AVERSA. Ecco qua: l’amministrazione denuncia lo schifo dei dipendenti comunali che truffano e nei giornali impazzano foto sul degrado degli uffici

14 Ottobre 2019 - 09:15

AVERSA (g.g.) – La pubblicazione di un nostro articolo, avvenuta il 18 settembre scorso (clicca qui per leggere

), ha reso pubblica una notizia già conosciuta nelle stanza del Comune di Aversa: i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo della città normanna stanno indagando per stabilire se ci sono stati, negli ultimi anni, dipendenti del Comune che hanno lavorato meno ore di quanto non sia previsto dal contratto collettivo nazionale e, non avendo recuperato questa carenza nel mese immediatamente successivo, perché questo è l’unico metodo previsto dalla legge, hanno accumulato decine, forse centinaia, di ore in meno, venendo remunerati però con gli stipendi ordinari, attribuiti ai dipendenti degli enti locali che operano per 150 ore al mese.

Ve l’abbiamo semplificata. Sappiamo che i conti, nel comune di Aversa non tornano, ed è molto probabile che in tanti abbiano rubato soldi, ghermendoli dalle casse pubbliche.

Ma questo articolo non lo scriviamo per ribadire ciò di cui già abbiamo notizia, ma per registrare quello che è a nostro avviso, un ovvia conseguenza del fatto che questa amministrazione, chi ci lavora all’interno, chi è come l’assessore Benedetto Zoccola, scortato da anni perché, come ha dimostrato durante un processo, la camorra di Mondragone voleva accopparlo, ha voluto affrontare il tema della trasparenza in maniera sufficientemente ferrea, almeno per ora e almeno fino a quando l’amico Benedetto Zoccola, che andrebbe tutelato e mai lasciato solo, continuerà a svolgere la funzione di assessore.

Ovviamente, come capita in questa terra, qualche giornale che, non lo fa neppure di proposito ma che propri o non ci arriva in termini cerebrali, si presta al gioco. Ed ecco che all’improvviso arriva in alcune ben precise redazioni, un profluvio di foto e di video che raccontano Aversa come se si trattasse di Calcutta, di Bombay o di un’antica bidonville africana: sporcizia, monnezza, come se con l’amministrazione precedente la città normanna fosse pulita, linda e lucida come Verbania o Trento.

Siccome non è così, è chiaro che l’indagine dei carabinieri, attivata dall’azione di controllo del sindaco Alfonso Golia e dell’assessore Benedetto Zoccola ha attivato dei meccanismi che non sono certo frutto dell’iniziativa della sola opposizione.

Poi è arrivata anche la prova regina: fotografie che immortalano il degrado in cui versano gli uffici dell’anagrafe, con tanto di topo allegato in bella mostra. Quella foto l’ha potuta fare solo un dipendente, non sappiamo se dell’anagrafe o di un altro settore del Comune. Insomma, l’amministrazione finisce sotto pressione perché ha osato dire che i dipendenti che hanno violato la legge devono essere puniti.

Poi ci chiediamo per quale motivo in questa terra si è radicata la camorra, la criminalità organizzata.

Attendiamo fiduciosi l’opera dei carabinieri e già da ora diciamo che se si dovessero registrare, in quest’inchiesta, dei casi che configurerebbero una vera e propria truffa ai danni del danaro pubblico, andrà sul terreno amministrativo, applicata immediatamente la legge Madia: sospensione, licenziamento ma soprattutto restituzione di tutti i quattrini illegalmente introitati.