COVID ALL’OSPEDALE DI CASERTA. Pronto soccorso saturo e al collasso. Il primario Paternosto lotta ancora ma potrebbe essere costretto a chiudere i battenti
20 Marzo 2021 - 13:21

Situazione drammatica, peggiorata tra ieri sera e stamattina
CASERTA (g.g.) – Di chi scrive tutto si può dire eccetto che sia stato un grande estimatore delle cose che sono successe, da 15 anni a questa parte, dentro e attorno al pronto soccorso dell’ospedale civile di Caserta. Durante alcuni periodi i rapporti tra questo giornale e Diego Paternosto, primario del citato pronto soccorso, sono stati a dir poco pessimi.
Riteniamo, dunque di essere, in questo caso sì, vaccinati rispetto ad ogni possibile interpretazione che ci possa tacciare di essere accondiscendenti, se non addirittura corrivi, con chi ha la responsabilità della prima linea dell’ospedale di Caserta. E neppure qualcuno può sostenere che noi siamo indulgenti con la gestione, a nostro avviso tutt’altro che esaltante, del direttore generale Gaetano
Ed è proprio su questa emergenza sanitaria che vogliamo sottolineare il sacrificio e il lavoro dei tanti che si stanno prodigando all’interno del pronto soccorso che però tra ieri sera e stamattina è arrivato ad un punto di non ritorno che gli afflussi di contagiati Covid dovessero proseguire con i ritmi nell’ultima settimana, assolutamente prevalenti su quelli di uscita e di liberazione dei posti letto. Possiamo dire seriamente che il punto di rottura c’è stato, ma nonostante questo i medici e il personale di Paternosto continuano a fare il possibile e anche l’impossibile. Ma posti veramente non ce ne sono più. E siccome Caserta è l’unico pronto soccorso della provincia abilitato a trattare pazienti colpiti dal Covid, si può ben immaginare quale sia la difficoltà, l’emergenza drammatica che si sta vivendo nelle ultime ore, essendo anche saturi i canali di collocazione dei pazienti per i quali evidentemente non c’è posto né nel cosiddetto ospedaletto costato una barca di soldi per produrre un numero di posti di terapia intensiva assolutamente esigui, né nei reparti ordinari, approntati all’interno dell’ospedale dopo aver sacrificato aree di assistenza molto importanti e che vedono oggi l’azienda Sant’Anna e S. Sebastiano mordere il freno per quel che concerne l’offerta dei servizi sanitari extra-covid.
Terremo monitorata la situazione.