CAMORRA, POLITICA & PISTOLE. Orlando Diana, sindaco ombra di San Cipriano, nascose le armi per un omicidio e fu presente di persona alla preparazione dell’agguato

12 Giugno 2022 - 12:01

Il racconto verbalizzato reca la firma di Nicola Schiavone, che esternò forti perplessità a Oreste Caterino per quella presenza. Chissà se la presenza nella maggioranza che governa il Comune di San Cipriano della moglie di Orlando Diana, presidente del consiglio comunale fino a gennaio e reduce da una performance elettorale da 600 e passa preferenze, possa indurre la Prefettura a dare un’occhiata in un posto in cui l’ultima volta si è candidato un solo candidato sindaco…

 

 

 

CASAL DI PRINCIPE/SAN CIPRIANO (G.G.) – L’attività di indagine svolta dai magistrati della Dda che coordinano l’attività investigativa della Squadra Mobile di Caserta punta a verificare se i tanti, tantissimi racconti acquisiti negli ultimi anni da diversi collaboratori di giustizia possano integrare un’accusa solidamente contestata di reato associativo, concorso esterno o addirittura intraneità a carico di Orlando Diana, imprenditore del settore socio-sanitario ma anche uomo politico impegnato anni fa all’interno dell’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Enrico Martinelli, con la carica di assessore, ma soprattutto, almeno a quanto racconta Nicola Schiavone junior, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, vero punto di riferimento nella politica sanciprianese nel clan dei Casalesi, in pratica un sindaco ombra.

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato diversi stralci di interrogatori. Stamattina ce ne siamo riservati uno, sempre relativo alla collaborazione con la giustizia, partita dal luglio 2018, del citato Nicola Schiavone. Questi racconta di un omicidio saltato all’ultimo momento, ma le cui fasi preparatorie erano già attivate. Lo avrebbero dovute realizzare lui stesso, Oreste Caterino (oggi defunto) e Giuseppe Misso.

Nicola Schiavone ricorda che il commando era stato già formato. Le armi erano quelle che Caterino nascondeva proprio a casa di Orlando Diana. Ma non finisce qui, visto e considerato che Diana era presente fisicamente alla fase di preparazione dell’agguato.

C’era lui e c’era Francesco Barbato, cugino diretto della moglie Giuseppina Barbato, ma anche molto legato a Nicola Schiavone, al quale ha fatto anche da autista e con il quale condivide la medesima scelta di pentimento e di collaborazione con lo Stato.

A dimostrazione che quella presenza fisica fosse un fatto di grandissima importanza, ci sono proprio le lamentele che Schiavone esterna a Oreste Caterino, cioè a colui che garantiva per Orlando Diana.

Ad assistere a quelli che Schiavone definiva due estranei rispetto alle persone coinvolte nella preparazione diretta di un agguato, rappresentava un’imprudenza, anche perché il figlio del fondatore del clan dei Casalesi sapeva bene quali fossero i rapporti privilegiatissimi tra Orlando Diana e Michele Zagaria.