CAMORRA. Gianluca Bidognetti voleva uccidere. Le chiamate dal carcere e chi aveva fermato il primo blitz

26 Luglio 2023 - 10:27

CASAL DI PRINCIPE – Continuano ad emergere vicende legate alla reggenza di Gianluca Bidognetti, figlio di Francesco Cicciotto e’ Mezzanotte, sotto processo assieme ad altre trentuno persone, tra cui le sorelle Teresa e Katia e i mariti di queste, ovvero Carlo D’Angiolella e Vincenzo D’Angelo, divenuto collaboratore di giustizia.

Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, nell’operazione coordinata dalla direzione Distrettuale Antimafia di Napoli attraverso una telefonata partita direttamente dal carcere di Terni, Gianluca Bidognetti avrebbe detto all’uomo che si occupava per le comunicazioni tra lui ed esterno, Federico Paciotto Barrino, che bisognava sparare in testa a chi aveva ucciso Mussuto.

Una vendetta, quindi, rispetto all’assassinio di Enrico Esposito, detto Mussuto avvenuto a San Felice al Circeo nel 1997.

Mussuto era uomo Carmine Di Girolamo, guida del gruppo che gestiva l’area di Aversa e divenuto poi collaboratore di giustizia.

Nel 2021 fu captata questa conversazione. Ma ci sarebbe stata un’altra organizzazione omicida voluta da Gianluca Bidognetti.

Il nuovo capoclan, infatti, come già raccontato nei mesi scorsi, voleva mettere in piedi un raid nei confronti di Attilio Guida, legato ad Emilio Martinelli, figlio del boss e killer Enrico, il quale non è indagato in questa vicenda.

In questa occasione, però, sarebbe stato il cognato Vincenzo D’Angelo a dissuadere Bidognetti Jr. dal compiere l’omicidio.

Quando si è trattato di vendicare vissuto, Gianluca Bidognetti avrebbe specificato di non far sapere al cognato l’operazione.

Per quanto riguarda il processo di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo, ricordiamo che 32 indagati sono attualmente sotto processo, un procedimento che si terrà col rito abbreviato, presso il tribunale di Napoli.