CAMORRA & CASH. Francesco Zagaria Ciccio ‘e Brezza aveva trasformato la banca di S.MARIA C.V. in un mega bancomat. Prelievi per quasi 300mila euro

19 Marzo 2021 - 12:37

Fatti sempre grazie allo stesso impiegato, oggi sospeso ed indagato per riciclaggio anche se il gip non ha ritenuto applicabile l’aggravante camorristica. La filiale in questione è la Banca Popolare di Bari di Santa Maria Capua Vetere

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) L’impiegato della Banca Popolare di Bari, filiale di Santa Maria Capua Vetere, Andrea D’Alessandro, aveva una consolidata consuetudine nel rapporto personale ma soprattutto nel rapporto professionale con Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza.

Secondo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli che ha firmato la recente ordinanza che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’imprenditore di Trentola Ducenta Domenico “Mimmo” Pagano, e dei due imprenditori di Casal di Principe trapiantati a Capua Francesco e Giuseppe Verazzo, per D’Alessandro, se c’è evidentemente la contestazione del reato ordinario, cioè di aver sistematicamente violato la procedura anti ricilaggio, quindi aver concorso, con lo Zagaria, nella commissione di questo reato, non ci sono, invece, elementi per contestare anche l’aggravante camorristica o addirittura il concorso esterno, perchè non esistono, secondo il gip, anche nelle dichiarazioni di Francesco Zagaria, fatti che dimostrino la corresponsione di un valore materiale reale a favore del clan, da parte di D’Alessandro.

Questo stralcio che pubblichiamo oggi contiene tutti i prelievi fatti in nome e per conto di Francesco Zagaria dal conto corrente della Prisma Costruzioni, cioè la società con sede a San Prisco che, secondo la Dda, è stata utilizzata per un lungo periodo di tempo anche per corrispondere tangenti agli uffici delle pubbliche amministrazioni, dove Zagaria si muoveva per ottenere appalti e affidamenti.

Al riguardo, nella formulazione di accusa non si fa riferimento specifico al comune di Capua che è quello su cui poi si ruota anche il teorema accusatorio relativo al presunto raporto tra Francesco Zagaria, l’allora sindaco Carmine Antropoli e il dirigente dell’Ufficio Tecnico Francesco Greco. Per quanto riguarda le riscossioni, effettivamente in un lasso di tempo che potete evincere dall’elenco delle varie operazioni all’interno dello stralcio che riportiamo in calce, si vede che dal conto corrente della Prisma Costruzioni è stata prelevata una somma complessiva di 224.000 euro mentre il prelievo più cospicuo è stato di 15.000 eseguito il primo ottobre 2012.

Diverso il discorso per la Effezeta dove i prelievi ammontano complessivamente a 26.000 euro. Quello più alto è stato emesso il 31 ottobre 2014, pari a 6.500 euro.

Ognuna di queste operazioni è stata fatta proprio con D’Alessandro. Ciò dimostra, secondo il giudice, che quest’ultimo avesse una consapevolezza della necessità di dover violare le norme anti riciclaggio per favorire una attività di prelievo sistematica, organizzata da Francesco Zagaria.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA