CAMORRA&POMPE FUNEBRI. Il pentito Francesco Zagaria chiama in causa un noto dirigente veterinario dell’Asl: ” Favori alle masserie degli amici di Michele Zagaria”

5 Febbraio 2021 - 22:08

CASAPESENNA (g.g.) – Sulla credibilità del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza, abbiamo più volte espresso il nostro punto di vista da un paio di mesi a questa parte.

Anche nella giornata di ieri (clicca qui per leggere) non ci siamo risparmiati, perché, nel momento in cui ci assumiamo l’onere culturale di dissentire da una tesi di un giudice, nel caso specifico del gip del tribunale di Napoli che ha firmato l’ordinanza ultima su Paolo Siciliano e Filippo Capaldo, dobbiamo necessariamente spenderci senza risparmio nelle argomentazioni di tipo logico e perché no, anche del tipo tecnico-giuridico.

Punto di vista, niente di più. L’analisi dei contenuti delle dichiarazioni di Francesco Zagaria si conclude stasera con l’ultimo stralcio a queste dedicato e che vi presentiamo nella sua versione integrale in calce a questo articolo.
Stavolta Ciccio e Brezza parla di questioni relative ai suoi territori. Di dinamiche sviluppatesi nell’ambito della filiera bufalina per esempio che ha proprio nella zona di Brezza il suo punto iniziale che poi, dalla piana dei Mazzoni si estende fino al litorale domizio. Il giudice utilizza queste ultime dichiarazioni come ulteriore elemento che dimostrerebbe a suo dire, la veridicità e la genuinità delle dichiarazioni dl pentito.

Nella cornice di questo rapporto intensissimo, che Zagaria dice di aver avuto con Filippo Capaldo, si inserisce anche una vicenda riguardante un pericoloso screzio tra quella che Zagaria definisce “la vedova-Ligato” e alcuni personaggi di Calvi Risorta. Al centro del problema il sempre delicato modo delle agenzie di pompe funebri, uno storico terreno di caccia dei clan, che vi si impegnavano direttamente investendoci sopra ove si ricavavano quattrini con pesanti attività estorsive. La presunta vedova Ligato è furiosa perché un’impresa di pompe funebre di Calvi Risorta compie continue invasioni di campo nell’area di Pignataro Maggiore. Capaldo direbbe a Ciccio e Brezza di intervenire. Questi, in sintesi, si muove e cerca di riportare pace. Allo stesso tempo però, dichiara di aver riferito a Filippo Capaldo di non aver pressato più di tanto l’impresa di pompe funebri di Calvi Risorta perché questa farebbe riferimento a Raffaele Castaldo il quale, da dirigente veterinario dell’Asl di Caserta, avrebbe fatto, così dichiara sempre Ciccio e Brezza, diversi favori ad aziende agricole bufaline riconducibili proprio a Michele Zagaria.

Alle dichiarazioni del pentito, seguono i riscontri, effettuati dal Ros dei carabinieri: sul fatto che ci sia una vedova Ligato in ballo, Francesco Zagaria non dice il vero o comunque si confonde dato che Raffaele Ligato è in carcere da una vita ed è vivo, come sono vivi i suoi due figli. Zagaria potrebbe riferirsi a Maria Giuseppa Lubrano moglie di Raffaele, ergastolano. Nell’ordinanza non si fa riferimento al cognome di questo Raffaele. Effettivamente la famiglia Ligato è stata molto attiva nel settore delle pompe funebri, tanto è vero che per questo motivo, nell’anno 2019 scattò un blitz e degli arresti. Si ricorda a riguardo un pesante pestaggio a cui Antonio Raffaele Ligato sottopose Gaetano Vagliviello titolare di un’agenzia di pompe funebri perché a sua volta avrebbe invaso il perimetro di Pignataro Maggiore. Per quanto riguarda Raffaele Castaldo è stato responsabile veterinario a Capua e dal 2015 a San Marcellino. Lui è uno di quei veterinari spesso ospiti di casertace che offre la funzione di certificatore degli indennizzi trasferiti agli allevatori che subiscono i costestatissimi e discutibilissimi abbattimenti dei loro animali per brucellosi e tubercolosi. L’impresa di pompe funebri di Calvi Risorta dietro la quale ci sarebbe Castaldo dovrebbe essere la Zona Imperia, quest’ultima figlia di Alfonso zona, noto pregiudicato con precedenti specifici relativi ad attività camorristiche. Fermo restando che non è affatto oro colato quello che Francesco Zagaria dichiara, è chiaro che nel momento in cui salta fuori una sua dichiarazione che accusa in pratica questo dirigente dell’Asl di aver fatto favori a Michele Zagaria, la questione della febbrile attività di abbattimento, protetta dal Governatore Vincenzo De Luca, diventa un elemento di ancor maggiore delicatezza rispetto alle zone d’ombra già lunghissime che si proiettano su un settore opaco e su cui si addensano interessi lucrosissimi.