CASERTA. Consiglio comunale fiume in videoconferenza. E sull’ex Macrico si innesca un colloquio “tra sordi”

17 Aprile 2021 - 11:21

CASERTA (pm) – Il lunghissimo consiglio comunale di martedì (tenuto in remoto e con ben nove argomenti all’ordine del giorno, è iniziato alle nove e si è protratto oltre le 20.30, ovvia conseguenza di interventi non contingentati e spesso pletorici) ha avuto i caratteri del surreale, quando dal primo pomeriggio è iniziata la discussione sulla proposta di deliberazione presentata nel maggio del 2019 (quasi due anni fa, sic !) dai consiglieri Naim, Apperti, Fabbrocile e M.A. Russo per la classificazione urbanistica dell’ex Macrico come Zona omogenea F2-Verde pubblico, nonché sulla collegata petizione cittadina, che ha raccolte oltre 2.500 firme nonostante gli ostacoli dovuti al covid e depositata dal comitato civico Macrico Verde il due marzo scorso.

Una scena della commedia del Teatro dell’assurdo “La cantatrice calva” nella prima rappresentazione del 1950

Sembrava di assistere a la pièce La cantatrice calva, il capolavoro del teatro dell’assurdo di Eugène Ionesco, con dialoghi contrastanti ed infarciti di retorica e luoghi comuni.

Per darne l’idea, dopo cinque ore di interventi, uno dei consiglieri comunali anziani ha sbuffato e commentato veracemente: “ …ma

qua non si capisce niente” e segni della stessa insofferenza si coglievano anche nei commenti della consigliera Emilianna Credentino.

Il dibattito ha preso subito il carattere di un colloquio tra sordi. E, notoriamente, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Eppure le cose erano piuttosto chiare. Si chiedeva al consiglio comunale, con decisione autenticamente politica, di deliberare per apportare la necessarie modifiche del piano regolatore generale nel senso della petizione, allo scopo di sottrarre l’area verde dal pericolo della speculazione edilizia, sempre incombente in questa città.

Invece si è andato a parare sul piano pseudo tecnico. Si sono sentiti concetti come vicoli conformativi e vincoli espropriativi, di ammagliamento dell’area o di titoli di proprietà, del tutto estranei e diversivi rispetto alla questione in discussione. Si è tirato in ballo il reputato dirimente PUC, che tuttavia si fa languire da anni. Non a caso diciamo pseudo tecnico, perché la sensazione era che nessuno sapesse di che si stesse parlando. Un consigliere, celiando, ma involontariamente confessando una generale inadeguatezza, esordiva nel suo intervento: “…non conosco la differenza tra metro cubo e metro quadrato, ma…” . Neppure il tecnico per definizione, il segretario comunale, sembrava sapersi districare quando veniva richiesto di chiarimenti. Tanto che, in fase conclusiva, il testo da lui predisposto di una possibile deliberazione condivisa era subito accantonata. D’altro canto, la proposta di Speranza per Caserta, che si è voluta tenere in sospeso per quasi due anni, e la petizione cittadina sono giunte all’assise comunale senza alcuna adeguata istruttoria. E non a caso, secondo noi. Il dirigente del settore, nel predisporre il suo parere, uscendo fuori del suo seminato ha persino concluso che la proposta era superflua in considerazione della omologa delibera della giunta Del Gaudio del 2014, che invece, va ribadito a chi fa finta di non capire, era di solo impegno.

E proprio su questa linea tutti si sono attestati, nel senso che, fatta professione di fede che il Macrico debba essere destinato a verde pubblico, il consiglio comunale non ha voluto muovere le carte da come sono finora messe. Le stesse che, tuttavia, hanno reso possibile ipotizzarvi, di volta in volta, la costruzione di un centro spaziale, di una scuola, di un campus universitario (questo, se non ricordiamo male, proprio ad iniziativa dell’esponente 5S senatore Agostino Santillo che oggi si proclama con il comitato Macrico), di un’arteria stradale.

In buona sostanza, è mancata ogni e qualsiasi volontà di affrontare il tema vero, quello dell’apposizione del vincolo esplicito dell’inedificabilità assoluta dell’area, per come doveva essere fatto in un leale confronto politico. Anzi il sindaco, Carlo Marino, ad un certo momento, ha paradossalmente fatto passare Apperti, che lo incalzava, da speculatore edilizio, rivendicando “io ho una visione anche più restrittiva della vostra …per me cubature zero…si devono fare cubature solo in funzione al parco o alla cittadella dello sport…”

Il documento finale votato è stato sintomatico di quando si diceva. Preso atto demagogicamente della petizione, pur sempre sottoscritta da alcune migliaia di cittadini, si è riveduta la proposta di Speranza per Caserta emendandola con integrazioni meramente formali ma  al punto di stravolgerla. Non a caso gli stessi proponenti Naim ed Apperti votavano contro. Dei restanti due, Fabbrocile risultava assente all’atto della votazione, mentre Russo votava a favore.

In queste ore, gragnuola di reazioni sulla decisione consiliare, approvata con venti voti a favore, che ci imporranno di tornare sull’argomento non appena possibile.