CONFISCA RECORD a Nicola Ferraro. Ecco la batteria dei PENTITI che lo accusano

8 Ottobre 2020 - 17:02

CASAL DI PRINCIPE – A Nicola Ferraro sono stati confiscati beni per oltre 4 milioni di euro, provvedimento eseguito stamattina da polizia e guardia di finanza (LEGGI QUI IL DETTAGLIATO ELENCO). Il giudice ha ritenuto di grande significato le propalazioni di un numero rilevante di pentiti, secondo i quali l’ex consigliere regionale aveva rapporti con più di un clan camorristico.

Le dichiarazioni sono state rese da Luigi Diana, Dario De Simone, dall’imprenditore Pietro Amodio, da Domenico Bidognetti, da Umberto Maiello, da Anna Carrino, da Gaetano Vassallo, da Sergio Orsi, da Oreste Spagnuolo, da Emilio Di Caterino, da Raffaele Piccolo e da Luigi Guida ‘o drink. Secondo quanto spiegato da un altro collaboratore di giustizia, Gaetano Turnacco, Ferraro aveva spesso a che fare anche con i clan Belforte e Massaro-Perreca, quest’ultimo egemone nella Valle di Suessola. Ricordiamo che Ferraro dimorava proprio in quella zona, ad Arienzo. Turnacco aveva raccontato di episodi estorsivi patiti dall’imprenditore nonchè ex consigliere regionale, ad opera del clan Massaro quando si occupava della gestione del servizio di raccolta rifiuti per il comune di Santa Maria a Vico.

E ancora, delle modalità con le quali Ferraro si era aggiudicato, invece, nei primi anni 2000, lo stesso servizio di raccolta rifiuti nei comuni di Marcianise e Maddaloni, hanno parlato Michele Froncillo

e Antonio Farina. Secondo i due pentiti, l’imprenditore aveva corrisposto delle tangenti per aggiudicarsi entrambi gli appalti pubblici: si trattata di percentuali ridotte, dovute alla vicinanza dello stesso Ferraro al clan Schiavone.