti.

Tutto ciò al netto delle tante cose che abbiamo contestato negli anni a Michele Tari, per altri motivi. Tutto ciò invece al lordo di un rilievo ancor più critico nei suoi confronti, visto che, da dirigente esperto quale sicuramente è per il numero di anni del suo servizio, buono o cattivo che questo sia stato (questione di punti di vista) non poteva non accorgersi di tutti i maneggi che avvenivano in uno dei dipartimeni più importanti di un’azienda in cui lui avrebbe dovuto sovraintendere alla tutela della legalità, segnalando ogni sospetto all’autorità giudiziaria. Al netto, al lordo e ancora al netto, stavolta della cognizione, da noi ancora non assorbita su questa funzione del responsabile anti corruzione e sul tempo in cui questa è entrata a far parte del funzionigramma Asl, visto e considerato che il caso di Carizzone è uno dei tanti casi di corruzione e di ruberia, di turbativa d’asta eccetera, su cui la magistratura è intervenuta negli ultimi 10 anni.

Ci aggiorniamo a domani.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA