CAPUA. L’affarone della vendita (irregolare) del terreno in zona produttiva alla famiglia Sessa. Gli interessi di Aristide e Gennaro Sessa, la posizione della consigliera comunale Veronica Iorio
23 Ottobre 2024 - 09:55
Ogni promessa è debito: ci impegnammo con i lettori di CasertaCe a svelarvi il nome dell’acquirente tenuto, incredibilmente e ingiustamente, segreto dall’amministrazione comunale e dal sindaco Adolfo Villani ed ecco oggi che vi spieghiamo quest’operazione ribadendo il motivo per cui, è a nostro avviso irregolare, e tutte quante le situazioni a latere
CAPUA (g.g.) Avevamo promesso ai nostri lettori di svelare il nome dell’acquirente a prezzo stracciato di un terreno destinato ad insediamenti produttivi nel perimetro del Comune di Vitulazio ma di proprietà di quello di Capua.
Stiamo parlando di un argomento da noi trattato diverse volte nell’ultima estate (CLIKKA QUI PER LEGGERE UNO DEGLI ARTICOLI).
Francamente ingiustificabile l’utilizzo, da parte dell’amministrazione comunale capuana delle sole iniziali dell’acquirente. La parola privacy ha a che fare con privato e in questo negozio giuridico di privato non c’era proprio nulla, appartenendo esso alle procedure e dunque al diritto amministrativo che si ingloba nell’alveo del diritto pubblico.
Il nome è quello di Igino Sessa, appartenente ad una famiglia arcinota ed anche molto stimata di commercianti capuani impegnati soprattutto nel settore della vendita di oro e preziosi.
A maggior ragione, trattandosi della famiglia Sessa, ripetiamo persone per bene fino a prova contraria non si capisce per quale diavolo di motivo Adolfo Villani ha voluto tenere segreta l’identità dell’acquirente
Igino Sessa ha preso un’altra strada professionale rispetto ai suoi congiunti, rispetto ai fratelli Gennaro e Fabio, visto che si tratta di un medico che esplicita la sua professione, beato lui, soprattutto sulle navi da crociera.
Insomma, quella lettera, indirizzata al Comune di Capua e che esprimeva la richiesta di chiudere in fretta il rogito notarile, aveva un senso perché, evidentemente, Igino Sessa a fine agosto era in procinto di imbarcarsi per diversi mesi di lavoro.
Dato e riconosciuto ai Sessa quel che questa famiglia operosa merita, il problema del modo con cui il Comune di Capua ha venduto questo terreno resta assolutamente intatto.
In estate senza mai aver ricevuto una precisazione, una confutazione della nostra tesi abbiamo scritto che questa vendita è stata viziata dalla violazione. Nella determina del 28 giugno scorso, lo ribadiamo per l’ennesima volta, il Comune di Capua ha citato, quale riferimento normativo, per l’alienazione di questo prezioso terreno, all’articolo 7 bis del regolamento comunale riteniamo relativo all’alienazione di beni patrimoniali di proprietà municipale.
Ora, l’articolo 7 bis lo abbiamo letto il 28 agosto scorso (CLIKKATE E LEGGETE PURE VOI IL NOSTRO ARTICOLO) e torniamo a leggercelo anche oggi, martedì 22 ottobre: “Il prezzo di aggiudicazione non deve essere inferiore al 10% del valore potenziale associato all’ultimo esperimento di asta.“
Igino Sessa ha comprato il terreno pagandolo 300mila euro. La procedura era iniziata con una base d’asta fissata a 496.321,15. Nessuno si era presentato. L’articolo 7 bis che potete leggervi dato che lo abbiamo di nuovo ripubblicato, e per l’ennesima volta recita che in seconda battuta il ribasso non poteva superare il 10% del valore iniziale.
Ordunque quella base d’asta poteva calare di 49.632.115 euro che, sottratti a 496.321,15 non avrebbe potuto essere inferiore ai 446.689, 035 euro. Avendolo venduto a 300mila euro significa aver sottratto ai 496.321,15 la cifra di 196.321,15 euro. La decurtazione è stata del 39,55%.
Eliminato dal codice penale il reato di abuso d’ufficio resterebbe l’impugnazione davanti alla giurisdizione amministrativa per una chiara violazione di una norma prevista nel regolamento del Comune di Capua approvato nel 2011 e che rappresenta un elemento costitutivo all’interno della gerarchia delle fonti del diritto.
Ma siccome Capua è una città molto provinciale in cui i rapporti personali, il più delle volte sovrastano anche le ragioni del diritto e dell’equità, volemose bene, figuriamoci se quelli della minoranza si mettono a fare quello che sarebbe un sacrosanto ricorso per la ricostituzione di una procedura di legge nei confronti della rinomata famiglia Sessa
Per quanto riguarda il terreno in questione, magari Igino Sessa, in età matura ha pensato di cambiare professione e di mettersi a fare anche lui l’imprenditore edificando un capannone industriale.
Non lo possiamo escludere, ma non possiamo neppure escludere seriamente che Igino Sessa continui a svolgere la professione a cui ha dedicato la professione e la sua vita ossia quella di medico. In questo caso l’acquisto potrebbe essere meramente nominativo, riguardando invece i legittimi interessi economici di altri componenti della sua famiglia.
Ipotesi, quest’ultima avvalorata dal contenuto del rogito notarile dal quale si comprende senza alcun dubbio che Igino Sessa ha tenuto per se il diritto di usufrutto cedendo la nuda proprietà, appena acquistata dal Comune ad Aristide Sessa che dovrebbe essere il nipote. D’altronde, quell’area specifica del Comune di Vitulazio non è estranea agli interessi della famiglia Sessa dato che lì insiste da anni lo store di Ceramiche Morra, denominazione connessa alla famiglia di Concetta Morra, moglie di Gennaro Sessa, che non si scappa, o è il papà di Aristide ossia cessionario della nuda proprietà oppure è lo zio visto che sono due gli Aristide di famiglia che portano lo stesso nome del nonno ultra novantenne, e l’abitazione di famiglia dei coniugi Sessa-Morra
Insomma tutto tranquillo tutto normale ma c’è un macigno che rimarrà naturalmente invariato nonostante configuri una evidente irregolarità, della violazione dell’articolo 7 bis di un regolamento assolutamente in vigore al Comune di Capua.
Ecco perché Adolfo Villani è una delusione. Noi ritenevamo questo politico una persona ineccepibile e un puntiglioso interprete della legalità e del diritto.
Ultima considerazione, che racchiudiamo in una domanda di cui non neghiamo il carattere retorico: c’entra qualcosa, in questa operazione, il fatto che la consigliera comunale di maggioranza, Veronica Iorio, sia una dipendente di Gennaro Sessa e che dunque abbia mobilitato i voti dell’intera famiglia, finiti nel bottino elettorale della Iorio, ma anche di Adolfo Villani?