CLAMOROSO: Biagio Lusini si è dimesso da consigliere comunale. Mistero sui motivi ma…

29 Dicembre 2021 - 13:48

In passato è stato citato più volte da collaboratori di giustizia a partire da Antonio Iovine, ma oggi lui è un incensurato, con la fedina penale immacolata e questo bisogna dirlo chiaro e forte. Per cui riteniamo che non ci sia nessun motivo collegabile a fatti giudiziari alla base della sua decisione. Peraltro, se proprio dovesse esserci qualcosa, ma ragioniamo per pura ipotesi accademica, le dimissioni dalla carica di consigliere non basterebbero

 

TEVEROLA – (g.g.) Biagio Lusini si è dimesso. Da pochi minuti è terminata la seduta del consiglio comunale di Teverola. Nei giorni scorsi nulla aveva fatto pensare ad una evoluzione politica di questo genere. L’ex sindaco di Teverola, oggi consigliere comunale, ha legato a motivazioni di ordine molto generico (insomma, giusto per dire una cosa) la propria decisione, che sarebbe maturata perchè lui intenderebbe “far spazio ai giovani“.

In realtà, mai come nell’ultimo anno Biagio Lusini si è dimostrato attivo, anzi iper-attivo nella politica teverolese. Approfittando della decisione di Stefano Graziano, non eletto alle ultime elezioni regionali, di allontanarsi dalla polveriera dell’agro-aversano che solo guai gli ha portato in questi anni, a partire da una idea di onnipotenza e di infallibilità strategica di cui pagherà dazio in futuro, a partire da ciò che saranno i destini dell’Asi dove lui ha voluto fortissimamente proteggendola sempre, la presidenza di Raffaela Pignetti, dicevamo, approfittando di un Graziano defilato, Biagio Lusini ha avuto gioco facile nell’offrire il suo sostegno a quell’anima in pena, magari anche una persona non disprezzabilissima, onestamente non all’altezza del compito ricoperto, del sindaco Tommaso Barbato.

Quindi, nessun segnale di disimpegno si era colto nell’ultimo anno. Al contrario, si era addirittura parlato ultimamente di una candidatura di Lusini al consiglio provinciale, nella lista Pd con conseguente intervento di Antonio Mirra che che ha sventato quello che sarebbe stato un impegno imbarazzante sotto ogni punto di vista.

E allora resta il mistero per il quale Lusini si è dimesso. Ultimamente quando abbiamo parlato di sindaci, di amministratori comunali e di consiglieri, abbiamo anche esplorato l’argomento della relazione tra una qualsiasi, ipotetica misura di limitazione della libertà persona, più banda o più rigida che una qualsiasi autorità giudiziaria può chiedere ed ottenere per un politico e le cariche  ricoperte dal possibile target di questa iniziativa.

Ne abbiamo scritto in occasione della buffa decisione del sindaco di Sparanise Martiello di auto sospendersi di fronte alla pesante perquisizione, operata dalla Dda nei suoi confronti, nell’ambito dell’indagine sulle relazioni tra l’imprenditore Pasquale Capriglione e il clan dei casalesi. Quello è un fatto specifico. Lusini, fino a prova contraria, è una persona incensurata, con la fedina penale immacolata. Per cui dobbiamo ritenere che le ragioni della sua decisione non siano ascrivibili alla premura che qualche politico ha avuto in passato quando sub-dorando qualche problema di tipo giudiziario, ha ritenuto che le dimissioni dalla propria carica potessero rimuovere almeno due dei tre motivi che giustificano l’adozione di una misura cautelare: l’inquinamento della prove e la reiterazione del reato.

Peraltro ragionando per assurdo, se fosse così riteniamo che Lusini sia intelligente a sufficienza per ritenere che un magistrato qualsiasi, un gip qualsiasi, conosca bene il peso specifico che lui ha nelle cose di Teverola, come abbiamo visto nel caso della lottizzazione Schiavone. E sa anche che questo peso specifico, questa capacità di interagire con il suo comune, prescinde totalmente da una carica istituzionale più o meno ricoperta.