CASERTA e le UNIVERSIADI. Si cerca di mettere una pezza all’italiana dopo il veto della Soprintendenza per il tiro con l’arco in piazza CARLO III

26 Giugno 2019 - 13:15

CASERTA – (pasman) Per le imminenti Universiadi, tra gli amministratori pubblici di vario ordine e grado del territorio e negli organi di informazione in genere c’è un entusiasmo di maniera, quasi beota. Aleggia nei vari commenti ufficiali un compiacimento del tutto campato in aria per come in realtà stanno andando male le cose organizzative, le quali proprio oggi si sono aggravate con il veto, posto dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio allo svolgimento della gara finale del tiro con l’arco in piazza Carlo III per l’incompatibilità delle strutture tecnico-logistiche, nel modo in cui sono state allestite, con il bene monumentale. Hai detto niente! Anche se per questo intoppo specifico – di una gravità assoluta, per quello che significa e per quello che lascia immaginare – sicuramente si troverà una pezza a colori, pena il ridicolo internazionale.

Ma il problema non è propriamente questo. E’ tutto quanto il resto, al punto che siamo al mezzo disastro.

A parte i ritardi incredibili nei lavori e nei collaudi delle strutture sportive che ospiteranno le competizioni agonistiche, come sta avvenendo a Caserta e ad Aversa, se si pensa con quanto anticipo la manifestazione internazionale era nota, quello che spicca è l’inadeguatezza generale e grave degli enti locali ad operare con un minimo di efficienza, a cominciare dai vertici politici per venire alle strutture burocratico amministrative, che niente e nessuno sono capaci di smuovere dal loro perenne letargo.

Nella foto, un’area di basolato in piazza Vanvitelli sistemata alla meno peggio. La condizione della strada è tale, tuttavia, che gli atleti che la impegneranno saranno esposti al rischio concreto di distorsioni ed infortuni.

La città capoluogo crede di esser pronta avendo fatto sistemare malamente certe piantine e fatto metter in sesto alla meno peggio il basolato di qualche strada, con le sarciture delle disconnessioni così rabberciate da essere diventate un vero pugno nell’occhio.

Per il resto è il degrado consueto. In via Battisti, centralissima, lo stanziamento dei barboni si è definitivamente consolidato, al punto che il tratto di strada che occupano con le loro cose è oramai talmente lurido e ne proviene un puzzo tale che le persone preferiscono passarne al largo. Un secondo gruppo, intanto, si sta insediando sotto i porticati, poco distanti, del Genio civile, proprio lì dove alcuni di loro in fregola, in questi giorni, si sono abbandonati ad atti sessuali pubblici: non proprio un bel vedere.

Il traffico cittadino è all’anarchia più piena, come emblematicamente dimostra piazza Dante – il centro urbano per eccellenza – dove adulti in auto e ragazzi in motorino parcheggiano a diecine scompostamente come vogliono, senza alcuna remora.

Il viale Carlo III è preso più che mai d’assalto dai lavavetri di colore ai semafori, anche in corrispondenza degli alberghi che ospiteranno gli atleti.

La pochezza degli intrattenimenti pensati per queste Universiadi casertane è poi bene attestata dal fatto che nel relativo cartellone figura persino il raduno commemorativo di un passato corso per allievi ufficiali dell’esercito.

E la costante di questa situazione è che tutti si guardano bene dall’intervenire, dal prendere la situazione in mano.

Al di là delle dichiarazioni di circostanza che vi saranno al termine dell’evento, i tanti stranieri che da tutto il mondo saranno nel casertano nei prossimi giorni, molti dei quali provenienti da paesi civilissimi, dove il decoro urbano è un valore, dove il rispetto della legalità una religione, si può essere certi che se ne andranno sbigottiti dalla realtà che costateranno.

Una bella pubblicità al contrario.

Forse in questi giorni, con la classica politica della polvere sotto il tappeto, si provvederà a far sloggiare momentaneamente i barboni, ad allontanare i lavavetri clandestini, a tenere alla larga gli abusivi irriducibili – decreto sicurezza o meno – di Palazzo Reale, a fare quale multa. Ma con quanta serietà e credibilità per le nostre istituzioni  è presto detto.