CASERTA. AMMINISTRAZIONE MARINO NO LIMITS. Quattro milioni e mezzo di euro alla coop. Esculapio accusata a Scisciano di maltrattare i bambini e di farli vivere nella sporcizia

1 Aprile 2021 - 21:44

CASERTA (gianluigi guarino) – Sapete bene cosa pensiamo dell’Asmel e di certo non ci lasciamo intimidire dalle querele che il suo patron, il signor Michele Iuliano, continua a presentare nei nostri confronti con scarsi risultati, visto e considerato che le affermazioni di questo giornale sono sempre corroborate da argomentazioni opinabili finché si vuole, replicabili se si vuole, ma mai diffamatorie.

L’Asmel è una stazione appaltante che riassume in sé, amplificandoli in maniera esponenziale, tutti i difetti delle stazioni appaltanti locali, cioè degli uffici tecnici dei comuni campani o dei sistemi degli ambiti itercomunali dei servizi sociali e della provincia di Caserta in particolare. Lo abbiamo sostenuto, lo ribadiamo e lo scriveremo ogni volta in cui ci capiterà, come in questo articolo, di affrontare un argomento, di erogare una notizia che parte proprio da un’aggiudicazione fatta dall’Asmel, soprattutto quando ciò succede in nome e per conto di un qualsiasi comune della nostra provincia, del comune capoluogo non ne parliamo proprio.

Fatta la dovuta premessa e riservandoci eventualmente la facoltà di accertare l’identità dei componenti della commissione aggiudicatrice, introduciamo i fatti.

La gara

Una nostra vecchia conoscenza, sempre in cima alle hit parade dei vari Ambiti intercomunali di erogazione dei servizi sociali si è aggiudicata al comune di Caserta,

attraverso una procedura definita dall’Asmel, un super appalto partito da una base d’asta di 4 milioni e 773 mila euro. Il servizio in questione è quello famigerato, almeno per noi, degli Sprar, strumento di indiscutibile civiltà ma non certo applicabile ai comuni d’Italia, quelli del Sud in particolare, scendendo via via fino a Caserta. Sprar, ora chiamato Siproimi, un tempo riservata solo ai richiedenti asilo, oggi ad una platea più ampia di immigrati. Girano quattrini, come si suole dire, senza fine e conto. I nostri lettori più attenti hanno sicuramente già capito dove vogliamo andare a parare. La Cooperativa Esculapio è un’autentica mattatrice che ha fatto letteralmente incetta di affidamenti in questo settore.

Volete sapere come ha vinto la gara dei 4 milioni e 700 mila euro progetto di accoglienza da realizzare previsto dal bando? Ovviamente, alla casertanamaniera.

Il metodo casertano

L’ha vinta come l’ha vinta Publiservizi per quel che riguarda i tributi, come l’ha vinta Ecocar per qualche riguarda la monnezza, cioè combattendo contro nessuno.

Ma vi sembra normale che in queste aree fondamentali di erogazione di servizi al cittadino o di contributo a soccorrere l’umanità dolente degli immigrati, dunque stiamo parlando di tre pietre miliari della gestione economica-amministrativa del comune di Caserta, si presenti solo un’impresa? Non succede da nessuna parte. Qui, una volta, quantomeno, facevano almeno finta che esistesse una concorrenza, magari costruendo un gruppetto di imprese amiche, ben capaci di fare la loro messa in scena per dare a vedere che di vera gara si fosse trattato. Mo’, sicuri della loro impunità, pure questo freno inibitore che lo costringeva a incrociare il fastidio delle gare-farsa si è allentato fino a rompersi. Se ne fottono e per fare presto e non avere fastidi, cosa ci può essere di meglio che una gara senza concorrenti, messa al riparo da qualche infiltrato scassaminchia che poi ti porta al Tar, allungando significativamente i tempi?

E allora, vai col tango. La grande torta dei tributi comunali a Publiservizi, con un punteggio di 100/100esimi con un solo concorrente in campo, stesso discorso con Ecocar e medesima condizione anche per Esculapio, la quale non è arrivata all’impostura nefanda dello 0,23% di beffardo, arrogante ribasso presentato da Ecocar – e che già di per sé griderebbe vendetta, e che già di per sé dovrebbe far drizzare i capelli a tanti -, ma che comunque si è tenuta su una cifra di ribasso modesta: il 4,30%. Percentuale che consentirà ad Esculapio, al netto di questo mini ribasso, di gestire direttamente la somma di 4 milioni 568 mila euro.

