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CAMORRA, servizi sociali ed ASL CASERTA. L’inquietante telefonata di Maurizio Zippo alla donna di Pasquale Capriglione. I sanciprianesi soci di fatto della Rsa di CASERTA e il messaggio mandato ai dirigenti dell’azienda sanitaria locale

16 Marzo 2022 - 12:32

Oggi ci siamo soffermati su uno stralcio del documento con cui la Dda di Napoli ha ottenuto le perquisizioni realizzate il 9 e 10 dicembre scorsi, non lungo, anzi decisamente breve, ma ad altissimo peso specifico, ovviamente per noi che svolgiamo studi approfonditi, che ci hanno consentito negli anni, leggendo milioni di pagine tratte dagli atti giudiziari, di avere una visione dìnsieme della grande “abbuffata” casertana e di coninteressenze tra criminalità organizzata, politica, burocrazia in turpe azione negli enti pubblici 

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA(g.g.) In tutto il documento, presentato al giudice dai magistrati della direzione distrettuale antimafia nello scorso autunno e finalizzato ad ottenere le perquisizioni, poi effettivamente svoltesi il 9 e il 10 dicembre, viene prodotto uno sforzo molto interessante per accumulare più elementi possibili in modo da rendere, per il momento, più che verosimile il fatto che quello, costituito in provincia di Caserta, nel settore dei servizi sociali, sia stato un cartello vero e proprio, quasi un’unica società di fatto, che metteva insieme gli interessi di 5 personaggi ben precisi: Pasquale Capriglione, un vero e proprio mattatore delle gare del terzo settore, a partire da quelle bandite nel comune capoluogo, dai tempi dell’amministrazione Del Gaudio, poi Orlando Diana,

attore protagonista più o meno defilato di tantissime cooperative del settore, ma anche politico di spicco della piazza di San Cipriano d’Aversa, dov’è stato super assessore nel 2010 con l’amministrazione di Enrico Martinelli, salvo poi lasciare spazio a sua moglie Giuseppina Barbato, eletta alla presidenza del consiglio comunale dall’alto dei 650 voti personali raccolti, un vero e proprio boom di preferenze, oggi semplice consigliere comunale, dopo essersi dimessa dalla carica di guida del consiglio, ma anche da quella di componente della commissione Affari Sociali, a un paio di mesi di distanza dall’esplosione del caso giudiziario che ha coinvolto il marito, che degli affari sociali, in provincia di Caserta, è stato decisamente il dominus.

Il terzo nome è quello di Maurizio Zippo, anche lui di San Cipriano e anche lui, al pari di Orlando Diana citato da importanti collaboratori di giustizia, a partire da Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan ma anche da Massimiliano Caterino detto o mastrone, vero uomo di fiducia di Zagaria. Pentiti che li hanno etichettati come persone totalmente a disposizione del clan dei casalesi.

Il quarto uomo, ma non in ordine di importanza – perchè abbiamo la sensazione che lui e Capriglione stiano allo stesso livello – è Luigi Lagravanese, Ginotto per gli amici, di cui parla a lungo, ma veramente a lungo, il già citato pentito Nicola Schiavone e tra le altre cose attinto da un provvedimento cautelare, restrittivo della libertà personale, in un’indagine, sempre Dda, datata qualche anno fa.

Il quinto e ultimo uomo è Gennaro Bortone di Lusciano, considerato quello più vicino, più collaborativo, rispetto a Pasquale Capriglione, al punto che in qualche circostanza i due, dal punto di vista imprenditoriale, si sovrappongono letteralmente.

Anche nella parte che abbiamo letto stamattina, la Dda espone argomenti, a nostro avviso, molto fondati e che dimostrano le strettissime cointeressenze tra i protagonisti principali di questa indagine.

