Chi sono e cosa hanno fatto i Ligato. Tra bombe, spaccio e il nuovo potere dei figli del boss ergastolano

6 Marzo 2019 - 08:00

PIGNATARO MAGGIORE (red.cro.) – Stamattina, i militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta, hanno tratto in arresto 18 membri del clan Ligato (LEGGI QUI). Le accuse sono varie e molto gravi: associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione armi, munizioni e materie esplodenti, porto abusivo d’arma, violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano, aggravati dall’aver agevolato un sodalizio mafioso.

Una lista davvero lunga di reati che i membri di questo sodalizio avrebbero compiuto. Se si volesse dare un punto d’inizio a questa escalation dovremmo guardare al momento in cui Antonio Raffaele Ligato viene scarcerato e con la sorella Felicia, prendono le redini del clan, senza un reggente dopo l’ergastolo del padre. I due fratelli, fa notare la Dda, creano una stabile struttura organizzativa, con suddivisione dei ruoli, allo scopo di monopolizzare il mercato delle sostanze stupefacenti in Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise, Vitulazio e comuni limitrofi.

Un clan periferico quindi, rispetto al centro criminale della provincia, ma non meno violento. Per prendersi la piazza di Capua, decisamente quella più importante di tutta la zona, non si fecero scrupoli nel far esplodere anche un ordigno. Nel dicembre 2016, proprio il giovane ras Antonio Raffaele e un altro volto noto alle forze dell’ordine, Davide

Ianuario, fecero esplodere una bomba e spararono dei colpi di fucile contro l’abitazione di un presunto concorrente per lo spaccio di droga.