Il controllo dei requisiti e le pause di esclusione

Domandina semplice semplice all’Asmel, che però va formulata anche al dominus di tutti questi marchingegni, cioè all’ingegnere Franco Biondi, che attualmente è dirigente ai Servizi Sociali, al Personale, ai Lavori Pubblici, all’Ecologia, al settore Finanze, solo per citare le deleghe più importanti, aggregando a sé un potere che nessun altro dirigente di enti locali italiani possiede. A Biondi, più che all’Asmel, quindi, va domandato: ma lei, ingegnere tuttofare, ha verificato con i suoi amici dell’Asmel l’esistenza delle condizioni previste dall’articolo 80, comma 5, lettere c, c bis, c ter del decreto legislativo 50 del 2016, meglio noto come Nuovo Codice degli Appalti? Siete sicuri che Esculapio, nonostante continui ad impazzare in ogni comune e in ogni ambito intercumunale delle province di Caserta e Napoli, e non solo, possieda quei requisiti, che il signor Biondi dovrebbe sapere, riguardano tutti i soggetti economici privati che partecipano ad ogni tipo di gara pubblica, dai servisi sociali, come in tutti gli altri settori? 

Mamma chioccia maltratta i bimbi

Vi raccontiamo brevemente una storia. Il 28 novembre 2019 l’Ufficio di Piano, cioè il coordinamento dell’Ambito N23, capofila Comune di Nola, ha prodotto una determina con la quale ha esposto due provvedimenti a carico di Esculapio che gestiva la struttura Mamma Chioccia, in pratica una casa famiglia di accoglienza per minori gestita dalla citata cooperativa che ha Raffaele Basso come presidente. Il primo di questi provvedimenti risultava serio, ma comunque interlocutorio rispetto al dettato dell’articolo 80 e della lettera e delle due sottolettere citate del comma 5: l’Ambito di Nola produceva un atto di sospensione immediata, ipso facto, provvedimento straordinario e tutto sommato inusuale, ma giustificato con la seguente motivazione: in considerazione dei “profili di gravità” che avevano portato ad una “compromissione del corretto esercizio del servizio“.

Azz, e che poteva succedere mai in questa casa famiglia? Di quali perversioni si rendeva protagonista Mamma Chioccia, trasfigurandosi da personaggio tenero da cartoon per l’infanzia a sadico gestore di una struttura, la quale, badate bene, svolge la sua azione, per altro profumatamente remunerata, con l‘obbligo di rispettare integralmente i protocolli di assistenza previsti dalla legge?

Vi diciamo qualcosina giusto per gradire: “La struttura è lurida perché non viene nessuno che faccia le pulizie“, così scrivono gli ispettori delegati dall’Ambito di Nola, a sua volta delegato dalla procura della repubblica. “Anzi, – così continua la relazione – addirittura, come si evince dal prospetto dei turni e dal quaderno giornaliero, sono proprio questi ultimi che vengono costretti a fare le pulizie. Se i minori non le fanno o non le fanno ad arte, vengono puniti. Ed infatti come risulta da OMISSIS (perché il riferimento temporale e documentale potrebbe portare all’individuazione dell’operatore o operatrice e del minore coinvolti), l’operat* rimproverava il minore OMISSIS e scriveva che per punizione la domenica successiva a OMISSIS sarebbe stato impedito di vedere il padre“.

E che modello educativo è questo qua. Altro che inclusione. Si dà il caso che una casa famiglia, se così si chiama, deve sviluppare la propria attività costruendo un clima di serenità che assimili la convivenza ad un modello di famiglia ordinata. E d’altronde questo non lo diciamo noi, ma è quello che il coordinatore del Piano di Zona mette nero su bianco nella sua determina.