Ad esempio, nel momento in cui viene evidenziata una telefonata, fatta il giorno 30 settembre 2020, da Maurizio Zippo a Iolanda Villano, responsabile della Rsa, casa di accoglienza e di assistenza per disabili, in via De Falco a Caserta, risulta difficilmente confutabile la tesi di un non inserimento di Maurizio Zippo nella gestione di una struttura e di un appalto, che Pasquale Capriglione si era aggiudicato definitivamente l’anno prima, dopo aver gestito la Rsa come seconda classificata, nel periodo che va dal 2017 al 2019, per effetto del subentro ai danni del Consorzio Sinergia, colpito da interdittiva antimafia nel marzo del 2017, provvedimento esteso anche alla cooperativa Primavera di Maurizio Zippo all’incirca due settimane dopo, e poi anche ai danni della seconda gamba del consorzio appena citata, cioè la cooperativa Il Volo di Orlando Diana che, per un mese, aveva gestito a sua volta la struttura, fino a quando l’Asl fu letteralmente costretta a far scorrere la graduatoria di quella gara, premiando il consorzio Nestore di Capriglione.

Quando Zippo parla con Iolanda villano che ricordiamo coordina la struttura in nome e per conto di Il Sole che ride, cioè la coop pure di Capriglione che si è aggiudicata per un soffio, una gara (CLIKKA E LEGGI QUANDO L’IMPRENDITORE COMMENTA STUPITO L’ESITO) che comunque, se Il Sole che Ride non ce l’avesse fatta, avrebbe comunque arriso a Bortone, con il suo consorzio Filipendo, seconda classificata e in pratica fotocopia di Nestore, del Sole che ride e dello stesso Capriglione.

Non possiamo dire che Maurizio Zippo parli da padrone rivolgendosi alla dirigente messa lì da Capriglione, ma poco ci manca. Chiede conto di una riunione, svoltasi nella sede della Rsa tra le 13.30 e le 14.30 e presieduta da quello che viene definito “un uomo” da Zippo, il quale vuole sapere, e non lo chiede certo con grande gentilezza, se nel corso di quella riunione siano stati chiariti i rapporti tra l’Asl e le cooperative e se, nel corso della stessa riunione, sia stato ripristinato quello che Zippo definisce un “ordine interno” in grado di far capire a tutti i dipendenti che la persona di riferimento dalla cooperativa fosse la Villano, cioè, aggiungiamo noi, Pasquale Capriglione.

Da questo documento non si capisce e peraltro non sarebbe stato illogico se lo avesse fatto capire, quale fosse la ratio, la ragione di fondo che ispirava queste parole di Zippo. Ma è chiaro che lui si sentiva quota parte di una società di fatto che gestiva, sempre di fatto, una struttura che peraltro aveva governato, in quel caso ufficialmente, insieme ad Orlando Diana, dal 2012 al 2017.

Ma Zippo non ne aveva titolo perchè lui, dalla nuova gara, era stato addirittura escluso. Ma il titolo se lo prendeva e a Pasquale Capriglione, evidentemente, stava bene così, altrimenti il sanciprianese non si sarebbe potuto rivolgere in quel modo alla Villano, persona di fiducia dell’imprenditore di Carinola. Altra cosa interessante che emerge della telefonata di cui ci stiamo occupando, è quella relativa alla presunta necessità, da parte dell’Asl di Caserta, di sapere con certezza che il portavoce, l’unico a parlare in nome e per conto della Rsa, debba essere proprio Capriglione. Un paradosso, dato che Capriglione era colui che si era aggiudicato la gara ed era, dunque, la legge a garantire alla sua coop il posto di unico interlocutore dell’Asl.

Ma evidentemente, la legge scritta nei codici, a partire da quello degli appalti è una cosa, che conta fino a un certo punto e conta solo per la burocrazia, chiamata ad introitare carte e documenti quando un bando viene pubblicato; altra cosa è la “legge materiale”, quella che si apprende dalle parole di Zippo e che disegna il solito quadro inquietante di relazioni tra soggetti in odore di camorra e pubblica amministrazione, erogatrice di risorse economiche, di somme ingentissime di danaro, ad epilogo di gare che, andandole a vedere bene, a studiarsele sul serio, sono monopolizzate, per il 90% da soggetti che già si sono messi d’accordo prima e che poi, a vario titolo, si divideranno la gestione della struttura pubblica.

Elementi di riscontro sono l’individuazione del luogo da cui parte la telefonata di Maurizio Zippo a Iolanda Villano, il sanciprianese chiama, infatti, dalla zona in cui si trova la Rsa. Riscontrata anche la posizione di Capriglione che in quel lasso di tempo, tra le 13.30 e le 14.30 del 30 settembre 2020 si trova nella stessa zona e quindi presumibilmente all’interno della Rsa.