CASERTA Don Antonello Giannotti porta in causa l’amico Carlo Marino. L’Idsc si dice pronto a “cedere” il Macrico ma per poche migliaia di euro ricorre alla Corte d’Appello

18 Ottobre 2022 - 19:05

L’Istituto diocesano di sostentamento del clero, forte della sentenza in Cassazione, cita l’amministrazione cittadina “rea” di voler pagare l’esproprio di un’area di proprietà della chiesa, in località Petrarelle, solo 20mila euro invece dei 75mila richiesti. In calce la determina del Comune che affida all’avvocato Gallo la propria difesa.

CASERTA (r.s.) Da un lato la Chiesa, pardon, l’Istituto diocesano di sostentamento del clero si dice pronto a “cedere” il Macrico al Comune di Caserta o, per meglio dire, alla cittadinanza, dall’altro, però, non molla di un centimetro su un’altra questione, economica, che lo vede contrapposto allo stesso Comune di Caserta. Ed è così che don Antonello Giannotti, presidente dell’Idsc, riporta in causa l’amministrazione ed il suo amico sindaco Carlo Marino, per ottenere i soldi che l’Istituto reputa di dover intascare per un espoprio in località Petrarelle, per intenderci, zona Santa Barbara.

Il caso prende il via nel giugno 2016: l’Istituto diocesano, all’epoca presieduto da Antonio Aragosa, proprietario del terreno sito in agro di Caserta, località Petrarelle alla via Madonnelle, per complessive are 13.92 e oggetto di decreto di esproprio per pubblica utilità per i lavori di ampliamento della strada comunale “Madonnelle”, promuoveva un ricorso dinanzi alla Corte di Appello di Napoli (R.G. n.1599/16),

opponendosi alla stima dell’indennità di esproprio. Il Comune, infatti, avrebbe voluto pagare 19.488 euro. L’Idsc, invece, ne pretendeva 75.000. La Corte d’Appello dichiarava, però, inammissibile la domanda di determinazione dell’indennità di esproprio, compensando tra le parti le spese di giudizio. Ma don Aragosa non si fermò a quel primo stop e promosse un nuovo ricorso, stavolta davanti alla Corte Suprema di Cassazione, avente ad oggetto la determinazione giudiziale dell’indennità di esproprio.

La causa iscritta al numero di R.G. 2412/18 veniva decisa con sentenza n.13405/22 depositata il 28/04/2022, con
la quale la Prima Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione, accoglieva il ricorso dell’Istituto religioso, cassando l’ordinanza impugnata e rinviando alla Corte di Appello di Napoli, in diversa composizione, anche per la determinazione delle spese del giudizio di legittimità. Insomma, come a dire, tutto da rifare.

Stavolta, però, il rappresentante legale pro tempore dell’Idsc non è più don Aragosa, bensì don Antonello Giannotti, che presiede l’Istituto dal dicembre del 2021 e che dallo scorso giugno è alla guida della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, nel quartiere Acquaviva. E proprio don Antonello, in quanto rappresentate legale dell’Istituto diocesano, ha notificato “l’atto di citazione in riassunzione, ex art.392 cpc, a seguito della cassazione dell’Ordinanza cron 1434/17, emessa nel giudizio iscritto al numero di R.G. 1599/16, di cui alla decisione n.13405/22 della Corte di Cassazione”.

Una storia che dura da sei anni e che è riportata, cronologicamente, nella determina n. 1721 del 05/10/2022 (che pubblichiamo in calce), con la quale il segretario generale del Comune, Salvatore Massi, affida all’avvocato dell’ente, Lidia Gallo, l’incarico di difendere le tesi del Comune contro le pretese della Chiesa, pardon, dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero.