AVERSA. Quota rosa nella giunta di Golia, si muove il difensore civico della Regione. Ma non ci sono dubbi per noi: com’era ora è illegale

16 Gennaio 2020 - 18:14

AVERSA – A sollevare la questione, anche questa volta, come a Caserta, è un membro dell’opposizione al consiglio comunale. Stiamo parlando di Alfonso Oliva, uomo di Fratelli d’Italia nell’aula consiliare di Piazza Municipio. E se, nel capoluogo, il gruppo di Speranza per Caserta si è rivolta alla Consigliera di parità regionale, figura istituzionale che opera per le pari opportunità tra uomo e donna, il consigliere aversano ha presentato un’istanza presso il Difensore Civico, organismo monocratico indipendente che interviene nei casi di ritardi o gli abusi della Pubblica Amministrazione, in regione rappresentato da Giuseppe Fortunato. Due figure diverse, per due casi fondamentalmente simili.

La vicenda riguarda la composizione della giunta comunale che sarebbe in contrasto con la legge 56 del 2014. Questo perché, come a Caserta, la quota del 40% , requisito minimo per la presenza di uno dei due sessi rispetto all’altro, non viene mantenuta dal governo cittadino presieduto di Alfonso

Golia. In queste ore, è stata resa nota la risposta del Difensore Civico che ha chiesto riscontro della situazione in giunta al sindaco Golia. “Chiarimenti in merito“, questo scrive Giuseppe Fortunato nella nota inviata al primo cittadino di Aversa e allo stesso Alfonso Oliva, promotore del ricorso. Attendiamo, quindi, le risposte che il sindaco darà sulla vicenda, cercando di capire se davvero ci sia il reale rischio che tutti gli atti della giunta dal 6 novembre in poi, data delle dimissioni della ex assessora all’Ambiente Mena Ciarmiello, vengano annullati.

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, per Aversa, invece, andiamo ad analizzare le parole che lo stesso Oliva mette nero su bianco nel suo esposto datato 7 gennaio: “Lo scrivente Avv. Alfonso Oliva, n.q. di consigliere comunale di Aversa, del gruppo consiliare Fratelli d’Italia, con la presente segnala che a seguito delle dimissioni in data 6 novembre 2019 dell’assessore all’ambiente, la Giunta Municipale del Comune di Aversa è cosi composta: cinque membri di genere maschile (compreso il sindaco) e due membri di genere femminile. È evidente che tale composizione di genere sia in netto contrasto con la vigente legge 56/14 art 1 C.137 che prevede che “nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore ai 3000 abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento aritmetico“: nella fattispecie dal sottoscritto esposta è evidente che la Giunta del Comune di Aversa su sette componenti dovrebbe avere quattro assessori di un genere e tre di un altro (2,8 con arrotondamento matematico). Purtroppo dal 6 novembre u.s. la composizione della Giunta del Comune di Aversa consta in cinque uomini e due donne ed in tale composizione essa ha approvato tutte le delibere dalla n.163/2019 ad oggi, in evidente contrasto normativo e, pertanto, nulle. “.

A memoria di tutti, vi pubblichiamo il testo dell’articolo 47 del d.lgs 267/2000 Tuel in vigore: “La giunta è un organo collegiale composto dal sindaco, che ne è anche presidente, e da un numero di assessori, stabilito dallo statuto comunale“. Per questo, nel conto della giunta va aggiunto il sindaco, presidente della giunta comunale. L’equivoco e l’errore nasce con molta probabilità dall’ignoranza sull’articolo sopracitato, il quale chiarissimamente indica il sindaco come componente della giunta. Quindi, a Caserta il conto dev’essere fatto su 9, non su 8, mentre ad Aversa su 7. E infatti, ad 8, visto che dopo le dimissioni della delegata all’Ambiente Mena Ciarmiello ancora lo slot resta vacante, con la presenza della citata Ciarmiello, la quota del 40% era rispettata.

Come detto, in pratica, lo stesso problema sollevato da Speranza per Caserta nel capoluogo viene rilevato da Alfonso Oliva di FdI. Cambia soltanto l’ente a cui tale informazione viene mandata: la minoranza casertana si affida alla Consigliera di Parità, l’avvocato aversano si sposta al Difensore Civico. A questo punto, è importante anche porsi due domande sul funzionamento della normativa in maniera di parità tra sessi se, in due dei maggiori centri di tutta la provincia, il rispetto dell’equivalenza dei generi nelle giunte comunali inizia ad apparire puramente ornamentale.