CASERTA. L’ennesima proposta sul Macrico: farlo diventare un eliporto

14 Maggio 2020 - 10:08

Caserta (pm) Dopo la sospensione forzata della vita civile casertana a causa della pandemia di coronavirus, torna alla ribalta la faccenda del Macrico.

Difatti, il Partito delle Buone Maniere di Giuseppe Cirillo, con un manifesto affisso in città, avanza l’idea che una superficie di circa 2.500 mq. di tale area verde di proprietà della diocesi di Caserta venga destinata ad eliporto. Esisterebbero già i finanziatori ed un progetto di realizzazione.

Ora, Giuseppe Cirillo è noto per le sue iniziative politico-sociali originali ed eccentriche, spesso più singolari che innovative. Non a caso, nel 2001, per la sua candidatura alla Camera dei deputati nella lista radicale Bonino, venne gratificato di un ritratto in punta di penna da parte di uno più rinomati giornalisti italiani, Gian Antonio Stella, sul “Corriere della sera”.

Giustappunto, in questo caso, ci sembra di essere più che altro nella singolarità.

La proposta ci sembra  l’ennesimo ed incoerente tentativo di destinazione del Macrico – dei tanti concepiti negli ultimi vent’anni a carattere più o meno speculativo – ossia di uno spazio naturale scampato alla cementificazione, che all’opposto, per comune sentire, si vorrebbe  fosse il parco pubblico di cui Caserta colpevolmente manca.

L’eliporto immaginato, viceversa, avrebbe, con il suo traffico di velivoli, un impatto ambientale non indifferente, sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico ed acustico.

Peraltro non si comprende quale sarebbe l’esigenza di disporre, proprio nel cuore della città, di tale aviosuperficie, quando per le eventuali necessità pubbliche, tanto sanitarie che di protezione civile, già ne esistono. Mentre per un ipotetico uso privato legato al bisogno di più rapidi collegamenti sia turistici che commerciali, il capoluogo dispone di spazi più decentrati che meglio potrebbero prestarsi. Ma tant’è.

Trovandoci in argomento, auguriamoci solo che la giunta comunale non traccheggi ancora ed inspiegabilmente e dia corso finalmente al provvedimento pendente di classificazione del Macrico come area verde totalmente inedificabile, senza rifugiarsi nella classica parte del finto tonto che non capisce che tutta la città benintenzionata lo vuole.