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AVERSA. Il diktat del papà di Danila: “Mia figlia in giunta o…”. Paolo Galluccio, Alfonso Oliva e il bistrattato Michele Galluccio

17 Settembre 2018 - 11:15

AVERSA (g.g.)Alfonso Oliva è un assessore discutibile. Molto discutibile. Lo è, per come esplica il suo mandato e la sua funzione. Ma il modo in cui lo si sta ponendo in discussione rischia, paradossalmente, di rafforzarlo.

La storia si inserisce in quella vera e propria insalata russa che è diventata oggi la politica aversana in cui, ormai, le rivendicazioni sono esclusivamente legate a un filo autonomo per ognuna di esse, nel senso che ogni consigliere pensa ai cazzi suoi e non esiste una minima logica politica che renderebbe la nomina in giunta di un assessore la conclusione di un processo partecipato da tutti coloro che appartengono a un gruppo o a un partito. Processo nel quale, ma qui chiediamo veramente troppo, dovrebbero esserci i contenuti pubblicamente esplicati dell’azione di governo che l’assessore intende fare, legando questa al programma generale dell’amministrazione in cui entra e provando ad integrarlo con gli obiettivi enunciati dalla forza politica, movimento che l’ha eletto. Vabbè, un vero e proprio miraggio.

Ritorniamo al punto di partenza: Paolo Galluccio, già assessore della giunta De Cristofaro poi dimessosi dopo poco tempo dal suo insediamento, vuole la testa di Alfonso Oliva, ma non la vuole perché Oliva gestisce il suo assessorato come lo gestisce, cioè in maniera molto personale, ma perché Alfonso Oliva è l’espressione più nitida della rappresentanza di Zinzi

all’interno del governo cittadino. Beninteso, questa è una iattura per Zinzi. Ma si sa, l’amore può determinare situazioni imprevedibili e ad Alfonso Oliva è “girata alla grande” quando Raffaele Picaro, professore di diritto privato all’università di Santa Maria Capua Vetere, ma soprattutto uomo di fiducia e amico personale della famiglia Zinzi ha sposato la sorella di Alfonso Oliva.

Insomma, Enrico De Cristofaro che molto deve a Zinzi, al tempo coordinatore provinciale di Forza Italia, se è diventato sindaco di Aversa, incrocia una grande difficoltà nel difendere la posizione di Oliva, attaccato anche da altri settori della maggioranza ma, fondamentalmente, nel mirino di Galluccio, vera propaggine fisica di “Giggino la porpetta” nella città di Aversa. Cesaro è per lo sterminio di massa. Vuol far fuori tutti gli zinziani e questo, in considerazione della matrice dell’attacco e in considerazione del fatto che sia Cesaro a voler la testa dell’assessore, finisce, come si diceva, per rafforzare e non indebolire la posizione di Alfonso Oliva.

Per il resto, stiamo al vero e proprio assalto alla diligenza. Il papà di Danila De Cristofaro ha detto che o la figlia entra in giunta oppure passerà all’opposizione, creando una vera e propria guerra in famiglia, considerando che si tratta della nipote del primo cittadino. Il neo-leghista Michele Galluccio, anche se il sindaco lo prende continuamente a pesci in faccia, imputandogli gli scarsi risultati raggiunti come consigliere con delega alla polizia municipale, (manco se Enrico De Cristofaro parlasse dall’alto di una consistenza sindacale alla Fiorello La Guardia o come il De Luca prima maniera di Salerno.) restasaldo in maggioranza e chiede, a sua volta, di entrare nell’esecutivo.

Alla fine, salomonicamente, l’accordo potrebbe essere il seguente: un anno e mezzo a Danila De Cristofaro e un anno e mezzo a Michele Galluccio.

Probabilmente chi inizia avrà ragione, quello dell’ultimo anno e mezzo rischia seriamente di non farsi neppure un giorno nella sala del potere esecutivo. Se in tanti premono per entrare, occorre creare lo spazio che ora non c’è. Molti guardano alla poltrona, considerata debole, dell’assessora espressa dal consigliere Di Virgilio, il quale, però, da parte sua, non riesce a darsi una spiegazione logica del fatto che il ribaltonista Innocenti, passato dalla minoranza alla maggioranza, salvando, insieme a Rosario Capasso, il sindaco dopo l’epurazione dalla giunta e dalla maggioranza di Noi Aversani, abbia avuto la possibilità di nominare un assessore, poi di cambiarlo. Insomma, di diventare un potente della maggioranza, che incide molto di più di quanto incidano quelli che con De Cristofaro si sono presentati alle elezioni e che a De Cristofaro hanno portato i propri voti.

Una poltrona sempre traballante ma che rimane miracolosamente in piedi è quella dell’assessora Marika De Angelis, ultimamente, però, stando ai rumors del palazzo, pare che anche Orlando de Cristofaro, figlio del sindaco, e già coordinatore cittadino di Forza Italia, per nomina di Gianpiero Zinzi e poi, ovviamente silurato e sostituito dal già citato Paolo Galluccio, vorrebbe, chissà perché, (e qui Dagospia e Roberto D’Agostino ci soccorrono con il proverbiale “Ah, saperlo“) che la De Angelis levasse le tende dalla sua stanza in comune.

Conclusione: il sindaco De Cristofaro che il prossimo 8 ottobre sarà, probabilmente, rinviato a giudizio per l’ordinanza “The Queen”, cerca di tenere congelata la situazione fino a quando la giunta non approverà il Puc, per evitare che nuovi assessori possano contestare un copione già scritto. Puc, che poi è l’unico vero obiettivo di questo sindaco che, evidentemente, significativi impegni ha assunto con taluni imprenditori della città, a partire da Bo e Nino Della Gatta.

Ma perché tutto cià avvenga occorre che si esaurisca questa barzelletta del concorso per la scelta di un tizio il quale dovrebbe mettere a punto un Puc, in verità già pronto da tempo e ben custodito in muniti cassetti. Durante questa settimana dovrebbe essere fatta la nomina. Poi non si sa mai. Ad Aversa è tutto fluido, tutto quotidianamente incerto.