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Carrozziere ammazzato perché chiese di essere pagato prima di riparare un autobus. CONDANNATO IL PENTITO DELLA CORTE

14 Novembre 2019 - 20:17

VILLA DI BRIANO – La grande messe di pentiti ha consentito di dare un nome e cognome agli autori materiali e ai mandanti di tantissimi efferati omicidi rimasti impuniti per 30 e più anni.

A questa categoria appartiene sicuramente il duplice omicidio Scudellaro-Pellegrino, avvenuto esattamente 30 anni fa, cioè nel 1989. Per questo delitto oggi uno dei gup del tribunale di Napoli, ha condannato, alla fine del rito abbreviato, Francesco Della Corte di Villa di Briano, lui stesso collaboratore di giustizia alla pena di 12 anni e 8 mesi di reclusione. Dunque, un primo verdetto dopo 3 decenni. Il delitto avvenne nel clima terrificante che un clan dei casalesi in via di formazione e di rafforzamento aveva creato nei territori dei comuni prospicienti a quello di Casal di Principe. Pensate un po’ che Scudellaro, titolare di un’autocarrozzeria fu ucciso perché aveva “osato” chiedere il corrispettivo della prestazione prima di effettuare la riparazione di un autobus chiestagli da Francesco Della Corte accompagnato da alcuni suoi accoliti di Casal di Principe. Quell’offesa fu immediatamente punita e così Scudellaro cadde sotto il piombo del clan dei Casalesi.

La parte civile costituitasi, cioè la famiglia Scudellaro e la famiglia di Pellegrino è stata rappresentata in giudizio dall’avvocato Giovanni Cantelli, che ha difeso le ragioni dei congiunti del carrozziere, e dall’avvocato Leuci in rappresentanza dei familiari di Pellegrino.