La sospensione, la revoca e la sanzione

Dunque, ricapitoliamo, nell’atto amministrativo appena citato viene intimato ad Esculapio di “provvedere alla rimozione delle irregolarità entro 30 giorni”, fermo restando il provvedimento di sospensione immediata delle attività di Mamma Chioccia. In caso di inadempienza l’ambito avrebbe provveduto alla revoca del titolo abilitativo. In poche parole Esculapio sarebbe stata messa alla porta. Ma la sospensione non integra, secondo noi e secondo la logica, la previsione contenuta dalla lettera c, comma 5 dell’articolo 80 del nuovo Codice degli Appalti che definisce come causa di esclusione da gare e affidamenti pubblici la dimostrazione della stazione appaltante, con mezzi adeguati, che l’operatore economico si è reso colpevole di gravi illeciti professionali, tali da rendere dubbia la sua integrità o affidabilità“.

Avete letto bene? Illeciti pro-fes-sio-na-li che rendano dubbia, leggete bene, dubbia e non di più, la sua integrità, ma anche la sua affidabilità nella fase esecutiva di un contratto.

Basta questo e non occorre una condanna della Cassazione ribadita dalla Corte Europa dei diritti dell’Uomo.

Dalla lettera c, andiamo alla c bis: “[…] (l’azienda) abbia fornito, anche per negligenza, informazioni false o fuorvianti suscettibili di influenzare le decisioni sull’esclusione, la selezione o l’aggiudicazione, ovvero abbia omesso le informazioni dovute ai fini del corretto svolgimento della procedura di selezione.”

E’ chiaro che un’eventuale omissione di informazione è lapalissianamente assimilabile alle “informazioni false o fuorvianti“, perché comunque anche l’omissione finisce per incidere sull’esito e l’aggiudicazione.

Ma cosa ha omesso di segnalare Esculapio al comune di Caserta e all’Asmel e cosa l’Asmel e il comune di Caserta non hanno cercato e verificato con la giusta diligenza per realizzare un’irreprensibile applicazione dei contenuti della norma citati? Non la sospensione che, al contrario, come abbiamo già scritto, non è integrabile nelle previsioni del comma 5 c-ter dell’articolo 80, che così elenca nel dettaglio.

Dunque, causa di esclusione quando: “l’operatore economico abbia dimostrato significative o persistenti carenze nell’esecuzione di un precedente contratto di appalto o di concessione che ne hanno causato la risoluzione per inadempimento ovvero la condanna al risarcimento del danno o altre sanzioni comparabili“.

Per cui, la discriminante è basata sull’atto formale di revoca e noi cercheremo nel presumibilmente complicato Albo Pretorio dell’Ambito di Nola, ma non è detto che troveremo l’esito della procedura attivata ai danni di Esculapio. Non è detto che l’atto di revoca si sia effettivamente realizzato. Ci proveremo, ma non vi possiamo garantire nulla. Per il momento vi diciamo, anzi vi ribadiamo, che a nostro avviso, dal confronto con le previsioni della lettera c ter non emerge che l’istituto della sospensione possa rappresentare una causa di esclusione dalle procedure pubbliche di gara a carico della coop Esclulapio.

Attenzione, però. Vedete un po’ cosa c’è scritto nell’ultimo passaggio appena citato: ” […] o altre sanzioni comparabili“.

Quella comminata dall’Ambito di Nola ad Esculapio è di tipo pecuniario ed è stata notificata ai sensi dell’articolo 48 bis della legge regionale 11 del 2007. Si tratta di una sanzione definitiva, perfettamente aderente, al contrario della sospensione, alla previsione formulata nella lettera c ter del comma 5 dell’articolo 80 del Nuovo Codice degli Appalti.

Una conclusione con invito a controdedurre

Per cui, senza voler dire che questa è la verità rivelata, Esculapio non potrebbe partecipare a procedure pubbliche di aggiudicazione di beni e servizi. Ciò vuol dire che l’Asmel e, di riflesso il comune di Caserta, non hanno svolto un accertamento, violando dunque ciò che è scritto nella lettera c del comma 5 dell’articolo 80 del Nuovo Codice Appalti. Mentre, Esculapio, omettendo di segnalare il fatto di aver subito una sanzione per inadempienza già accertata, visto e considerato che quei locali erano sicuramente “luridi“, senza considerare le altre accuse gravissime comunque frutto di una valutazione di indagine svolta dalla Procura presso il tribunale dei minori di Napoli, ha a sua volta violato la norma, nel caso specifico quella contenuta nella lettera c-bis dello stesso comma e del medesimo articolo 80.

Naturalmente, rimaniamo a disposizione di Esculapio o chiunque altro volesse dire la sua. Pubblicheremo tutto integralmente, riservandoci il diritto di replica.